L’incidente
Casa Firenze, fine di un’indecenza: la rinascita parte dal volontariato
Maxi pulizia delle associazioni, il Comune mura gli accessi: smaltiti quintali di rifiuti. Pera: «Forza della comunità». Chimenti: «Non si doveva arrivare a tanto degrado»
LIVORNO. «Un’operazione di pulizia collettiva così non l’abbiamo mai fatta prima, felici di esserci per la nostra comunità ma non bisognerebbe arrivare a tali situazioni di degrado». Marco Chimenti è il presidente del Consiglio di Zona 5 che abbraccia anche Antignano e quella terra di nessuno che era Casa Firenze. A questo punto, finalmente dopo 13 anni di indecenza progressiva e senza fine, si può parlare al passato. Si può concretamente parlare di inizio di rinascita, di decenza, per quel complesso di proprietà comunale di 1200 metri quadri (solo le strutture) vista mare a cui si arriva su per quella strada che si prende passando dal sottopasso della Variante Aurelia fino a via del Littorale 225.
Una rinascita che parte dal basso. Dall’associazionismo. Dai volontari. Una bella sinergia tra pubblico, privato e associazioni del territorio che si sono unite per questa piccola, grande impresa di civiltà. Negli ultimi 13 anni era diventata un non luogo. Una maxi discarica abusiva, bivacco per senza tetto, rifugio per persone senza fissa dimora. Un tetto (in condizioni igienico sanitarie indicibili) anche per occupanti abusivi. Tutto questo dopo il 2012: infatti per tutta la struttura, composta dall’edificio principale di due piani vista mare a cui si aggiunge un’altra struttura a un piano, il declino è cominciato nel 2012. Quando quella che era storicamente una ex colonia per le vacanze dei “figli del popolo”, dopo vari passaggi, diventa proprietà comunale e fino a 13 anni fa, appunto, fu usata per l’emergenza abitativa. Poi più niente. Solo degrado.
«Sono orgoglioso di questa operazione anche se devo dire che mi fa arrabbiare il fatto che fino ad ora nessuna amministrazione in questi ultimi 13 anni avesse preso l’iniziativa e guardate a che a che livello di indecenza siamo arrivati: ringrazio tutti coloro che con il loro aiuto rendono possibile il recupero dell’intera area, una fantastica prova di sinergia tra pubblico, privato e associazionismo. Un lavoro incredibile», afferma il presidente dell’associazione Acchiapparifiuti Sergio Giovannini sul posto con tanti dei “suoi”.
Si comincia a pulire alle 7
Alle 7 a Casa Firenze comincia lo sgombero. Fa caldo, si deve partire presto. Già nei giorni scorsi alcuni volontari avevano predisposto l’area e fatto alcuni interventi preparatori. Arrivano i carabinieri della stazione di Montenero guidati dal comandante Stefano Del Coco: l’aiuto, il presidio e l’apporto dei militari è fondamentale. Ovviamente c’è il Comune che tira le fila: ci sono Massimiliano Marconi responsabile dell’ufficio Manutenzioni insieme ad Antonio Amabile e a Marco Faucci. Ci sono i vigili urbani a presidiare. Con loro anche gli uomini dell’impresa Ckc edilizia con cui il Comune ha un appalto in corso: si occupano di murare le parti liberate dai rifiuti. Poi Aamps con i suoi mezzi per caricare e poi smaltire quei quintali di degrado di ogni tipologia, montagne di ingombranti, elettrodomestici, sfalci, macerie, anche eternit, vecchi giochi per bambini, letti, materassi accumulati.
«Sono qui per dare il mio contributo alla riqualificazione di questo luogo: abito in zona», afferma Umberto De Napoli, volontario Acchiapparifiuti. È dell’associazione anche Riccardo Lupi: «Questo sarebbe un luogo meraviglioso, vista mare, da valorizzare sicuramente: siamo venuti sin dal primo giorno. In questi casi il rischio è quello di fare una grossa operazione di pulizia e poi vedere che tutto il degrado torna. Ma in questo caso non sarà così perché il Comune provvede a murare gli accessi». Parla mentre si infila nelle stanze zeppe di indecenza. Toglie wc, tv, materassi, casse stereo, antenne satellitari. L’unione fa la forza. Così fa il “collega” Giuliano Oliviero: «L’importante è essere qui e contribuire a questo maxi sgombero». Poi c’è l’associazione Marevivo con Valentino Chiesa: «Vivo ad Ardenza: anche se il nostro gruppo si occupa più di ripulire le spiagge, non ci tiriamo indietro. Queste operazioni vanno sempre incoraggiate e una mano non si nega mai». Fabrizio Bernini, ex giocatore del Rugby Livorno, vice presidente del circolo della pesca di Antignano e una delle anime del gruppo di cittadini Ardenza insieme fa avanti e indietro. Si carica di rifiuti e li scarica nel punto di raccolta. «Ho sempre visto questa struttura passando dalla Variante - dice - Questa è sicuramente una bella operazione di comunità, ma mi faccio una domanda: come si è potuto arrivare fino a questa situazione di degrado? Lasciare andare una struttura fino a questi punti è deleterio». Anche la carcassa di auto incastrata nella vegetazione verrà smaltita. Curioso il ritrovamento fatto dai volontari dell’associazione Reset, anche loro sul posto: «Tra le varie cose abbiamo rinvenuto anche un libro dal titolo “Rendila felice” di Linda Lou Paget chissà se non fosse destino trovarlo adesso», commenta il presidente Giuseppe Pera. «Alla fine abbiamo tolto decine di quintali di rifiuti: l’unione fa veramente la forza. Tutti sono stati preziosi». Un plauso al gruppo Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia con Alycan Yildiz. Presenti anche i volontari di Vivi Antignano e del gruppo Fratres.
Murati gli accessi
La prima parte della maxi pulizia riguarda soprattutto l’edificio più piccolo e anche buona parte del principale. Subito ne vengono murati i varchi e gli accessi. «Per motivi di sicurezza e per preservare l’immobile - spiega Massimiliano Marconi responsabile dell’ufficio Manutenzioni del Comune - abbiamo murato gli ingressi, una volta ripulita». Altra cosa per l’immobile principale, anche se la filosofia che anima il Comune è la stessa. «Le operazioni di svuotamento dell’immobile principale proseguono: qui decideremo se fare pannellature oppure murature per interdire gli accessi e anche in questo caso mettere tutto in sicurezza. Entro la fine dell’estate sarà completata anche quella: si occupa di murare gli accessi la Ckc edilizia, impresa con cui il Comune ha in essere un appalto di manutenzione ordinaria».
Marconi ci tiene a sottolineare l’importante e stretta collaborazione con la stazione dei carabinieri di Montenero e il suo comandante Stefano Del Coco.