Livorno, uova e farina alla maturità: prof scivola (e finisce in ospedale), esami sospesi
È successo davanti all’Iti. Sul posto anche la polizia. La presidente di commissione: «Festeggiate, ma in modo civile»
LIVORNO. Fine della maturità con lancio di uova, farina, fiumi di spumante. Con marciapiedi davanti alle scuole che si trasformano quasi in piste di pattinaggio sul ghiaccio, tanto è facile scivolare. E su questa poltiglia cade rovinosamente a terra, su una spalla, una prof della commissione dell’indirizzo Informatica all’Iti Galilei di Livorno. Ambulanza sul posto, poi la polizia. La commissaria finisce in ospedale e scatta la sospensione degli orali di quella commissione per l’assenza, appunto, della docente infortunata.
«Prima di questa caduta rovinosa, un altro collega uscito con noi poco prima per una pausa caffè dopo la prima parte degli esami orali sostenuti, è scivolato anche lui, si è tutto sporcato: per fortuna abita vicino, non si è fatto male, si è andato a cambiare molto arrabbiato ed è tornato», racconta la presidente della commissione che ieri mattina è stata sospesa, la prof Claudia Viacava. «Adesso aspettiamo di sapere come sta la collega, altrimenti dovremo nominare una sostituta e ancora non sappiamo quando riprenderanno gli esami orali per la mia commissione: è necessario che tutti i commissari siano presenti».
A niente servono circolari di dirigenti e raccomandazioni pre maturità per caldeggiare festeggiamenti che non mettano a rischio la sicurezza pubblica: da un paio d’anni in città (ma non solo a Livorno) il lancio di uova, farina e bagni di spumante sono diventati un rito. Fiori, applausi, abbracci, palloncini? Roba del passato a quanto pare. E tutti gli istituti della città sono “inondati” da questa usanza di fine maturità già molto criticata lo scorso anno, proprio per il pericolo che può causare a chi si ritrova a passare da quei marciapiedi davanti agli istituti.
Tra chi scivola, chi cade e si fa male, chi si sporca. Non solo il personale scolastico, ma questi rischi riguardano anche i semplici passanti. La presidente di commissione e docente di Storia dell’arte al liceo Cecioni Claudia Viacava fa un appello accorato a tutti i giovani. «Vi abbiamo insegnato che la libertà personale finisce dove inizia la libertà degli altri. Questo è il momento di mettere in pratica questi insegnamenti. L'ingresso della scuola è un punto obbligato di passaggio per i docenti che in questi giorni stanno svolgendo il loro lavoro: creare situazioni di pericolo come è accaduto ieri mattina significa non avere rispetto per chi sta lavorando ma neanche per i coetanei che si sono visti sospendere il colloquio per mancanza di un commissario infortunato. Nessuno vi sta dicendo di non festeggiare questo importante traguardo ma di farlo in modo civile».
Parole sante le sue. Condivise anche dal dirigente dell’Iti, Antonio Manfredini: pure lui ieri stava per cadere davanti al liceo Cecioni. Proprio il 10 di giugno aveva inviato una circolare a tutti i suoi studentiad oggetto “invito a evitare festeggiamenti all’esterno dell’istituto al termine degli esami di Stato”. Lo ha fatto ben consapevole di quello che è accaduto negli ultimi anni. Ovviamente il caos non accade nelle pertinenze delle scuole, ma immediatamente fuori.
“Si invita vivamente a non organizzare festeggiamenti nei pressi dell’edificio scolastico, inclusi l’ingresso, i marciapiedi, le strade adiacenti e i cortili limitrofi - si legge ancora - Tali iniziative pur animate da uno spirito di condivisione, possono causare situazioni di disordine, degrado, sporcizia e soprattutto rischi per la sicurezza, non solo degli studenti, ma anche dei cittadini e del personale scolastico ancora presente”. E chiude la nota: “In caso di inosservanza, ogni comportamento che arrechi danno a persone, cose o al decoro urbano sarà considerato responsabilità esclusiva di chi lo compie. In nessun caso l’istituto potrà essere ritenuto responsabile di quanto avviene al di fuori dei propri spazi e delle attività scolastiche”.
Manfredini fa appello al senso di responsabilità di ciascuno. A quanto pare inascoltato. «Dico che festeggiare è legittimo e sacrosanto - chiude - ma va fatto nei luoghi opportuni, dove non si mette a rischio l’incolumità altrui. In questo modo è anche una mancanza di rispetto verso gli stessi compagni a cui è stato sospeso l’esame orale».