Il Tirreno

Livorno

Sanità

Livorno, distretto di Fiorentina: serviranno ancora anni

di Martina Trivigno
Livorno, distretto di Fiorentina: serviranno ancora anni<br type="_moz" />

Il primo step è il trasferimento provvisorio nell’ex Ferrhotel  ma la proprietà è ancora in trattativa per acquisire un terreno

4 MINUTI DI LETTURA





Livorno Un’odissea chiamata distretto sanitario di Fiorentina con una parte di città – quella nord – che da anni aspetta la nuova struttura. Peccato, però, che i lavori non siano neppure mai iniziati. E mentre i bisogni assistenziali crescono nella popolazione livornese, la struttura di via Fiera di Sant’Antonino perde pezzi: nei giorni scorsi l’ingresso del centro sociosanitario di Livorno nord è stato parzialmente interdetto a titolo precauzionale dopo la caduta di alcuni calcinacci. E per arrivare al trasferimento dei servizi nell’edificio designato potrebbe volerci ancora molto tempo e bisognerà aspettare (almeno) il 2026, ma forse anche di più.

A che punto siamo

Difficile fare delle stime viste le premesse e quindi iniziamo dalle certezze. Ad oggi, a eccezione della Casa della salute di via del Mare inaugurata nel gennaio 2023 (anche lì con quattro mesi di ritardo) e quella di via Peppino Impastato che consiste in una trasformazione della struttura esistente, gli altri tre centri aspettano ancora di vedere la luce. Ma l’opera più indietro di tutte è proprio la futura Casa di comunità di via Fiera di Sant’Antonino: l’edificio che oggi ospita il distretto sanitario dovrà essere abbattuto e ricostruito per lasciare il posto alla nuova Casa di comunità e anche a un ospedale di comunità con 20 posti letto. Un’opera del valore di circa 17 milioni di euro, eliminato dalla lista degli interventi legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e inserito in quelli dell’articolo 20 della legge finanziaria 67 del 1988 e ancora, però, in attesa di finanziamento.

Il cronoprogramma

All’inizio l’apertura era prevista nel corso del 2025, ma quest’anno non ci sarà neppure il trasferimento dei servizi socio-sanitari nella struttura provvisoria individuata dall’Asl Toscana nord ovest e approvata dal Consiglio comunale, l’ex hotel di Ferrovie di via Provinciale Pisana, chiuso da anni tra Corea e le Sorgenti, figuriamoci l’avvio del cantiere. Qui, infatti, la società proprietaria, Immobilgest di Casoria (Napoli), dovrà fare quest’anno nell’ex albergo una serie di interventi di adeguamento prima di poter accogliere i servizi socio-sanitari. Tradotto: prima del 2026 non potrà essere abbattuto il vecchio distretto di via Fiera di Sant’Antonino. Poi chissà.

I punti incerti

«La realizzazione della nuova casa di comunità Livorno nord è legata all’assegnazione di finanziamenti ex articolo 20 della legge sull’edilizia sanitaria – spiega la direttrice della Zona distretto livornese, Cinzia Porrà – . L’intervento è stato inserito dalla Regione Toscana tra i progetti da proporre al ministero e siamo in attesa degli accordi Stato-Regioni per avere conferma dell’attribuzione. Sulla struttura ponte all’ex albergo ferrovieri è in corso, da parte della proprietà, un’interlocuzione con Mercitalia per l’acquisto di una piccola parcella di terreno funzionale alla realizzazione dell’ascensore esterno che, si spera, si realizzi a breve». Insomma, si preannunciano tempi biblici: prima, infatti, dovranno essere conclusi i lavori di adeguamento della struttura di via Provinciale Pisana in cui saranno trasferiti i servizi durante i lavori in via Fiera di Sant’Antonino. Poi, soltanto a quel punto, si potrà procedere con l’abbattimento e la nuova edificazione della Casa di comunità con annesso ospedale di comunità.

La carenza di medici

Ma il nuovo distretto sanitario è legato a doppio filo con un tema che Il Tirreno affronta da anni: al carenza (diventata ormai strutturale) di medici di medicina generale. Ma quell’allarme lanciato già a più riprese in occasione del pensionamento di alcuni storici dottori che avevano l’ambulatorio tra la stazione, le Sorgenti e Fiorentina adesso è amplificato dai rappresentanti del Centro commerciale naturale Fiorentina, che hanno raccolto delle firme da presentare a tutte le istituzioni anche per il rilancio dei servizi sociali e sanitari.

«Si conferma una sofferenza di medici di medicina generale nelle zone nord della città – sottolinea Porrà – ma come ha già segnalato il dottor Massimo Angeletti (coordinatore dei medici di famiglia e segretario della Federazione italiana medici di medicina generale di Livorno, ndr) il fenomeno riguarda tutto l’ambito territoriale. Basti pensare che all’ultima pubblicazione di zone carenti, per quella livornese che comprende tre comuni, ne sono state dichiarate 32 tra medici a ciclo di scelta e a ciclo orario».

Il ruolo delle istituzioni

«Certamente è interesse comune delle istituzioni individuare delle soluzioni per favorire una maggiore presenza nelle zone della città in sofferenza – conclude la direttrice della Zona distretto livornese – a cui ovviamente si deve aggiungere la disponibilità degli stessi medici per dare una risposta congiunta ai bisogni assistenziali dei nostri cittadini». l

© RIPRODUZIONE RISERVATA



Primo piano
La novità

Identità elettronica, parte il conto alla rovescia per la Cie: 300mila toscani devono mettersi in regola. La data e cosa fare

di Francesca Ferri
Speciale cucina