Il Tirreno

Livorno

Il lutto

Livorno piange suor Agnese: «Ha cresciuto generazioni di bambini sfortunati»

di Stefano Taglione
Al centro suor Agnese, nome di battesimo Nada Lucchesini
Al centro suor Agnese, nome di battesimo Nada Lucchesini

Nada Lucchesini, questo il suo nome di battesimo, in via del Bosco per 20 anni la religiosa ha accudito orfani e figli di detenuti

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LIVORNO. Per circa 20 anni, in via del Bosco, ha accudito i bambini orfani e i figli dei detenuti. È lutto in tutta la città per la scomparsa di Nada Lucchesini, per tutti suor Agnese, morta venerdì 20 giugno fa a 91 anni. Da qualche tempo si era trasferita a Firenze, ma nella nostra città aveva operato per circa 20 anni con l’istituto religioso della Congregazione figlie povere di San Giuseppe Calasanzio.

Il funerale sarà celebrato lunedì 23 giugno alle 10,30 nel capoluogo toscano, in via Faenza, dove hanno sede proprio le Calasanziane. Poi la sepoltura a Viareggio, città nella quale abitano alcuni parenti della donna. «Avevamo un bellissimo rapporto – così la ricorda il nipote Antonio Barbitta – e spesso la accompagnavo, con le persone che accudiva, in ospedale e dai medici, ciò che si fa insomma in una congregazione. Era una persona molto goliardica, simpatica, tutti le volevano bene a Livorno. Una suora un po’ atipica, che ben si sposava  con la popolazione labronica, dato che aveva sempre la battuta pronta, era infatti molto spiritosa».

«Le bambine che sono state cresciute, oramai mamme – si legge in un messaggio di ricordo arrivato alla mail del Tirreno – restano profondamente colpite da un evento atteso, ma sempre triste: le siamo state accanto anche dopo il suo trasferimento a Firenze. Una suora, per noi mamma, che ha fatto tantissimo per non farci sentire bimbe diverse. Adesso suor Agnese è alla casa del padre, il buon Dio, che sicuramente l’ha accolta a braccia aperte. Avevamo accolto molto volentieri l’incontro con il professor Giorgi e la moglie, la preside, che ogni anno a Natale venivano con i ragazzi dell’Iti (l’Istituto tecnico industriale di via Galilei ndr) a studiare, recitare o creare statue di carta per fare tutti assieme il presepe in chiesa». 

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