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Livorno e il suo "Tempo imperfetto": Flavia Guidi lancia il suo nuovo brano. «La mia canzone, un invito a ritrovarsi»

di Franco Marianelli
Livorno e il suo "Tempo imperfetto": Flavia Guidi lancia il suo nuovo brano. «La mia canzone, un invito a ritrovarsi»

La giovane cantautrice labronica esordisce sulle piattaforme web e si racconta

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LIVORNO Parla, canta e suona usando il tempo futuro Flavia Guidi. E se mai un giorno si scegliesse un nome d’arte questo non potrebbe che essere, appunto, “Futura” dal nome della canzone di Lucio Dalla, cantautore al quale si ispira. Tra due giorni sulle piattaforme web arriva "Tempo imperfetto" il pezzo, scritto cantato e interpretato dalla giovane cantautrice livornese. Che racconta al Tirreno come nasce il pezzo.

«Nasce al pianoforte, arricchito dalla presenza morbida e romantica degli archi. Con tanto di citazione di Pasolini. Non è una classica canzone d'amore, ma un racconto sincero e intimo sulla scoperta di sé. Attraverso le note e le parole cerco di far emergere un messaggio profondo e universale: ci accorgiamo tardi di chi siamo davvero e che l'unica via per la felicità è inseguire ciò che abbiamo sempre sognato, nonostante le pressioni di una società che spesso spinge verso direzioni opposte».

Flavia Guidi ha una laurea in lettere e un conseguente dottorato di ricerca. Poi la scelta della musica. «In realtà il “poi” non c’è mai stato perché ho sempre amato la musica da quando da bambina a 7 anni cominciai a suonare il pianoforte. Non come un’arte da esercitare accanto a un lavoro ma un lavoro stesso». Il suo brano è per chi vuol dare un’identità precisa alla propria vita. «Sì. Viviamo in un'epoca di transizione, in cui tanti della mia generazione si trovano a rimettere in discussione le scelte imposte da scuola, famiglia e aspettative sociali. "Tempo imperfetto" è una voce fuori dal coro, un invito a riprendersi il proprio spazio, a scegliere senza paura. Ho 33 anni e credo profondamente che non sia mai troppo tardi per ricominciare da zero. "Tempo imperfetto" vuole essere anche questo: un esempio concreto di come, anche da adulti, si possa riscrivere la propria storia e dare voce ai propri sogni». C’è stato nella sua vita un momento preciso nel quale hai detto, come Antonello Venditti. “La matematica (leggi le lettere ndr) non sarà mai il mio mestiere” ma lo sarà la musica”? «C’è stato effettivamente. Esattamente quando a 16 anni a Londra ho assistito al musical sulla storia dei Queen. Da quella sera non ebbi più dubbi».l

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