Livorno e la tribù dell’avventura scout si racconta. Si lancia la raccolta fondi per il tetto della sede
Il gruppo laico Cngei promuove la festa per la “tana” di via Spalato: «Qui si impara a crescere con divertimento nel rispetto dell’altro, della natura: siamo in 215»
Livorno È la tana per il branco dei lupetti. La base per gli esploratori, per i rover e per il clan. Una tribù dell’avventura scout di 215 tra soci e tesserati che in via Spalato ha la propria base. Dagli anni ’90. Cngei Livorno (gli scout laici per intendersi) lancia anche quest’anno lo “Scout park”, stasera dalle 20: è una cena di raccolta fondi che si tiene per contribuire a ricostruire il tetto della sede. Una bella finalità per un gruppo che getta le sue radici nel 1946 e si basa sul volontariato. «Riuscire a creare una comunità di giovani che fanno un percorso educativo all’insegna del divertimento e dell’avventura, all’aperto, riscoprendo la creatività, il gioco faccia a faccia, il saper fare, il rispetto della natura è quello che mi spinge a continuare». Così il presidente Luca Mediatore.
L’evento di stasera (per partecipare e prenotare scrivere a scoutparkcngeili@gmail.com) è legato alla ex colonica dove la tribù Cngei ha la sede, di proprietà comunale. Una struttura storica, era di servizio al vicino castello Dal Borro, oggi scuola, che agli inizi del ' 700 risultava già nel Catasto Leopoldino. Un contesto storicamente unito. Da tempo ormai le due situazioni sono divise: la “tana” di Cngei è immersa in un bosco di città dove i gruppi dagli 8 anni in poi fanno attività, il sabato pomeriggio.
«Essendo un contesto antico e dal giardino ampio, le spese da sostenere sono tante e quindi le iniziative di raccolta fondi sono indispensabili: questa volta il ricavato sarà destinato all’impermeabilizzazione del tetto e alla riparazione delle tegole mancanti, altre volte dedichiamo il ricavato ad attività educative».
Dalla raccolta fondi al racconto di una tradizione scout che, a Livorno, ha visto tra i suoi esploratori laici anche Pietro Mascagni. Si racconta con orgoglio sul sito dell’associazione. Tra i personaggi illustri Cngei anche Gabriele D’Annunzio, Guglielmo Marconi, i fratelli Ducati. Il Corpo nazionale giovani esploratori italiani ( Cngei) fu fondato ufficialmente in Italia il 30 giugno 1913 dal medico torinese Carlo Colombo, influenzato dall’esperienza inglese dell’ufficiale Robert Baden Powell. Nel 2004 il Cngei aggiunse una quinta scelta caratterizzanti: l’impegno Civile, declinato in 5 ambiti che sono ambiente, pace, diritti, solidarietà e volontariato.
A Livorno il movimento è arrivato nel 1946. Il sabato il via Spalato si fanno attività diversificate a seconda dell’età e del percorso di formazione, che per i Lupetti, i più piccoli, si ispira alla filosofia del libro della Giungla. In via Spalato il capo branco è Akela (guai a chiamarlo col nome di battesimo); poi ci sono gli aiutanti, ognuno col nome che si sceglie, quindi Bagheera, Baloo, Ka. Il percorso di crescita scout avviene in “passaggi”. I lupetti, appunto, dagli 8 ai 12 anni; gli esploratori, 12-16 anni e i rover, 16-18 anni. Lo scopo dello scautismo è far progredire i ragazzi nel loro cammino per divenire buoni cittadini, responsabilmente impegnati, rispettosi dell’altro, dell’ambiente. A 18, divenuti adulti, se vorranno, potranno assumere il ruolo di educatori con un percorso formativo nazionale Cngei, oppure aiutanti.
La realtà livornese va a ruba. Infinita, infatti, la lista di attesa. Il perché è presto spiegato dal presidente Mediatore, 50 anni, che lavora in guardia di finanza. «Il problema è sempre quello, mancano i volontari: un branco di lupetti di 30, 40 bambini ha bisogno almeno di 5 educatori. Oggi ci sono così tante distrazioni e poi gli impegni lavorativi, per cui trovare giovani che poi restano è difficile. Per crescere abbiamo bisogno di più volontari». Due i gruppi di oggi, Ticonderoga e Fiore Rosso. Che poi, crescendo diventano rispettivamente reparto Asterix, compagnia DonalDuck e reparto Bc e compagnia Black & White. E andando avanti, dal gioco dei Lupetti si passa alle vere e proprie attività avventura degli Esploratori, con campo nel bosco, si costruiscono tende, cucine da campo, imparano a cavarsela da soli col massimo rispetto per la natura. Un percorse di crescita.
«I lupetti non possono avere telefoni – chiude– gli esploratori non possono usarlo durante le attività e i rover che sono più grandi possono usarlo solo se necessario: qui sono vietati video giochi e tutto ciò che allontana dal contatto». Il cervello del gruppo è il cosiddetto “Clan”, è il gruppo degli adulti formato da capi unità ed educatori.l