Autorità portuale, Davide Gariglio: «Voglio essere il sindaco del porto»
Livorno, audizione del candidato alla presidenza dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale all’ottava commissione del Senato
Poco più di un quarto d’ora. Il tempo sufficiente per illustrare all’ottava commissione del Senato (ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni e innovazione tecnologica), il suo percorso, accademico, lavorativo e politico, e per lanciare uno sguardo al domani dell’Adsp del Mar Tirreno Settentrionale. Questo pomeriggio, 3 giugno, a Palazzo Madama, è andata in scena l’audizione dell’avvocato Davide Gariglio nell’ambito della proposta di nomina a Presidente dell’ente di Palazzo Rosciano.
Presentandosi ai membri della commissione, Gariglio ha ricordato il suo percorso di studi, culminato con la laurea in giurisprudenza conseguita all’Università di Torino, alla quale è poi seguito un master presso l’Università di Bologna in diritto marittimo-portuale e logistica. Ha poi proseguito raccontando le sue esperienze professionali, maturate in particolare all’interno della municipalizzata dei trasporti torinese, diventato il terzo gruppo a livello nazionale. In quel contesto ha sottolineato con orgoglio il lavoro prodotto in funzione delle Olimpiadi Invernali del 2006. «Un risultato significativo – ha rimarcato – raggiunto attraverso un lavoro di squadra condotto da amministrazioni di colore diverso, tutte impegnate, con spirito olimpico, a far sì che Torino e il Piemonte rispondessero appieno alle esigenze del Paese».
Poi è passato a ricordare la sua esperienza in campo politico, con i tre mandati al consiglio regionale del Piemonte, di cui è stato anche presidente, e con l’arrivo a Montecitorio, dove nell’attività di parlamentare è stato componente della commissione trasporti della Camera. «In quel contesto – ha sottolineato – ho conosciuto il mondo della portualità che ho guardato con gli occhi di chi ha operato in un’azienda della regione che vede nello scalo marittimo il luogo di partenza dei prodotti finiti e della logistica. In commissione trasporti, complice l’emergenza Covid, abbiamo affrontato le crisi del settore e assunto provvedimenti, tra cui quelli contenuti nel decreto legge numero 34 del 2020 in favore di lavoratori e imprese portuali e di sostegno al mondo dell’armamento. Ci siamo poi occupati di autoproduzione, riaffermato la centralità del lavoro portuale, della piattaforma logistica nazionale e delle autostrade del mare. Personalmente mi sono poi occupato del tema della fiscalità delle Adsp a seguito del contenzioso con la Commissione Europea. In quella legislatura sono stati assunti provvedimenti in collaborazione con il cluster portuale, col quale ho proseguito i rapporti anche dopo la fine dell’esperienza parlamentare. In particolare con le associazioni dei servizi tecnico-nautici, pilotaggio e ormeggio, e con le imprese e le compagnie portuali. E il lavoro svolto è stato portato a termine nell’attuale legislatura, tra cui la riforma del Codice della Navigazione in materia di ormeggio».
L’ultima parte dell’audizione è stata dedicata da Gariglio alla funzione che sarà chiamato a svolgere. «Credo – ha sostenuto – che i porti siano un elemento fondamentale per lo sviluppo economico del Paese. Tant’è che il Pnrr ha individuato proprio gli scali come destinatari di importanti finanziamenti strutturali. Per quanto mi riguarda, ritengo che il Presidente di un’autorità di sistema portuale debba avere il ruolo di comunity manager. Un tempo nel porto operavano prevalentemente imprese legate alla città. Loro stesse erano le rappresentanti del territorio. Oggi i fenomeni di internazionalizzazione fanno sì che negli scali marittimi operino soggetti molto lontani dalle realtà locali. Di qui, l’importanza del comunity manager, che deve svolgere il ruolo di collante, di collegamento. Francesco Nerli (ex Presidente di Assoporti e apprezzato presidente delle autorità portuali di Civitavecchia e Napoli) diceva che il presidente di un porto è un po’ il sindaco del porto. Era un’affermazione giusta. Necessario un lavoro di squadra sia all’interno dell’Adsp, ma anche assieme agli enti territoriali, al Comune, alla Regione, al cluster, per finire col ministero. A Livorno si trovano in eredità opere già avviate da completare. Il piano di sviluppo ha una mission che condivido, perché funzionale al rafforzamento dei collegamenti nazionali e internazionali in funzione della crescita dell’intero territorio. In questo contesto si inserisce la Darsena Europa, un’opera gigantesca in corso di realizzazione, Ma vanno consolidati e accresciuti i numeri, già importanti, a volte impressionanti, che riguardano il settore ro-ro, con una leadership che va mantenuta, il traffico passeggeri e alcuni segmenti delle merci. A Piombino si sta lavorando a tutti i livelli per ripartenza del polo siderurgico, con grande impegno del Governo e della Regione. In questo contesto è necessario che l’Adsp lavori perché il porto sia in grado di accogliere le navi che trasporteranno le materie prime e di spedire sollecitamente i manufatti realizzati. Ci sono poi porti importanti nell’ambito turistico e dello yachting, un settore di eccellenza da valorizzare ulteriormente. Davanti ci sono tantissime sfide che possono essere vinte».