Il ritratto
Modena City Ramblers in concerto: «Livorno, la nostra casa accogliente»
Il gruppo della Resistenza si racconta: «La musica racconta rivoluzioni; i ragazzi di oggi non sono disillusi»
LIVORNO «Livorno è la nostra casa accogliente». Così Davide “Dudu” Morandi, voce, chitarra acustica ed elettrica degli intramontabili Modena City Ramblers che stasera, venerdì 30 maggio, dalle 22 accendono la quinta edizione di Straborgo, in piazza Mazzini. Il gruppo modenese, molto legato alla città di Livorno, porterà il tour Appunti Resistenti: protagoniste della serata saranno le canzoni dedicate al tema della Resistenza e ai valori dell'antifascismo.
Prima volta a Straborgo?
«È la prima volta che saliamo sul palco di Straborgo. A Livorno, invece, siamo venuti tante volte. Stasera portiamo il tour Appunti Resistenti che, partito a inizio marzo da Milano, proseguirà fino a fine settembre - inizio ottobre, per poi andare avanti lungo tutto l'anno. Sul palco porteremo quattro nuovi pezzi sempre ispirati alle tematiche che ci toccano da vicino».
Qual è il rapporto che avete con Livorno e con il pubblico labronico?
«È un rapporto meraviglioso. Da anni abbiamo un appuntamento fisso, il 24 aprile, al Cage. Una meravigliosa bolgia di festa. Livorno è una città che risponde in maniera spettacolare, il pubblico livornese è caldissimo, è una grande tifoseria che canta a squarciagola le nostre canzoni. A Livorno abbiamo tanti amici».
Luogo e piatto tipico labronico preferito?
«Il piatto è il pesce in tutte le forme e salse, anche se a me non piace molto. Il luogo in cui ci piace tornare è il ristorante Melafumo: è un posto meraviglioso, dove siamo stati più volte a mangiare, è un locale resistente come piace a noi»
Quali sono gli “Appunti Resistenti” di questa sera?
«Sono le nostre canzoni che raccontano la Resistenza, un tema che abbiamo sempre avuto molto caro: crediamo che ci sia ancora un gran bisogno di raccontare i valori e gli ideali della Resistenza, valori e ideali che, spesso, diamo per scontati, ma che scontati non sono. Sono concetti che vanno ribaditi ciclicamente: restano poche le persone che hanno fatto la Resistenza, i testimoni diretti di quel periodo. Più sono le persone che portano avanti queste memorie e questi valori e meglio è».
Come si collocano, ora, i valori della Resistenza nello scenario politico internazionale?
«Si collocano benissimo. Guerre ce ne sono sempre state, ma adesso sono diventate una sorta di spettacolo, sono diventate sempre più mainstream e ci vengono raccontate anche al di là di quella che è la nuda cronaca. Ci sono guerre, nel mondo, che vanno avanti da decenni di cui non si parla mai. È la modalità con cui si affrontano le guerre oggi, come si raccontano, che sta prendendo una deriva pericolosa: una spettacolarizzazione degli eventi. Ciò che sta accadendo nella striscia di Gaza per noi, per la posizione che abbiamo, è agghiacciante, è la cosa più simile a quello che si è vissuto durante la seconda Guerra Mondiale. L'indignazione non è forte come quella che ci si aspetta».
La musica, per i più giovani, resta sempre un potente mezzo per veicolare valori?
«Se così non fosse, non faremmo musica. Non solo la musica, tutta l'arte in generale lo può fare, e lo ha sempre fatto: la letteratura, le arti visive, il cinema. L'arte può veicolare messaggi che sono diretti e immediati. La musica non può fare la rivoluzione, ma la può raccontare ed è raccontando storie che si raggiungono più persone. I ragazzi di oggi non sono disillusi, e se lo fossero è perché non trovano cose in cui credere, qualcuno che racconti loro, con il loro linguaggio, le cose nel modo giusto. Come musicisti abbiamo il dovere di non storcere il naso verso la musica di oggi: è sbagliatissimo dire che i giovani ascoltano musica brutta, è lo stesso errore che facevano i nostri genitori quando giudicavano la musica che ascoltavamo noi, ad esempio i Clash o Battiato. Non dobbiamo perdere il contatto con i giovani, che sono il futuro, che vanno educati, dobbiamo dar loro fiducia».
Progetti per il futuro?
«Abbiamo fatto uscire un Ep a cui è seguita l'uscita un libro “Nati per la libertà. Racconti resistenti”, alla seconda ristampa: lo abbiamo presentato al Salone del libro di Torino. Siamo focalizzati su questo tour, su questi progetti».l