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Hotel Corallo a Livorno, blitz anti-intrusioni: sgomberati in due dai vigili urbani

Hotel Corallo a Livorno, blitz anti-intrusioni: sgomberati in due dai vigili urbani

Sopralluogo di Comune e questura dopo le segnalazioni fatte dai residenti

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LIVORNO. Giacigli con materassi e coperte. Cuscini, lenzuola e rifiuti di ogni tipo sparsi qua e là, raccolti tra pareti imbrattate e tra mobili distrutti dall’azione del tempo. E poi due persone (due senza fissa dimora di origini straniere) che avevano trovato rifugio nell’edificio. Ecco che cosa è stato trovato durante il sopralluogo organizzato dal Comune, in collaborazione con la questura, all’interno dell’(ormai ex) hotel Corallo). Il “blitz” è stato pianificato dopo le ripetute segnalazioni da parte dei residenti, che hanno più volte lamentato la presenza di bivacchi in zona e hanno visto persone scavalcare i cancelli per entrare nel perimetro dell’edificio. «L’amministrazione – spiega il sindaco Luca Salvetti – si è mossa per rispondere alle segnalazioni di residenti preoccupati di chi frequentava la struttura. L’ha fatto anche su una proprietà privata».

L’asta

Sui cancelli dell’hotel Corallo, d’altra parte, è stato affisso l’avviso dell’Istituto vendite giudiziarie. Significa che la struttura è sotto procedura esecutiva e che è stato (o sarà) affidato a un curatore designato dal tribunale. A quanto risulta il prossimo step dovrebbe essere la realizzazione di una perizia per stimarne il valore sul mercato. Poi la grande e storica struttura in stile Liberty finirà all’asta.

La storia

Fu progettata all’inizio del Novecento per conto della Società Acque della Salute dall’ingegner Angiolo Badaloni, lo stesso a cui si devono le attigue Terme del Corallo. E quei 9.600 metri quadri tra via Foscolo e piazza Dante, disposti su cinque piani e con 6.800 metri quadri di parco, un tempo erano frequentati da nobili danarosi e anche dal nostro Pietro Mascagni, che là dentro aveva una sua personale suite. Dopo la seconda Guerra Mondiale l’ex hotel è stato sede del comando alleato e nel 1970 fu ristrutturato e adibito a uffici: fino al 2013 c’erano ancora quelli delle commissioni tributarie regionale e provinciale, oltre ad uno studio di commercialisti. Nel anni’ 80 il Comune aveva opzionato la struttura per destinarci il tribunale e la procura: soluzione che fu bocciata dal mondo forense perché l’edificio fu ritenuto troppo periferico rispetto al centro della città. Dunque finì tutto in vendita. Nel 2013 l’ex albergo valeva 16 milioni di euro e sei anni dopo anche la società con base a Firenze Lionard luxury real estate lo aveva in vetrina tra i suoi “beni di super lusso”. Il prodotto, che a quanto risulta è di proprietà di una società di Roma, è poi stato preso in mano da un’agenzia che l’ha messo in vendita a 13 milioni di euro per poi scendere, nel 2023, a 7.

Il degrado

Anche perché l’edificio cade sempre più a pezzi. I cancelli che affacciano sul giardino interno sono tutti chiusi con catena e lucchetti, lo stesso vale per le porte dell’edificio principale, ma evidentemente qualcuno è riuscito comunque a intrufolarsi all’interno dato che durante il sopralluogo di ieri sono state trovate due persone dentro.

Il sopralluogo

Nell’hotel Corallo sono entrati il sindaco, l’assessore Andrea Raspanti, il security manager del Comune Giampaolo Dotto, la polizia municipale e il personale della questura. «È stata l’occasione – spiega il sindaco di Livorno Luca Salvetti – per capire bene chi fosse all’interno e i rischi esistenti. Contemporaneamente abbiamo chiesto alla proprietà di spingere sul percorso che potrebbe portare alla rifunzionalizzazione del luogo».

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