Livorno, ladri svaligiano la casa di un commerciante: colpo da 10.000 euro
Rubati Swarovski da collezione e monete antiche nell'appartamento di via Giotto, alla Leccia: «Hanno agito di notte, sentiti rumori alle 4». L'appello del negoziante attraverso Il Tirreno
LIVORNO. Approfittando della sua assenza gli hanno svuotato la casa in poche ore, facendo razzia di monete antiche e Swarovski da collezione. «Mi hanno massacrato l’appartamento», le sue parole. È un colpo da almeno diecimila euro quello messo a segno nella notte fra domenica 25 e lunedì 26 maggio in un’abitazione di via Giotto, alla Leccia. Vittima un commerciante livornese di 52 anni, che al Tirreno racconta la sua disavventura a patto di rimanere anonimo. «I vicini – commenta – attorno alle 4 hanno sentito dei rumori sospetti, mi hanno anche mandato un messaggio al cellulare ma stavo dormendo, perché ero altrove e ad agire erano i ladri. So che la signora del piano di sotto ha provato a dare dei segnali colpendo con la scopa sul soffitto, il pavimento per me, e forse a quel punto i malviventi se ne sono accorti e sono scappati. In ogni caso lei chiedeva di fare meno frastuono, non pensava certo che ci fosse un furto in atto».
Il bottino
Il negoziante si è accorto dell’ammanco attorno alle 8,30 di lunedì 26 maggio, quando prima di andare al lavoro è passato da casa. «Hanno portato via delle monete antiche, d’argento, custodite in alcune valigette – sottolinea – lasciando per altro i contenitori in casa. Poi degli Swarovski Crystal Society (Scs), ovvero cristalli da collezione prodotti per gli appassionati, con diametri fino a 20 centimetri, raffiguranti ad esempio leoni o gorilla. Erano custodite in vetrine a vista, a parete. Hanno comunque “dimenticato” le custodie, per cui io credo che senza queste valgano enormemente meno. Il prezzo, infatti, è legato anche alla confezione originale di cui loro certamente non sono in possesso». Il proprietario dell’appartamento, però, non ha ancora terminato l’inventario: «A mia moglie mancano alcuni braccialetti “Pandora” e forse altro, come delle collanine – prosegue – quindi dovremo fare ulteriori approfondimenti prima di comprendere esattamente ciò che è stato portato via. La casa è tutta a soqquadro e ci sono diverse scatolette vuote abbandonate nelle stanze, dobbiamo capire un po’ meglio il reale ammanco».
«Intimità violata»
In ogni caso, l’aspetto peggiore, per il commerciante è «l’intimità violata». «Quando ti entrano in casa in questo modo ti senti impotente – continua il negoziante – e ti rendi conto che davvero in certi casi non puoi fare niente. Gli oggetti di valore si ricomprano, il dolore però resta. Credo che i ladri abbiano fatto accesso dalla porta, forse con una chiave universale o qualcosa del genere, fatto sta che non ci sono segni di scasso e l’hanno pure richiusa. La cassaforte, invece, ha resistito ai colpi, senz’altro pesantissimi, ma non si apre più. Ora (ieri pomeriggio per chi legge ndr) sto aspettando l’arrivo del fabbro per capire se siano riusciti ad accedervi, ma penso proprio di no perché altrimenti immagino che l’avrei trovata spalancata». Dall’interno del “forziere”, quindi, non sarebbe sparito nulla. Ciò che è stato rubato era nascosto fra armadi, cassetti e contenitori vari. I ladri, per trovare i gioielli, hanno insomma avuto diverso tempo a disposizione. Scappando quando i vicini hanno sentito, in piena notte, i fortissimi rumori, forse quelli derivanti dal tentativo di scasso della cassaforte a muro, che i malviventi non hanno però avuto il tempo di aprire. Il rischio, se avessero proseguito nelle operazioni, sarebbe stato quello di trovarsi le forze dell’ordine all’uscio, pronti ad arrestarli. Anche se i vicini, in realtà, non le hanno mai contattate perché il rumore si è placato all’istante, dopo i colpi di avvertimento della scopa sul soffitto. Pensavano, infatti, che fosse stato il commerciante ad aver provocato il disturbo della quiete notturna.
Le indagini
Ieri mattina, dopo la telefonata al 112, alla Leccia sono intervenuti gli agenti della Squadra volante dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della polizia di Stato, guidato dal commissario capo Gabriele Nasca. Immediata, visto il disordine più totale, la chiamata ai colleghi della scientifica di viale Boccaccio, sopraggiunti per le analisi specialistiche alla ricerca di elementi utili alle indagini. Inchiesta che proseguirà, dopo la denuncia del commerciante nella caserma “Vittorio Labate”, con la Squadra mobile, guidata dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli: l’obiettivo, magari attraverso le immagini delle telecamere della zona, è dare un volto e un nome ai malviventi. Nell’abitazione, purtroppo, non sono mai state installate microcamere, né impianti antifurto o di videosorveglianza, motivo per il quale bisognerà nel caso attingere da video esterni all’area condominiale.
L’appello
Il cinquantaduenne, attraverso Il Tirreno, si appella ai vicini di casa e a chiunque, fra le 3,40 e le 4, passasse da via Giotto nella notte fra domenica scorsa e ieri. «Se qualcuno avesse visto qualcosa di sospetto – conclude – spero che possa rivolgersi al Tirreno o alle forze dell’ordine, in questo caso la polizia che è intervenuta a casa mia.
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