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Il provvedimento

Dietrofront sulle targhe prova: «Un’autorizzazione a lavoratore»

di Martina Trivigno
Dietrofront sulle targhe prova: «Un’autorizzazione a lavoratore»

La decisione del governo dopo il rischio paralisi della movimentazione auto

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LIVORNO. Dietrofront sulle targhe prova, il provvedimento che rischiava di paralizzare il porto di Livorno, mettendo a rischio il futuro di 300 lavoratori. «Dalle anticipazioni che possiamo fornire al Tirreno circa il prossimo Consiglio dei ministri – spiega il senatore della Lega, Manfredi Potenti – si annuncia questa fondamentale e attesa novità per il settore della portualità che verrà inserita in un testo di legge dedicato alla materia. Grazie a un intenso e incessante lavoro durato oltre un anno e svolto personalmente e in continuo contatto con il ministero delle Infrastrutture e Trasporti e la rappresentanza associativa delle compagnie imprese portuali, si darà anzitutto definitiva soluzione al problema normativo della limitazione alla circolazione per il ridotto rilascio delle cosiddette “targhe prova”».

In questa direzione un primo risultato era già stato ottenuto quando il ministero dei Trasporti aveva disposto la validità delle vecchie norme fino al 30 giugno di quest’anno anche se era attesa una modifica alle restrizioni introdotte dal Dpr 229/2023. Che, di fatto, riforma gli articoli 1, 2 e 3 del precedente Dpr 474/2001: pubblicate in Gazzetta Ufficiale il 14 febbraio di quest’anno, sarebbero dovute entrare in vigore dal 29 febbraio ma in molti – istituzioni e operatori portuali insieme – si sono attivati per scongiurare il peggio. Sì, perché al momento del rinnovo della targa prova non sarebbe più valsa la vecchia regola – una targa prova nominativa per ogni dipendente – ma quella nuova: una ogni cinque, generando decine e decine di esuberi tra chi si occupa di movimentazione delle auto.

Ma c’è anche un altro tema che la Lega sta mettendo al centro del suo impegno politico. «Stiamo proponendo, attraverso una formulazione da me condivisa con le rappresentanze associative, una proposta di modifica al testo Legge 84/1994 – evidenzia il senatore leghista – per introdurre uno strumento operativo che consenta alle Autorità di sistema portuale di utilizzare parte dei proventi derivanti dalle entrate proprie della singola Autorità, in particolare dalle tasse a carico delle merci imbarcate e sbarcate, per incentivare l’esodo volontario dei lavoratori, non più in grado di svolgere pienamente le attività operative in porto»l


 

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