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Livorno, aule in meno e fame di spazi ai licei e all’Iti: ecco cosa succede a settembre

di Francesca Suggi
Livorno, aule in meno e fame di spazi ai licei e all’Iti: ecco cosa succede a settembre

La Provincia non conferma le aule in affitto, via i moduli al Cecioni e Porta a Mare. In bilico i locali di via Filzi. Manfredini e Bucci: «Queste le nostre difficoltà»

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LiVORNO Se da una parte il liceo scientifico Enriques con i suoi 1230 alunni non rimpiangerà la mancanza delle tre aule di Porta a Mare, dall’altra per gli istituti Cecioni e Iti, invece, non sarà così semplice fare a meno rispettivamente delle 5 aule a modulo prefabbricate in giardino e della succursale di via Filzi.

In vista del nuovo anno scolastico il risiko degli spazi disponibili, in rapporto con le iscrizioni, è l’argomento caldo del mondo scolastico livornese.

A organici definiti ecco che adesso è il tempo degli incontri tra Provincia, Usp e dirigenti. Per definire la geografia degli istituti per il nuovo anno scolastico. Un dato è certo: da Palazzo Granducale la direzione da seguire è quella di interrompere “le aule in affitto” da anni. Si sceglie di risparmiare risorse pubbliche. E quindi, nel caso delle 3 aule di Porta a Mare in forza al liceo Enriques (che oltre alla sede di via della Bassata si divide anche nel plesso di via Goldoni) si tratta di un risparmio annuo di 33mila euro e spiccioli, tanto vale il contratto di locazione con la proprietà Igd che scade al 30 giugno prossimo. Si tratta di dati e numeri riportati all’albo pretorio della Provincia di Livorno, ente che ha il compito di provvedere agli istituti superiori per gestione di spazi e manutenzioni.

«Da parte nostra - spiega il dirigente Ersilio Castorina - non avremo problemi di spazi, anche alla luce degli studenti che usciranno con la maturità a fronte di 231 nuove iscrizioni. Non avremo necessità di quelle 3 aule e riusciremo a gestire bene gli spazi combinando quelli in sede e quelli in via Goldoni che ha 14 aule».

E se a settembre al liceo di via della Bassata non ci saranno contraccolpi sulla questione spazi, per i colleghi del liceo Cecioni e del vicino Itis Galilei non è lo stesso. E per certi versi le questioni dei due istituti si intrecciano.

Partendo dalla scuola guidata dal dirigente Rino Bucci, con gli oltre 2000 studenti, è certo che a settembre le aule a modulo piazzate in una parte del giardino scolastico non ci saranno più. Si interrompe il contratto di locazione tra Provincia e la ditta incaricata per quelle 5 aule prefabbricate in grado di ospitare intorno ai 140 studenti. Per questa operazione Palazzo Granducale ha speso qualcosa come 140mila euro, escluse le spese extra, cioè quelle relative alla progettazione e alla sistemazione degli impianti. Anche in questo caso un bel risparmio da parte dell’ente.

A questo punto il discorso verte su numeri e spazi a disposizione: al liceo ci sono 19 quinte in uscita e 17 prime classi in entrata. Ad oggi l’istituto divide i suoi studenti tra la sede di via Galilei, alcune aule nel vicino geometri Buontalenti, l’edificio 1 all’interno del complesso dell’Iti - 8 aule - e fino alla fine dell’anno scolastico le aule a modulo in cortile. «Condicio sine qua non - commenta il preside Rino Bucci - è di riuscire almeno a trovare 3 aule delle 5 che perdiamo coi moduli». E si guarda al vicino Buontalenti, col suo edificio di tre piani, come possibile ossigeno.

E da questo puzzle scolastico deriva l’intreccio col vicino istituto tecnico commerciale: l’ipotesi è che anche il contratto di locazione con la società immobiliare generale industriale, Igi srl per le 5 aule di via Filzi, a Shangai, sia interrotto. E quindi quei 650 metri quadri non saranno più a disposizione per gli studenti dell’Iti: la Provincia per questi locali spende 5.500 euro al mese.

Anche in questo caso un bel risparmio di soldi pubblici per un ente che, come non manca mai di sottolineare la presidente Sandra Scarpellini : «lavora con una carenza cronica di risorse e di personale cosa non facilita una programmazione ottimale degli interventi nelle scuole». A questo punto è il dirigente dell’Iti, Antonio Manfredini, a dire la sua, nell’interesse dei 2100 studenti che frequentano l’istituto.

«Senza quella succursale per noi non sarebbe semplice: abbiamo 2100 studenti, escono 15 quinte ed entrano 15 classi prime». Ad oggi l’Iti “gira” sulla sua sede e le due succursali: sono la palazzina cemento al professionale Orlando e i locali di via Filzi, appunto. E da anni il suo edificio 1 che conta 8 aule è in uso ai vicini studenti del liceo Cecioni.

«Ho chiesto se sia possibile un incontro a tre, tra me il dirigente del liceo Cecioni e la Provincia per trovare insieme una strada - va avanti - Se dovessero togliere all’Iti le aule di Shangai, la soluzione potrebbe essere quella di riappropriarci delle 8 aule dell’edificio 1 utilizzate dal Cecioni. Non vedrei altre soluzioni».l

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