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Livorno, la vergogna di Casa Firenze dove il degrado regna da anni

di Francesca Suggi
Livorno, la vergogna di Casa Firenze dove il degrado regna da anni

La grande struttura pubblica su due piani di Antignano è terra di nessuno. Bivacchi e stanze piene di rifiuti che restano accessibili: nessun intervento. Sul posto anche i carabinieri

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LIVORNO “La baita da Alex”. Rispetto a 12 mesi fa, all’ultimo sopralluogo del Tirreno, appare questa scritta “nuova”. È all’ingresso di alcuni locali fatiscenti di Casa Firenze, di fronte alla “stecca”, l’edificio su 2 piani vista mare di Antignano (in linea d’aria sopra la Variante) che guarda il Romito. Stanzoni e metri quadri zeppi di rifiuti di ogni tipo, detriti, macerie, odori nauseabondi.

Passa il tempo ma la ferita è sempre aperta, su per quella strada che si prende passando dal sottopasso della Variante Aurelia, appunto. Fino a via del Littorale 225.

La vecchia storia del degrado infinito di quel complesso di proprietà pubblica abbandonato e sprecato, è sempre attualissima e fa male per quei cittadini livornesi che abitano in fondo a quella strada.

Residenti preoccupati. Una rabbia che si mischia a rassegnazione. Uno scoramento che arriva dopo anni di appelli, di richieste di intervento e di aiuto per una situazione non solo di degrado ma anche di sicurezza che non c’è. L’illuminazione al lumicino. La sporcizia. Lo stradello - gli ultimi cento metri o poco più che portano alle case - sconnesso, sterrato e pieno di buche.

Perché si ritrovano spesso in balia dei balordi che periodicamente lì si fermano e bivaccano (con locali aperti e dimenticati che sono trasformate in latrine). Perché là dentro a pian terreno (l’accesso per salire al primo piano è per fortuna interdetto) capita che si accendono fuochi. I locali, infatti, sono accessibili a chiunque in quell’ex colonica degli anni ’30 poi adibita a colonia marina per bambini, che ha subìto modifiche nel corso degli anni ed è formato da un patrimonio catastale di immobili di 1200 metri quadri e terreni per 4500 metri quadri.

All’interno c’è di tutto: montagne di ingombranti, lavatrici, ruote, sedie, divani, arredi, cumuli di stracci, mobili, reti di letti, giacigli di fortuna, montagne di sfalci. Insieme a resti di cibo, materassi, sedie. Il verde intorno all’edificio principale ha preso il sopravvento: “conficcata” nella vegetazione c’è anche una vecchia Panda blu con i vetri sfondati e piena di rifiuti, senza targa.

Uno spreco è dir poco. Ma più avanti si va e più quella struttura diventerà irrecuperabile, viste le condizioni.

Le misure dell’indecenza sono ben chiarite all’interno del piano delle alienazioni del Comune, interno al Dup - documento unico di programmazione 2024-2026: su Casa Firenze si legge anche la stima, di 1 milione e 200mila euro.

L’immobile si trova all’interno del Piao 2025-2027 - piano integrato di attività e organizzazione - documento unico di programmazione e governance del Comune approvato dalla giunta nel gennaio scorso: fa parte dei beni immobili comunali, assegnato ai settori gare, contratti e patrimonio.

Intorno a Casa Firenze tre anni fa si accese il dibattito anche nelle forze di minoranza. Buongiorno Livorno ricordò allora che «nel 2003 la giunta approvò un progetto preliminare da 320 milioni di vecchie lire per la sua ristrutturazione e risanamento per nuovi alloggi e progetti successivi furono predisposti dagli uffici tecnici». In 13 anni (fino al 2012 ci abitavano famiglie in emergenza) quello scheletro è stato spogliato di tutto: infissi (porte e finestre), sanitari, pluviali in rame. E all’ombra di questa indecenza - in un’area limitrofa - trova collocazione pure “Una colonia felina censita e protetta dal Comune di Livorno” si legge nel cartello che segnala l’area dedicata. È la 3920/1. È vicina a un’altra struttura, sempre del maxi complesso, sistemata alla meglio da chi da tempo ci sta vivendo abusivamente.

Sempre parlando di chi là dentro trova rifugio, salta agli occhi la tenda-giaciglio con materasso e coperta circondata da resti di cibo, sughi, acqua, bottiglie e un fornellino a gas. Dentro a uno stanzone col soffitto mezzo crollato.

LA RICHIESTA DI AIUTO DEI RESIDENTI

Una desolazione totale, l’importante è non mollare: ci basterebbe almeno che il Comune chiudesse in modo sicuro quel complesso per evitare che la gente entri e si accampi. Per noi è diventato non solo un problema igienico sanitario evidente, ma di sicurezza». Come un mantra i residenti ripetono i problemi di una quotidiana convivenza con una situazione di degrado totale. Che si porta avanti da anni. E che cresce, ovviamente.
«Non ci stanchiamo di dire che servirebbe un impianto di illuminazione adeguato e considerata la situazione sarebbe prioritario - vanno avanti - e così pure se potessero asfaltare questo ultimo pezzo di strada, che quando piove è il caos tra acqua dappertutto e fogne che non ricevono».
Sono famiglie anche con bambini e ragazzi che dovrebbero potersi sentire sicuri di entrare e uscire di casa. Ma così non è. Sicurezza, incolumità, condizione igienico sanitaria da tutelare: girano intorno a questi grandi temi le richieste di aiuto di chi abita vicino a Casa Firenze.
Lo scorso giugno arrivò un furgoncino a mettere dello stabilizzato per terra. Ma oggi le condizioni della strada sono di nuovo pessime.
E proprio passando dal sottopasso della Variante Aurelia che porta su, in via del Littorale 225, nelle settimane scorse sono capitati i carabinieri di Montenero. Che possono così toccare con mano la situazione di indecenza di Casa Firenze. Nell’ambito del regolare controllo del territorio capitano davanti a quel complesso edilizio.
Un’indecenza igienico sanitaria vista mare. Sicuramente le forze dell’ordine prendono nota della situazione. Da parte dei residenti resta una grande amarezza.
Tra rabbia, scoramento, ma anche voglia di sperare negli interventi promessi dall’amministrazione anche a mezzo stampa. Si torna a reclamare sicurezza su quella parte di città di proprietà comunale che cade a pezzi. Zeppa di immondizia. Meta di bivacchi e abusivi. Con contatori dei "vecchi abitanti" di Casa Firenze ancora "illuminati".
Cittadini livornesi che pagano le tasse. Ai quali riconoscere tanta pazienza per una situazione che avanti da anni. E, come si dice, sporcizia chiama sporcizia: col passare del tempo l’indecenza peggiora, le cattive frequentazioni aumentano (soprattutto andando verso la bella stagione), così anche le varie umanità che là trovano rifugio meritano una sistemazione diversa. Dignitosa.
Si sa che le casse comunali non navigano nell’oro. Che gli interventi da fare in città sono tanti. Che i cantieri in corso sono numerosi. Che intervenire su Casa Firenze significa interessare vari settori comunali e non è facile. Ma è altrettanto vero che un segnale a questi cittadini va dato. Magari a cominciare dallo svuotare le tante stanze zeppe di indecenza e chiuderle. Murare. Rendere la struttura, sempre più irrecuperabile, almeno off limits ai vandali che salgono lassù a scaricare di tutto.

IL SINDACO: SARA' MESSO IN SICUREZZA

«È indubbiamente una ferita che la città si porta dietro da tantissimo tempo: a gli uffici e alle strutture dei Lavori pubblici impegnati in decine di cantieri in città ho chiesto che venga garantita una messa in sicurezza il prima possibile». Così il sindaco Luca Salvetti. Conosce la situazione. Sa bene che il degrado che si è venuto a creare è tanto. E non manca di sottolineare quali sono stati, nel tempo, gli “ostacoli” a una rinascita o riconversione del complesso, magari da parte di privati. «È più difficile da rimarginare questa ferita: è in un luogo poco allettante per qualsiasi tipo di progetto, vista la sua posizione che resta sopra la Variante. Lo dimostra il fatto che nel tempo non sono arrivate richieste, nessuno ha presentato progettualità in questo senso». Non c’è appeal dice il sindaco. E allora potrebbe essere il Comune a investirci? A ridare una vita e un’anima a quella ex colonia estiva per i “figli del popolo”, poi in anni recenti utilizzata per l’emergenza abitativa? «Se deve essere il Comune a investirci, questo è un investimento che arriva dopo i tanti altri che stiamo facendo in città». Il complesso comprende una parte originaria della fine dell'Ottocento-primi del Novecento, sotto tutela delle Belle Arti, ed una parte risalente agli anni Cinquanta era una colonia estiva. Ne parla anche l’architetto Riccardo Ciorli nel suo libro “Livorno storia di ville e palazzi”, edizione Pacini, scritto da lui nel 1994. Storicamente Casa Firenze faceva parte della proprietà della villa seicentesca Gamba (che resta sopra all’edificio). Nel 1919 Niccolai-Gamba vendette quella parte poi chiamata Casa Firenze alla Società anonima cooperativa delle case di riposo e di cura di Firenze, diventata nel 1922 “Ente per i figli del popolo”. Il complesso diventa colonia marina con il nome di Casa Firenze scritto anche sulla facciata. Gli anni passano: col tempo Casa Firenze fu alzata di un piano. Successivamente passa al Comune di Livorno che la utilizza fino al 2012 a fini abitativi, per dare un tetto alle famiglie in emergenza. Poi lo sgombero e l’abbandono.

ACCHIAPPARIFIUTI: DISPONIBILI AD AIUTARE A PULIRE

«Noi ancora una volta confermiamo la nostra disponibilità, se coinvolti, a ripulire il complesso comunale dai rifiuti dentro e fuori», ribadisce il concetto Sergio Giovannini, presidente dell’associazione di volontari Acchiapparifiuti che da anni porta avanti la sua missione di civiltà per contribuire a rendere la città più pulita, là dove gli incivili scaricano abusivamente. E i volontari lo fanno non solo a Livorno, ma spesso anche a Pisa, collaborando con scuole e istituzioni.
«Come associazione, vedere un tale degrado, si rimane sbalorditi di questo stato di abbandono e di indecenza che va avanti da anni. Troppi anni», continua lui che più volte è stato a Casa Firenze per toccare con mano quello che Il Tirreno ha raccontato negli ultimi anni.
Giovannini anche di recente è tornato su per quella strada che porta direttamente al complesso fantasma. Toccandone con mano un degrado che col passare degli anni si stratifica e aumenta. Così come anche le stesse strutture si presentano sempre più malridotte.
«Sempre peggio anche da un punto di vista igienico sanitario», ribadisce dicendo di essere rimasto colpito dall’odore tremendo di stanze trasformate in latrina da chi bivacca in quei luoghi.
E un’altra sfumatura dolente di questa vicenda che si trascina da anni, come sottolinea, è la totale indifferenza dimostrata dalle istituzioni che avrebbero la competenza di intervenire.
«Il sindaco non ha più scuse: è al suo secondo mandato, serve adesso un progetto di riqualificazione dell’area».
La speranza continua ad essere quella che qualcosa, comunque, si muova. Che gli appelli dei residenti non siano nuovamente inascoltati. «Spero vivamente che si possano smuovere le coscienze dell’amministrazione per interpretare al meglio un possibile riequilibrio di tutta l’area».
Giovannini parla di riequilibrio dell’area proprio perché recuperare un complesso edilizio così in malora, a prescindere dalle stanze zeppe di spazzatura e dalla sporcizia, non sarà facile. «Ma intanto - va avanti - anche solo ripulire e murare gli accessi sarebbe un primo passo per evitare bivacchi e situazioni spiacevoli possibili per chi abita qui». E non manca di chiudere la sua riflessione, ancora una volta mettendo a disposizione l’associazione, per una prima pulizia:
«Noi ribadiamo la nostra disponibilità totale a dare una mano, se richiesto, in questa operazione: ripulire e poi murare». Un’operazione che sarebbe necessaria per ripristinare anche le condizioni di sicurezza del complesso e della quotidianità stessa di chi abita in quella parte di via del Littorale. l





 

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