Livorno, massacra di botte il collega e lo lascia in fin di vita per strada: chi è il 52enne arrestato
L’accusato avrebbe colpito ripetutamente la vittima (45 anni) alla testa con un oggetto d’acciaio. È successo in via Filzi dentro un parcheggio
LIVORNO. Avrebbe affrontato il collega a parole fino ad afferrare un oggetto d’acciaio e colpirlo alla testa. Una, due, tre volte. Poi l’avrebbe lasciato a terra, agonizzante. E, dopo averlo preso a calci, sarebbe tornato al suo tir.
È secondo questa ricostruzione dei fatti che i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Livorno qualche notte fa hanno arrestato in flagranza di reato Taalibek Musakeev, camionista 52enne originario del Kirgikistan, che adesso – ad arresto convalidato da parte del giudice che ha disposto la custodia cautelare in carcere – si trova alle Sughere con l’accusa di tentato omicidio. Ma andiamo con ordine.
La segnalazione
È successo tutto in un parcheggio per autotrasportatori situato lungo via Filzi. Qualche notte fa i carabinieri sono intervenuti in zona, su segnalazione del 112, a seguito della chiamata al numero unico di emergenza di alcuni passanti, che hanno sentito grida e rumori. Arrivati sul posto insieme all’ambulanza inviata dalla centrale operativa del 118, i militari hanno trovato un uomo a terra, agonizzante che – a detta di alcuni testimoni – era appena stato aggredito da una persona. L’uomo (un camionista 45enne del Kirgikistan) è stato quindi trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Livorno, dove è entrato in condizioni gravissime per poi essere ricoverato in Rianimazione in prognosi riservata. Non sembra, d’altra parte, che sia in pericolo di vita.
Le indagini
I carabinieri, dopo aver provato a sentire anche la vittima, hanno subito avviato le indagini e, poco dopo, sono riusciti a individuare un sospettato, trovandolo all’interno di un camion parcheggiato nelle vicinanze dell’area di sosta in cui si era verificata la violenta lite poco prima. Secondo la ricostruzione dei militari livornesi, i due camionisti avrebbero litigato nel piazzale per motivi personali e all’apparenza non riconducibili al lavoro. A un certo punto il 52enne adesso indagato avrebbe afferrato un tirante per cinghie (un oggetto d’acciaio) e, con quello, avrebbe colpito il collega più volte alla testa. Poi, una volta che la vittima era già a terra, agonizzante, avrebbe continuato a colpirla con calci sul corpo. Dopodiché sarebbe tornato al suo camion. Una ricostruzione, questa, che il Norm livornese ha elaborato sulla base di alcune testimonianze e dopo il sopralluogo in via Filzi.
L’arresto
Ed è sulla base di tutto ciò, dunque, che i carabinieri della Compagnia di Livorno hanno arrestato Musakeev in flagranza di reato. L’oggetto d’acciaio, d’altra parte, è stato sequestrato. L’uomo – difeso d’ufficio dall’avvocata Mara Andrea Locci del foro di Livorno – è stato portato alle Sughere con l’accusa di tentato omicidio e in carcere ha risposto alle domande del giudice durante l’interrogatorio di garanzia. L’arresto è d’altra parte stato convalidato e per il giudice del tribunale di Livorno c’erano elementi tali da fargli disporre la custodia in carcere come misura cautelare. L’uomo, dunque, è rimasto all’interno della casa circondariale di via delle Macchie in attesa della prosecuzione dell’iter giudiziario a suo carico.
I punti da chiarire
I carabinieri d’altra parte stanno portando avanti – d’intesa e con il coordinamento del pubblico ministero Giuseppe Rizzo, titolare del fascicolo d’inchiesta in Procura – alcuni approfondimenti per capire quale sia stato il motivo alla base della violenta lite scoppiata tra i due nel parcheggio di via Filzi. Secondo una prima ricostruzione, comunque, sembra che l’azione violenta di cui è accusato l’indagato, avrebbe seguito alcune offese che non riguarderebbero il lavoro comune ai due, ma sarebbero ascrivibili a motivi collocabili nella sfera personale.
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