Il Tirreno

Livorno

Il lutto

Livorno, addio ad Aldo Di Batte, storico agente immobiliare ed ex calciatore

di Stefano Taglione
A destra Aldo Di Batte con il fratello Nedo
A destra Aldo Di Batte con il fratello Nedo

A 17 anni, sfollato in Lucchesia, sfuggì a una retata dei nazisti. Il fratello Nedo: «Ha contribuito alla ricostruzione della città bombardata»

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LIVORNO. Ha lavorato per una vita come agente immobiliare, «contribuendo a ricostruire, nel suo piccolo, tante zone di Livorno che durante la Seconda guerra mondiale erano state bombardate». È lutto in tutta la città per la scomparsa di Aldo Di Batte, 98 anni, pioniere dei mediatori e volto conosciutissimo soprattutto in via Ernesto Rossi, dove abitava. Socialista come tutta la sua famiglia, il fratello Cesare è stato infatti segretario locale del partito e assessore comunale, si è spento il 29 aprile.

Lascia due figlie, Rossella e Laura, ed era il secondo di sette fratelli. «Fino a pochi mesi fa stava benissimo – le parole del fratello Nedo Di Batte, noto imprenditore livornese – e le sue condizioni di salute sono peggiorate all’inizio dell’anno. Mio fratello, a 17 anni, mentre eravamo sfollati in Lucchesia riuscì a sfuggire a una retata dei soldati tedeschi. A quel tempo, infatti, da Livorno eravamo scappati lì, nelle campagne». Fin da giovanissimo Aldo ha iniziato a lavorare come mediatore immobiliare ed è grazie ai contatti che ha avuto con costruttori e imprenditori che «ha contribuito alla ricostruzione della città».

«Era un uomo di grandi relazioni – prosegue il fratello –. Non voleva essere ingabbiato nel ruolo di dipendente in agenzia, è sempre stato uno spirito libero, ha operato come freelance». Da giovanissimo è stato anche un forte calciatore. «Terzino sinistro per l’esattezza – ricorda fiero Nedo – e militava nella vecchia Pro Livorno. Parliamo del Dopoguerra, una vita fa, era veramente un calciatore forte di talento». Di pallone era ovviamente appassionato, tifosissimo del Livorno, «ma soprattutto – prosegue Nedo – della sua Livorno, intesa come città. Insieme siamo andati anche a Manchester, all’Old Trafford».

Grande la sua passione per la lirica. Non mancava, infatti, di presenziare ai tanti concerti organizzati al Teatro Goldoni. Una foto proprio con il fratello Nedo lo immortala lì, fra il pubblico prima di un’esibizione. «Fra le opere che amava di più – conclude Nedo – la “Cavalleria rusticana”, la adorava». Il funerale di Di Batte si terrà il 30 aprile pomeriggio, alle 15, nella parrocchia Madre Seaton di piazza Giovanni Maria Lavagna, dopo che dalle 16 del 29 era stata allestita la camera ardente al cimitero dei Lupi. 

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