Il Tirreno

Livorno

Il caso

Livorno, il pensionato arrestato per le violenze sessuali sui bus già condannato due volte

di Stefano Taglione
Due carabinieri in servizio (foto d'archivio)
Due carabinieri in servizio (foto d'archivio)

Contro il settantaquattrenne livornese una sentenza passata in giudicato nel 2016 e una, pendente in appello, dello scorso aprile
 

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LIVORNO. Sarebbe salito sull’autobus posizionandosi dietro a una ragazza di 15 anni che stava andando a scuola, muovendo su e giù il bacino per toccarle il fondoschiena e, infine, palpeggiandola con la mano sui glutei. Ripetendosi anche con un’altra alunna della stessa età. È per questo che il settantaquattrenne livornese Antonio Grieco, nei giorni scorsi, è stato arrestato per violenza sessuale dai carabinieri e trasferito ai domiciliari.

Ma c’è di più perché l’uomo, già in passato, era finito a processo (ed è condannato due volte, con l’ultima pendente in appello) per fatti analoghi risalenti al 2016 e al 2018. In tribunale, infatti, una delle presunte vittime aveva ripercorso quanto accaduto sette anni fa. Oggi la ragazza è maggiorenne e in aula aveva raccontato di «aver percepito il contatto con le parti intime dell’uomo». «Sia quando il bus era pieno, sia quando non lo era – le sue parole –. Lui si avvicinava molto, appoggiandosi alla mia gamba. Sarà successo una decina di volte, sempre sulla Lam blu, ma all’inizio non me ne rendevo conto, visto che l’autobus era pieno e pensavo che mi si mettesse accanto per mancanza di spazio. Quando si è ripetuto anche a pullman vuoto, invece, ho capito che lo faceva volontariamente».

A quel punto, la ragazza, gli scattò una foto informando subito la madre, poi salita a bordo con lei. In quell’occasione, la signora, avrebbe visto l’uomo appoggiarsi con il bacino sul fondoschiena di un’amica della figlia: «Io però non mi sono accorta di nulla – le parole della seconda vittima – perché ero girata dall’altra parte. Poteva trattarsi di chiunque, poi ho sentito la madre della mia amica apostrofarlo e accusarlo. Gli ha detto: “Smetti di comportarti così, hai una certa età”». Alla luce di quanto accaduto recentemente – gli ultimi episodi contestati si riferiscono alle fine del 2024 – secondo il giudice per le indagini preliminari Antonio Del Forno «sussistono le esigenze cautelari perché ricorre il concreto e attuale pericolo che l’indagato reiteri reati della stessa natura di quelli per cui si procede, tenuto conto della pluralità di condotte sessualmente abusanti realizzate in più occasioni a partire dal mese di novembre del 2023 e fino al dicembre 2024, nonché della personalità dell’indagato, che ha dimostrato una particolare inclinazione ai reati in materia sessuale, con riferimento ai quali è già stato condannato una volta nel 2016 (con sentenza irrevocabile) e la seconda volta con una pronuncia di primo grado nell’aprile scorso, pendente in appello». I militari, per identificarlo, hanno collaborato con Autolinee toscane. I dipendenti della società, infatti, hanno agevolato il lavoro degli inquirenti e messo a disposizione le immagini delle telecamere dei mezzi pubblici.

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