Bach, Mozart e Vivaldi per i concerti da camera dell’Orchestra del Goldoni di Livorno
In Goldonetta di pagine brillanti e melodiche dedicate a piccole formazioni musicali dai più grandi compositori. I protagonisti
LIVORNO. “Legni, un po’ meno”. La storia della musica classica è ricca di scrigni preziosi con opere di assoluta bellezza la cui esecuzione oggi rispetto al passato è di gran lunga inferiore, per non dire sporadica o rara: con “I concerti da camera dell’Orchestra del Teatro Goldoni”, la Fondazione Goldoni con Opera Music Management, l’associazione già attiva nella stagione sinfonica con l’orchestra che porta il nome del Teatro livornese, intende offrire nuove occasioni di ascolto di pagine brillanti e melodiche dedicate a piccole formazioni musicali dai più grandi compositori.
Così, dopo l’appuntamento d’esordio con una formazione ospite, venerdì 7 febbraio, alle 21 alla Goldonetta sarà protagonista l’ensemble da Camera del Teatro Goldoni con la serata “Legni, un po’ meno”.
«Con questo titolo – spiega il General manager dell’associazione Luciano Corona che cura il progetto artistico della rassegna – abbiamo voluto scherzare con una frase tipica nella direzione d’orchestra, quando il maestro dal podio cerca di limitare l’incidenza degli strumenti a fiato (i legni) per far emergere appieno, in un particolare passaggio, l'amalgama e la bellezza con le altre sezioni dell'orchestra, indicazione ancora più preziosa quando si affrontano interi lavori dedicati dai più grandi musicisti proprio a questi strumenti».
Sarà questo, quindi, il leitmotiv della serata, con Fabio Fabbrizzi flauto, Lucrezia Di Caro oboe, Federico Macagno clarinetto e lo stesso Luciano Corona fagotto, che insieme agli archi dell’Ensemble saranno impegnati in quattro distinti splendidi Concerti a cominciare dal Concerto in re minore per flauto traverso e archi, H 484.1 di Carl Philipp Emanuel Bach, secondo figlio maschio del notissimo Johann Sebastian, che fu compositore, organista e clavicembalista particolarmente attivo nel Settecento; fu ammirato per il suo lavoro da Mozart che, nato oltre 40 anni dopo di lui, ebbe a scrivere “lui è il padre, noi siamo i figli” e ancora dopo da Beethoven. Proprio di Wolfgang Amadeus Mozart seguiranno il Quartetto in fa maggiore per oboe e archi, K. 370 ed il Quintetto in la maggiore per clarinetto, K. 581 "Stadler", uno dei suoi capolavori per la letteratura camerista, un gioiello strumentale composto per l'abilissimo clarinettista suo amico Anton Stadler.
La serata si chiuderà con il concerto in mi minore per fagotto, archi e basso continuo, RV 484, mirabile pagina di Antonio Vivaldi, in cui facilmente si ravvisano i colori tipici della musica del “Prete Rosso”. Si tratta, quindi, di opere che insieme alla raffinatezza della scrittura musicale, permetteranno alle parti soliste di evidenziare il virtuosismo esecutivo ed interpretativo richiesto dagli autori: «Nei prossimi appuntamenti della rassegna – aggiunge Luciano Corona – proseguiremo idealmente in questo viaggio tra le citazioni tipiche dei direttori d'orchestra ("Ottoni, piano!" piuttosto che "Archi, alla corda!"), nel tentativo di raccontare quello che succede quotidianamente in orchestra e far vivere di riflesso allo spettatore quell'umanità ed empatia che noi professori d'orchestra difficilmente riusciamo a trasferire al pubblico se non con la musica».
Info e biglietti
Biglietti: posto unico numerato € 5 (€ 2 per gli abbonati alla Stagioni Sinfonica e Classica con Gusto), in vendita presso il botteghino del Goldoni il martedì e giovedì ore 10/13 e il mercoledì, venerdì e sabato ore 16.30/19.30.