Legalità, lotta alla criminalità, disagio sociale: l’Iti di Livorno in prima fila
Ai 4 Mori l’incontro con Ghidini, il cui figlio Emanuele a soli 16 anni si tolse la vita, e due giorni di formazione con 2 mediatori penali. Mariani: «Insegnare che un’alternativa migliore, sana, positiva è sempre possibile»
LIVORNO. Educazione alla legalità. Nell’ambito del progetto tra le varie attività volte a sensibilizzare la comunità scolastica come la lotta alla criminalità organizzata, la formazione contro i rischi che si celano dietro uno scorretto utilizzo della rete internet, l’educazione al rispetto e tutela dell’ecosistema, l’Iti “Galilei”, su iniziativa della referente alla educazione alla legalità, la docente di diritto ed economia politica, Patrizia Starnone, si è reso protagonista di due nuove esperienze pedagogiche sotto il profilo culturale, sociale e giuridico, le quali hanno ottenuto la compartecipazione del sindaco e del Comune di Livorno.
L’incontro con la Fondazione Ema Pesciolino Rosso
Si tratta dell’incontro delle classi del biennio con la “Fondazione Ema Pesciolino Rosso”, nata in seguito al tragico evento che ha segnato per sempre l’esistenza di Gianpietro Ghidini, il cui figlio Emanuele a soli sedici anni si tolse la vita. Gianpietro Ghidini, è l’espressione esemplare della trasformazione alchemica del piombo in oro, poiché ha avuto la forza e il coraggio di veicolare il profondo e acuto dolore, in un’esperienza d’amore, di dedizione, di ascolto e comprensione di quei giovani che trovano continuamente in bilico in un frustrante e angosciante disagio sociale e familiare cadenzato dal perenne conflitto relazionale e generazionale o nella ricerca di un “altrove” che inevitabilmente finisce con lo sfociare nel tunnel delle dipendenze. Per l’instancabile, tangibile e appassionato impegno dedito ai ragazzi e ragazze, Gianpietro ha conseguito una serie di riconoscimenti importanti come il premio del Parlamento per la legalità internazionale a Montecitorio.
L’incontro del 7 febbraio ai 4 Mori
L’incontro del 7 febbraio alle 11:30 presso il Teatro 4Mori di Livorno, sarà prima di tutto una condivisione e un confronto su tematiche delicate, la storia di un padre e un figlio, l’origine delle dipendenze, i valori della vita, l’importanza delle relazioni, il rapporto genitori – figli.
A lezione dai mediatori penali
La seconda attività coinvolge l’Iti in un’esperienza di giustizia riparativa, che prevede due giorni di formazione con i mediatori penali, Maria Pia Giuffrida, Alessandro Remorini e Girolamo Spina, per concludersi con l’incontro dei testimoni, Agnese Moro, Grazia Grena e il Dott. Giorgio Bazzega, in data 28 febbraio alle 9:30 al Teatro 4Mori di Livorno.
La finalità pedagogica dell’attività organizzata dalla docente Starnone, la quale ha svolto per anni la professione di avvocato penalista, è quella di far comprendere alle classi quinte cui è indirizzato il progetto, che accanto al tipico modello di giustizia punitivo, ritorsivo, che segue il principio secondo il quale al male del reato si risponde con il male della pena, esiste come strumento complementare anche il modello riparativo. Oggi, a distanza di quasi cinquanta anni dal tragico periodo definito “anni di piombo”, tentare una ricucitura dei legami sociali attraverso un gesto di riparazione, che coinvolge il reo e la vittima, comporta delle implicazioni emotive molto forti, poiché occorre il grande coraggio di raccontare il male che è stato perpetrato guardando negli occhi la propria vittima, diretta o indiretta, con tutto il suo dolore e ha un notevole valore sotto il profilo educativo, soprattutto in un mondo in cui le relazioni sono sempre più esacerbate dallo scontro e dal conflitto. Lo stesso sistema scolastico segue per certi versi medesimi paradigmi nella forma punitiva, cadenzati dalla nota sul registro, sospensione, espulsione, proprio perché il retaggio culturale cui siamo stati educati è soprattutto quello della punizione. Non può esistere educazione alla legalità se non si prospetta alle nuove generazioni la certezza che un’alternativa migliore, sana, positiva sia possibile, ed è per tali ragioni che la dirigente, Manuela Mariani insieme al collegio docenti ha voluto dare il giusto peso ad attività che possano coinvolgere i giovani, soprattutto sul piano emotivo ed empatico, affinché, il racconto e le testimonianze dirette, possano essere una preziosa opportunità per una riflessione e un confronto costruttivi.