Il Tirreno

Livorno

Caos in strada

Litigano per un parcheggio, poi arrivano le mogli: scoppia la rissa alla Guglia, auto distrutta col cric

di Stefano Taglione
Un'auto distrutta con un cric
Un'auto distrutta con un cric

Protagonisti della vicenda un livornese e uno straniero, insieme alle rispettive compagne. L’italiano è stato poi portato al pronto soccorso dai volontari della Croce rossa italiana

2 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Prima gli insulti per un motivo del tutto banale: occupare un parcheggio con l’auto. Poi la rissa, con l’arrivo delle mogli. E infine, a completare l’opera, un cric preso dal bagagliaio di una delle macchine e la completa distruzione del parabrezza dell’altro mezzo.

Momenti di caos poco dopo le 15 di ieri in piazza Barriera Garibaldi, alla Guglia, dove un livornese e un cittadino straniero si sono affrontati alla presenza delle rispettive compagne, le quali – almeno stando a quanto appreso – in un secondo momento hanno partecipato all’alterco per far valere le ragioni dei coniugi. «Passavo di lì – racconta una testimone – e ho visto un’ambulanza, le forze dell’ordine e delle persone che guardavano sotto una macchina in sosta. Una aveva il vetro anteriore spaccato».

L’auto distrutta è quella del cittadino livornese e ad agire col cric, stando a quanto appurato dagli investigatori, sarebbe stato lo straniero. Subito dopo l’accaduto, sul posto, dopo l’allarme al 112 sono intervenuti gli agenti della polizia municipale, diretti dal comandante Joselito Orlando, e i colleghi delle volanti della questura, guidati dal vicequestore Giuseppe Lodeserto. Saranno gli agenti locali, che insieme agli altri hanno rapidamente riportato la calma, a indagare su quanto accaduto se i diretti interessati naturalmente sporgeranno querela.

Il livornese è stato portato al pronto soccorso dai volontari della Croce rossa italiana, che hanno medicato le sue escoriazioni e quelle del contendente. Un trasporto, quello all’ospedale, avvenuto in codice giallo, il secondo livello più alto dell’emergenza-urgenza sanitaria. Nessuno, per fortuna, è quindi in gravi condizioni. Spetterà agli inquirenti, ora, ricostruire nel dettaglio tutta la vicenda. 
 

Primo piano
La sentenza

Prato, assolto il tecnico accusato di aver manomesso l’orditoio in cui morì Luana D’Orazio

di Paolo Nencioni