Da Livorno a 5.634 metri di altezza: la sfida di Giulia Fraschi: «A 32 anni sull’Everest». E la sua azienda la sostiene
«Salirò a 5.634 metri e pianterò la bandiera di Metodo»
LIVORNO. «Un anno fa mi sono sognata di scalare la montagna. Da lì è nata la mia voglia di fare quest’esperienza. L’azienda mi ha subito supportata». Andrà sull’Everest la 32enne Giulia Fraschi, attraverso l’Everest Base Camp Expedition 2024.
La camminatrice è la più giovane art director che lavora in Metodo, agenzia di marketing e comunicazione d’impresa, che si dedica al mondo delle imprese che forniscono altre imprese. «Giulia è dedita alle sfide personali, sportive, mentali e applicative. Quando ha pensato di avviarsi verso questa operazione abbiamo voluto essere con lei».
Non ha avuto dubbi Metodo, nel sostenere la sportiva. A spiegarlo è il fondatore e presidente dell’agenzia, Alberto Feira Chios. Durante l’Everest Base Camp, che si terrà dal 21 dicembre al 5 gennaio, facendo trekking Fraschi arriverà a toccare 5.634 metri di altezza. «Per andare ancora più in alto ci vogliono dei permessi speciali, e una preparazione ancor più profonda», dice l’art director. Fosse per lei, ci proverebbe. Arrivare così in alto sarà una bella soddisfazione: «Quando toccherò la vetta più alta, pianterò la bandiera di Metodo».
Non è mai salita così in alto la trekker: oltre che sulle Alpi Apuane, al massimo è salita fino al cratere centrale del monte Etna, a 3.384 metri di altezza. L’azienda non solo supporta Giulia emotivamente, ma è anche la sponsor del progetto. La sua “spedizione” sull’Everest si è infatti presto trasformata da sogno personale a progetto collettivo. Il motivo lo spiega, ancora una volta, Feira Chios: «Giulia si è affacciata da noi e ci ha detto “mi piacerebbe portare metodo con me sull’Everest”. Non ha chiesto una mano per questa cosa – racconta –. Allora abbiamo colto l’occasione per farci conoscere. Perché abbiamo una squadra di professionisti impegnati a livello internazionale, che però a Livorno non è conosciuta».
C’è quindi un filo conduttore tra Livorno e l’Everest: «Noi lavoriamo per il successo dei nostri clienti, per farli arrivare alla vetta. E faremo lo stesso con Giulia, per la vetta più alta». Soddisfatto del progetto anche Carmine Pellegrini, direttore di Metodo. «Abbiamo voluto dare una copertura a quest’avventura per capire in che direzione andare – le sue parole –. E già nella fase preparatoria stiamo ottenendo dei risultati. E dando visibilità a questo tipo di esperienza non si fa altro che fomentare il pensiero sano dello sport, che non è competizione, dell’impegno, del duro lavoro, dello studio». E per seguire al meglio l’avventura di Fraschi, l’azienda ha creato appositamente dei profili social. Per documentare non solo le due settimane sul monte più alto del mondo, ma anche l’allenamento e in generale la preparazione che c’è dietro una sfida così grande. «Questo trekking mette a dura prova la resistenza fisica e mentale. E questo è il periodo peggiore per partire, infatti dopo la mia spedizione i campi verranno chiusi, fino alla nuova apertura nel 2025 – spiega Fraschi –. Nel nostro trekking in quindici giorni faremo dodici tappe, e sarà una bella sfida». Più in alto salirà, più la protagonista di questa avventura avrà delle difficoltà. Ma a mano a mano a salire sarà anche l’adrenalina dell’avventuriera: «Il mal di montagna non è prevedibile, si scopre si averlo solo mentre si è sul post. Ma ci sono tecniche che possono aiutare a mantenere uno stato psicofisico adatto».
Per due settimane lo stile di vita di Fraschi sarà totalmente diverso da quello occidentale: niente elettricità, niente acqua, e nessun’altra comodità a cui si è abituati.
Le pagine social su cui seguire l’avventura di Giulia Fraschi sono Metodo Everest Base Camp su facebook, e @metodo_ebc su Instagram.