Livorno, sconcerto dopo l’arresto del docente: «Si comportava normalmente, nessun sospetto»
Il professor Nicola Giunta, 56 anni, si era appena trasferito a Livorno dal Nord Italia. La polizia postale, nei suoi dispositivi, ha sequestrato diversi video di sesso con minori
LIVORNO. Sconcerto. Incredulità. Il giorno dopo la notizia dell’arresto di Nicola Giunta, il professore di 56 anni accusato di pedopornografia, nella scuola livornese dove insegnava dallo scorso settembre domina lo stupore: «Era qui da poco tempo e di fatto nessuno lo conosceva – spiegano alcuni colleghi – e si era sempre comportamento normalmente, nessuno poteva immaginare niente di simile».
L’aspettativa
Ufficialmente, all’istituto e al provveditorato livornese, non è giunta alcuna comunicazione in merito all’operazione della polizia postale. Il docente, che è nel carcere delle Sughere in regime di custodia cautelare, è ufficialmente in aspettativa. Originario della provincia di Reggio Calabria, e trasferitosi dall’inizio dell’anno scolastico a Livorno dal Nord Italia, studenti e colleghi lo conoscevano appena. L’arresto è avvenuto in flagranza di reato «mentre metteva in condivisione con altri utenti del web video di natura pedopornografica», spiegano gli investigatori, riepilogando il blitz che risale ai giorni scorsi. Il Tirreno non rende identificabile la scuola dove lavorava in quanto totalmente estranea ai fatti contestati. Al docente, gli investigatori, non imputano per altro alcun fatto minimamente correlato alla sua attività lavorativa che è a contatto con i ragazzi.
La perquisizione
La perquisizione all’interno del suo appartamento di Livorno è stata eseguita dal centro operativo per la sicurezza cibernetica di Firenze, coadiuvato dalla sezione operativa di Livorno. Il decreto è stato firmato dalla procura di Roma, nell’ambito di un’indagine più ampia a livello italiano sulla condivisione di video pedopornografici, ma dopo l’arresto in flagranza di reato la competenza è passata alla direzione distrettuale antimafia di Firenze, dato che questo tipo di reato non è di competenza della procura territoriale, ovvero quella di Livorno, ma distrettuale. «Gli investigatori, per intervenire – ha spiegato la polizia postale – hanno atteso che l’uomo fosse solo in casa nell’intento di divulgare in rete materiale pedopornografico. Nel corso della perquisizione informatica, effettuata sui numerosi dispositivi a lui in uso, è stata riscontrata la detenzione di un ingente quantitativo di materiale pedopornografico ritraente atti sessuali tra minori e con adulti». Dopo la notizia dell’arresto del cinquantaseienne, al Tirreno, la provveditrice Cristina Grieco, pur non volendo entrare nel merito dell’accaduto, aveva commentato la vicenda ritenendo «l’episodio molto triste, perché è coinvolto un educatore scolastico, ma è venuto alla luce proprio grazie all’attenzione degli investigatori. Siamo comunque in una fase dove vige la presunzione di innocenza»
Trasferimento
Giunta, il cui arresto nei giorni scorsi è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari, si trova nel reparto del carcere delle Sughere dove i detenuti vengono tenuti in osservazione, in isolamento di fatto. Nei prossimi giorni però potrebbe essere trasferito in un altro penitenziario, per la sua sicurezza, con una sezione apposita per l’isolamento. Dovrà però esserci l’ok del ministero della Giustizia.