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Livorno, incendio all'interporto: l'acqua di spegnimento nei fossi - Analisi dell'Arpat

di Stefano Taglione
Il fumo nero dell'incendio (foto Franco Silvi)
Il fumo nero dell'incendio (foto Franco Silvi)

Nel frattempo, il Comune, ha disposto il divieto di consumo del cibo prodotto nei campi circostanti, così come ogni raccolta. L'agenzia verificherà la contaminazione con i campionamenti

30 agosto 2024
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COLLESALVETTI. «Le acque di spegnimento utilizzate prima dell’intervento della Ecoflash, attraverso il sistema di raccolta del piazzale della TransItalia, avrebbero raggiunto il fossetto nelle vicinanze di via del Pratone. L’ispezione visiva non ha rilevato tracce significative di imbrattamento: i tecnici hanno effettuato cinque campionamenti a monte e a valle dello scarico e nel punto di scarico. Le analisi dei campioni sono tuttora in corso».

A spiegarlo – dopo che il Comune di Collesalvetti ha disposto il divieto di raccolta e consumo di alimenti di origine animale o vegetale (latte, carne, frutta e verdura) provenienti dall’area immediatamente a ridosso di quella parte dell’interporto “Amerigo Vespucci” di Guasticce, via della Colmata – è l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana. La decisione dopo l’incendio di 11 semirimorchi – tre carichi di rifiuti speciali non pericolosi, essenzialmente plastica, e otto vuoti – che, sabato scorso, ha interessato il polo logistico, poi domato da vigili del fuoco (anche con il contributo dell’elicottero “Drago” di Cecina) e dai volontari dell’antincendio boschivo, che si sono occupati in particolar modo delle fiamme poi estese a un ettaro di sterpaglie circostanti, pericolosamente vicino a un fianile di un’azienda agricola, salva grazie all’operato di pompieri e volontari stessi.

Il materiale andato a fuoco era lì dall’inizio di agosto ed era diretto in Spagna. Stoccato nel piazzale dell’azienda con sede in via Enriques, era in realtà di proprietà di un’azienda del Pistoiese. «L’incendio – scrive l’ente – ha prodotto una colonna di fumo nera che per diverse ore si è propagata in atmosfera, in modalità più intensa e consistente dalle 13,30 alle 17,30-18 e con minore intensità nelle ore successive. Il rogo è stato definitivamente spento nelle prime ore di domenica. Da una prima ricostruzione i venti spiravano da ovest-nord ovest per tutto il pomeriggio con velocità di qualche metro al secondo e anche dai rilievi fatti in campo dai tecnici Arpat nel tardo pomeriggio e nel giorno successivo i fumi si sono diretti verso est, coinvolgendo i campi limitrofi. Considerato rilevante l’interessamento della matrice aria e la tipologia dei rifiuti incendiati, è stato attivato il settore specialistico di modellistica previsionale dell’agenzia per l’individuazione dei punti di massima ricaduta degli inquinanti. Il settore, analizzando i dati meteo delle stazioni Bocca d'Arno e Collesalvetti della rete osservativa regionale del Servizio idrologico regionale, che hanno rilevato nel periodo dell'incendio condizioni pressoché stabili, con assenza di precipitazioni e venti deboli a regime di brezza, tendenti a disporsi dai quadranti occidentali-nordoccidentali, ha individuato l'area di massima ricaduta dei fumi di combustione dell'incendio». L’area di massima ricaduta, alcuni campi accanto al piazzale della TransItalia, racchiude alcuni campi attorno a via della Colmata e la speranza è che nelle prossime settimane, dopo nuove analisi, venga annullato il divieto temporaneo di consumo degli alimenti. 

 

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