Il Tirreno

Livorno

Sos incidenti

Donna uccisa a Livorno da un "pirata", la sorella: «Prendetelo, dubito che si costituisca»

di Stefano Taglione
Polizia municipale sul posto dopo l'incidente (foto Silvi)
Polizia municipale sul posto dopo l'incidente (foto Silvi)

Parla Fabiola Battaglini, la sorella di Lucia, morta a 72 anni: «Sconvolta, attendo l’esito delle indagini. Un dolore atroce»

30 agosto 2024
2 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. «Se quella persona avesse voluto costituirsi alle forze dell’ordine, probabilmente lo avrebbe già fatto. Non voglio dirgli nulla, non voglio dichiarare niente in generale: io e tutti i familiari siamo sotto choc e non vogliamo parlare di quanto avvenuto a mia sorella, è un dolore atroce. Aspettiamo solo novità dagli inquirenti, vediamo se riusciranno a individuare questa persona».

A parlare è Fabiola Battaglini, 75 anni, sorella maggiore di Lucia, la settantaduenne livornese che abitava in via Paolo Vannucci, nella zona di Villa Fabbricotti, rimasta gravemente ferita in un incidente stradale avvenuto attorno alle 7,45 del 29 luglio scorso in via Mastacchi, vicino all’incrocio con via Pera, e morta dopo dieci giorni di agonia in ospedale, dove era ricoverata – inizialmente in terapia intensiva – in condizioni disperate. Un quadro clinico estremamente complicato fin da subito, quello della donna, purtroppo peggiorato giorno dopo giorno e culminato, drammaticamente, nel decesso a causa delle gravissime lesioni riportate nello scontro.

Ma il dramma nel dramma, per i parenti più stretti della settantaduenne e per i suoi tanti amici, è non sapere che cosa sia successo esattamente. Con la voglia di avere giustizia, visto che è stato il conducente di un furgone che forse trasportava materiale edile a travolgerla mentre era in sella alla sua bici e a ucciderla. Una persona che non si è fermata, nemmeno a soccorrerla quando era distesa sull’asfalto, e che si è data alla fuga.

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, che hanno immediatamente ascoltato diversi testimoni, il guidatore non può non essersi accorto dell’incidente. La fuga, insomma, non è certo motivata dalla distrazione, ma dalla sua volontà. Per altro, fin dal giorno successivo, Il Tirreno ha pubblicato diversi articoli su quanto accaduto, quindi – ammesso che non se ne fosse realmente accorto, ma secondo i testimoni è qualcosa di impossibile – la notizia dell’incidente e del “pirata della strada” era nota a tutti fin dalle ore successive alla tragedia.

Del caso si stanno occupando, sulle delega del pubblico ministero Massimo Mannucci, gli agenti delle sezioni specializzate della polizia municipale, diretti dall’ispettore superiore Marco Vaccai. Gli investigatori, che fin dall’inizio aveva aperto un fascicolo per lesioni stradali gravissime e omissione di soccorso ora aggravatosi in omicidio stradale, hanno ascoltato diversi testimoni in collazione con i colleghi dell’ufficio incidenti di palazzo civico e sono state acquisite le immagini di diverse telecamere della zona, per scoprire il veicolo in fuga, la sua targa e avere una fermo immagine della persona alla guida. 

Primo piano
La ricerca

Quanto si guadagna in Toscana? Gli stipendi dei lavoratori dipendenti. Le cifre, le zone e i confronti

di Francesco Paletti