Soldi degli architetti spariti: il consiglio di disciplina convoca l’ex presidente Menichini
L’organismo dell’Ordine di Livorno vuole ascoltarlo dopo la sparizione dai conti di 133.500 euro. Il suo successore, Marco Niccolini, lo aveva denunciato per peculato
LIVORNO. L’ex presidente dell’Ordine degli architetti Daniele Menichini è stato convocato dal consiglio di disciplina della professione. Dopo la denuncia per peculato del suo successore in largo Duomo Marco Niccolini, il cinquantaseienne – nato in Svizzera, laureato all’Università di Firenze e con il suo studio a Piombino, dove abita – potrebbe essere ascoltato dai colleghi Paolo Corrieri (il presidente dell’organismo collegiale), Andrea Natali (segretario), Agostino Carpo, Paolo Fabbro, Donella Garfagnini, Aldo Luperini, Fabrizio Paolotti, Raffaele Piras e Riccardo Porciatti, che si sono riuniti martedì scorso. Una chiamata inevitabile, quella del collegio, dato che c’è stata una querela nei suoi confronti sulla presunta sparizione di 133.500 euro da due conti dell’istituzione che presiedeva fino al 2021. Soldi che sarebbero stati dirottati – stando alla denuncia presentata da Niccolini – «per scopi personali con ricariche di carte prepagate, bonifici verso i propri conti correnti e verso un’associazione culturale da lui fondata». «Sulle questioni interne al consiglio – si limita ad affermare Corrieri, contattato dal Tirreno – non posso dire nulla».
I possibili scenari
Le decisioni del consiglio di disciplina, del quale fra l’altro Menichini è un componente supplente, non vanno di pari passo alla giustizia ordinaria, al momento ferma alla querela del consiglio attualmente in carica. Il cinquantaseienne, dai colleghi, è stato chiamato per fornire la propria versione dei fatti e, se vorrà presentarsi, potrà fornire ogni prova per difendersi, eventualmente anche assistito da un avvocato. Se la sua posizione non sarà archiviata le possibili sanzioni sono l’avvertimento e la censura (essenzialmente richiami che non pregiudicano nulla dal punto di vista lavorativo), la sospensione dall’esercizio della professione per un tempo non maggiore dei sei mesi, salvo le ipotesi di legge, fino alla cancellazione dall’Albo. La decisione potrebbe avvenire nei prossimi giorni.
Le accuse
Gli addebiti sono gli stessi contenuti nella querela presentata da Niccolini. Tutto ruota attorno alla somma dirottata di due conti secondari dell’istituzione provinciale, che per le movimentazioni ordinarie ne usava un terzo che nel 2021, quando l’attuale consiglio si è insediato, ammontava a 98.125,76. E che invece, nel dicembre scorso, quando è stato scoperto il presunto ammanco con qualche anno di ritardo, era sceso a «-14,955,58 euro il primo e 5.343,24 il secondo», 107.738,10 in meno. Secondo il suo successore Menichini, che ha guidato l’Ordine dal 2015 al 2021, avrebbe avuto «accesso esclusivo ai conti anche successivamente alla cessazione della carica, fino al 14 dicembre 2023». «A partire dal 2014 – si legge ancora negli atti – tutti gli estratti conto, le rendicontazioni e i movimenti relativi a quei conti venivano inviati a mezzo mail all’Ordine dallo stesso Menichini e non dalla banca. Il fatto che continuasse ad averne accesso esclusivo, pur non avendone più la legittimazione, non preoccupò il nuovo consiglio: da un lato perché non erano più utilizzati dall’Ordine, dall’altro perché l’ex presidente, del quale i consiglieri e il nuovo presidente continuavano ad avere fiducia, forniva periodicamente estratti conto "regolari", apparentemente, provenienti dalla banca».