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Livorno, opposizioni dal prefetto dopo il caos in consiglio: «Non può fare nulla? Faremo ricorso al Tar»

di Flavio Lombardi
Livorno, opposizioni dal prefetto dopo il caos in consiglio: «Non può fare nulla? Faremo ricorso al Tar»

Per centrodestra, Buongiorno e M5s non è stato rispettato il regolamento durante il voto sulle controdeduzioni alle osservazioni al Piano operativo

06 aprile 2024
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Livorno I consiglieri d’opposizione escono dall’aula quando sono da poco passate le 17. Uno dopo l’altro. Barale con Panciatici per Buongiorno Livorno, Aurora Trotta di Potere al Popolo, Carlo Ghiozzi (Lega) , i tre dei Cinque Stelle con a capo Stella Sorgente che getterà a terra per protesta tutti i suoi emendamenti. Poi, sarà il turno di Andrea Romiti (ex gruppo misto, ma ormai della Lega ndr) e Alessandro Perini (Fratelli d’Italia) . La destinazione, per tutti quanti, è quella del Palazzo di Governo. Dove fanno un breve sit in all’esterno, nell’attesa che il prefetto li riceva. Possono salire quando sono circa le 18. Un incontro collettivo, durante il quale gli esponenti politici escono con uno zero a zero, promettendo di far entrare in campo nei prossimi giorni quegli elementi decisivi a sbloccare il risultato. L’intenzione è di ricorrere al Tar che secondo loro rovescerebbe e sanzionerebbe quella che definiscono «una forzatura», una «prepotenza perpetrata dalla maggioranza». Ne sapremo di più quando saranno stati consultati dei legali per decidere e tracciare una strategia. Che potrebbe essere comune per quanto riguarda le forze di sinistra, ma mai assieme alle destre che semmai faranno lo stesso percorso ma seguendo una strada parallela. Anzi, per Fratelli d’Italia si potrebbe andare oltre. Riservandosi l’opzione di rivolgersi all’autorità giudiziarie per eventuali illeciti. Hanno nel frattempo ascoltato Paolo D’Attilio, con un Perini polemico e che avrebbe desiderato una posizione più "interventista" da parte del rappresentante dello Stato in città. All’uscita, Sorgente spiega. «Il prefetto ci ha accolto dicendo in buona sostanza di non voler offrire una sua interpretazione, perché non si tratta di affare di sua competenza. Secondo la sua opinione, può intervenire solo nel caso in cui il sindaco stia svolgendo ruolo di ufficiale di governo. Aggiungendo che esprimere una posizione pubblicamente, avrebbe significato prendere una parte. In verità, non avrebbe agevolato nessuno, perché le forze che si sono rivolte a lui la pensano su molti temi in modo diverso. Si tratta in questo caso di diritti dei consiglieri in senso astratto e della violazione palese di un regolamento. Si esulerebbe quindi dal parteggiare per questo o quello, si trattava di analizzare in maniera oggettiva. Al momento del congedo, ha concordato sul fatto che il Tar potrà decidere su chi ha ragione».

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