Il Tirreno

Livorno

Il giallo del cadavere

Donne mummificate, sette sataniche e due aerei caduti: i misteri e le leggende della Valle Benedetta

di Maurizio Silvestri

	La carcassa del piper ritrovato tra i boschi fotografato da Elena Buccelli
La carcassa del piper ritrovato tra i boschi fotografato da Elena Buccelli

Livorno: da sempre in quei boschi sono trovate in più occasioni teste di gatto infilzate sui bastoni ed anche resti di ossa umane

14 dicembre 2023
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Del ritrovamento del cadavere decapitato alla Valle Benedetta scrive oggi Maurizio Silvestri, ex cronista del Tirreno, giornalista storico e autore del libro “Origini segrete e misteri di Livorno”, dal quale è stato tratto il film “Templari, il mistero dei Medici” realizzato dalla casa cinematografica “Web Icon Inc. ” di Orlando (Usa).

Proprio durante la lavorazione del film che avuto un grandissimo successo sul web (sei milioni di visualizzazioni), sono emersi elementi inediti che hanno dato vita ad una ricerca ormai pluriennale sulle colline livornesi, ricerca che parte dall’analisi di testi antichi e da testimonianze dirette su leggende e tradizioni della Valle Benedetta. Il frutto di questa ricerca è stato raccolto in un libro, il secondo volume di “Origini segrete e misteri di Livorno” di prossima pubblicazione.
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Da sempre alla Valle si parla di sedute spiritiche. Nei boschi, a partire da quello che viene chiamato il tempio dell’acqua, nei pressi dell’acquedotto di Colognole per arrivare al monte la Poggia, si trovano tracce di pentacoli, di cumuli di pietre disposte secondo precisi canoni esoterici che per gli appassionati dell’occulto hanno significati ben precisi. Sempre nei boschi sono trovate in più occasioni teste di gatto infilzate sui bastoni ed anche resti di ossa umane. Circolano foto di streghe in azione durante i sabbah. Non ci sarebbe dunque da meravigliarsi se il corpo ritrovato fosse servito proprio a qualche rito satanico prima di essere abbandonato.

Una mummia nel bosco

Qualcuno ben informato sostiene che quel corpo è lì da tempo, portato da chissà dove e che si aspettasse un dato momento, non chiedetemi quale o perché, per annunciare il ritrovamento. Del resto non è la prima volta, come ha detto il parroco nella recente intervista rilasciata al Tirreno, che si trovano dei resti umani.

Un altro cercatore di funghi (di questo che ha dato l’allarme in questi giorni non è concesso rivelare il nome che tutti del resto conoscono tranne, come dice lui, il parroco) trovò a metà anni Settanta il corpo mummificato di una donna nel bosco. Aveva stupito che fosse mummificato e si suppose che probabilmente il cadavere era stato per un certo tempo in un luogo diverso quindi trasportato sul posto per oscuri motivi. La donna venne identificata. Era una persona scomparsa da parecchi mesi. L’ultima volta era stata vista nei pressi della vecchia scuola, la ex villa Trumpy quindi in chiesa dove aveva chiesto di parlare col prete senza però riuscirci.

La mugnaia senza occhi

La mummificazione richiama un altro episodio accaduto però molto indietro nel tempo e che fece scalpore: la rimozione del corpo di una mugnaia che era morta stritolata dalle pale del mulino di villa Huygens. Il corpo era mummificato e dunque perfettamente conservato. Le mancavano solo gli occhi. I valligiani terrorizzati pensarono a chissà quale sortilegio e gettarono le ceneri della donna nell’Ugione.

I corpi sepolti due volte

L’“usanza” di riseppellire i morti non è nota alla Valle Benedetta ma se don Cristian lo afferma avrà le sue ragioni. Magari forse sarebbe meglio se della cosa, anche se ci sono solo sospetti, ne fosse stata avvertita la Legge. Ho sentito che tanti paesani non hanno preso bene le dichiarazioni del loro parroco: “Per chi ci prendete per degli incivili che nascondono i loro morti nei boschi? Assurdo. Il prete deve ritrattare”.

I misteri di Valle Inferno

Certo che alla Valle (fino al diciottesimo secolo si chiamava Inferno e non Benedetta, il nome lo prese dai benedettini che vi si stanziarono), di fenomeni strani ce ne sono stati molti e ne ho parlato a più riprese. Il mio secondo volume sulle Origini segrete e misteri di Livorno che presto sarà in stampa è in pratica tutto dedicato ai misteri della Valle. Ho raccolto leggende ma anche fatti concreti e leggende che si intersecano con i fatti. È certo, ad esempio, che nella valle Inferno nel corso dei secoli siano state trovate reliquie preziose ed anche oro: non è un caso che in tante domeniche squadre di ricercatori entrino in azione col metal detector.

I tesori dei pirati del 1600

È storia che qui hanno vissuto generazioni di feroci pirati, ultimo dei quali il Moro della Valle, catturato nel 1600. Pirati che, si dice, avrebbero nascosto qui i loro tesori. Tra l’altro potrebbe essere proprio il Moro della Valle l’unico vero “nero” del complesso del Tacca, quello senza nome e dai caratteri africani: gli altri, come si può vedere nei bozzetti dello stesso Tacca che si trovano al Museo della Città, sono bianchi.

Le strane apparizioni

Ho raccolto testimonianze di apparizioni “strane” che sarebbero avvenute nei secoli. Quando dico raccolto, mi riferisco a documenti lasciati per esempio da Angelica Palli che alla Valle ha soggiornato ma anche agli scritti del Vivoli, il meticoloso cronista livornese di due secoli fa. Inoltre a documenti dei benedettini. Tutti parlano appunto di apparizioni che, in tempi moderni sono state in diverse occasioni spiegate come fenomeni di suggestione dovuti, spesso, a campi elettromagnetici particolari che interessano la Valle.

Due aerei precipitati

Del fenomeno si stanno occupando diversi studiosi, compreso un docente della Sapienza di Roma. Probabilmente è a causa dei campi elettromagnetici che nel corso degli ultimi settanta anni sono precipitati due aerei con modalità simili: perdita del controllo delle strumentazioni e planaggio più o meno rovinoso sulla collina. C’è stato un periodo in cui, come raccontava il compianto professor Vizzoni che era andato a vivere nel paese, si aprivano improvvisamente porte e cancelli automatici e si accendeva la televisione. «Sono fenomeni che meritano approfondimenti – ha spiegato una volta il fisico nucleare Massimo De Santi che ha trascorso un periodo di studio alla Valle –. Purtroppo non sono andato avanti perché ho avuto un problema al cuore». Problema dovuto, secondo un portavoce dei vari gruppi esoterici o meglio confraternite che operano più o meno segretamente nella ex Valle Inferno, ad un fenomeno di risonanza delle campane della chiesa che ha bloccato il ricercatore “perché era andato vicino a scoprire la verità”. De Santi ammette lo scampanio ma sostiene di non averlo mai collegato al problema di salute.

Le confraternite segrete

Già, confraternite. Ce ne sono almeno quattro o cinque di questi gruppi di studiosi dell’occulto e dei misteri del luogo. Più una o più confraternite di streghe. Poi ci sono gruppi di satanisti che si ritrovano periodicamente nei boschi per i loro rituali. Ricordo che molti anni fa un collega del Tirreno fece ricerche in merito e scoprì che effettivamente la situazione era proprio quella. Ma sono le testimonianze di tanti valligiani che aprono squarci su leggende e superstizioni che sono andate avanti nei secoli. Qualche valligiano anziano ricorda, ad esempio che anche negli anni Sessanta dello scorso secolo, quando tutti insieme andavano a vedere la televisione al circolo del paese (oggi ristorante) era buon uso non rientrare a casa da soli. “Per evitare brutti incontri ci dicevano i nostri babbi. Questo ci spaventava perché loro erano boscaioli, taglialegna, gente rude, forte…”. Avevano paura: di cosa, di chi? “Sull’aia nelle notti d’estate ci raccontavano di fantasmi, della signora con l’ombrellino morta disperata per la tragica fine dei suoi figli. Ed ancora di combattimenti all’ultimo sangue tra bimbi che poi venivano mangiati… Di strani individui che controllavano tutti di nascosto. Delle nuvole che si formano all’improvviso. Eppoi di una entità terribile ed innominabile che domina la Valle”.

Le nuvole ci sono e qualcuno sostiene che anche ora, ogni tanto, si vedono spettri. Uno è quello del cavaliere attaccato per una staffa al suo cavallo che l’ha disarcionato. Si tratta probabilmente dello spirito di un vero cavaliere le cui ossa sono state trovate incatenate allo scheletro del cavallo, dietro il muro di una cantina nei primi anni Settanta del Novecento. Gruppi di ricerca ufologica e paranormale della Toscana che da tempo monitorizzano la zona hanno rilevato anormalità dal punto di vista elettromagnetico. “Ma questo non vuol dire che ci siano fantasmi o qualcosa di simile”.

I cunicoli sotterranei

Tra le “stranezze” ho registrato lunghi cunicoli sotterranei che non si sa dove finiscono e perché sono stati costruiti. Di uno che si trova sotto la chiesa di San Gualberto, il parroco sostiene che arriva fino a villa Huygens, il ricchissimo mercante che ha fondato la Valle Benedetta insieme al prete Colombino Barsi. Sarebbe servito al signore, andato alla Valle alla ricerca del segreto dell’immortalità, per arrivare in chiesa senza fare brutti incontri. E visto che si parla di cadaveri non si può dimenticare che il corpo di Huigens non è mai stato trovato: nella sua bara sono stati trovati solo dei sassi. La galleria comunque è stata chiusa nel 1805 con un muro. Restano solo una decina di metri della parte iniziale che è adibita a cripta di meditazione per un gruppo di moderni templari.

I templari e le SS

La domenica non è raro vedere alla messa questi signori vestiti da antichi cavalieri, spadone al fianco e costume (prima c’era un gruppo vestito di nero ed ora un altro bianco) prestare la loro opera di sorveglianza. Sono lì nel ricordo di quei templari – si legge in un libriccino in distribuzione di fronte alla chiesa – che nel 1221 sbarcarono a Livorno con un carico di oro, reliquie e uno strano macchinario: il cronovisore o macchina del tempo. Si tratterebbe di un macchinario a dir poco miracoloso predato dai templari in una piramide durante la quinta crociata. Uno strumento che permetterebbe di viaggiare nel tempo. Importantissimo per tutti. Tanto è vero che durante la guerra venendo alla luce dal sotterraneo dove era stato nascosto per secoli se ne interessò Himmler, il guru del nazismo esoterico. Il gerarca inviò sul posto un capitano italiano delle Ss, Leale Martelli, discendente di quel Roberto Martello che, secondo il racconto del librino, era sbarcato a Livorno appunto nel 1221. Del cronovisore se ne parlò a lungo agli inizi degli anni Settanta quando un prete-ricercatore, padre Pellegrino Ernetti dichiarò alla Domenica del Corriere prima e nella trasmissione di Maurizio Costanzo dopo, di averne costruito uno.

I progetti, sostengono i vari gruppi esoterici, proveniva dal Vaticano che li aveva avuti da chi aveva impedito che il cronovisore cadesse nelle mani dei nazisti. Padre Ernetti fu poi bloccato e del suo cronovisore non si è saputo più nulla. Ma si saprà mai invece di chi è questo povero corpo straziato e perché si trovava lì da chissà quanto tempo? Dalle dimensioni parrebbe di una donna. Il resto potrebbe andare ad ingrossare le leggende da narrare su quella specie di “aia” moderna che è Internet.
 

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