Livorno, Voliani chiude bottega dopo 87 anni: «Spese diventate insostenibili»
Via Buontalenti, il 31 ottobre ultimo giorno dei pionieri del pesce surgelato: «Lo stop come un lutto»
Livorno Voliani saluta tutti i suoi clienti. Con la giornata del 31 ottobre si chiude una pagina imprenditoriale lunga 87 anni. Sì, quell’avventura nata nel 1937 su intuizione del sor Virgilio che aprì al Mercato Centrale, poi in via Goldoni, e, al momento in cui i figli ormai in grado di lavorare furono giudicati pronti ad entrare in azienda, fu il turno anche di Alba, Voliano, Viviano e Carla. Tutti e quattro al pezzo dove si trovava la tipografia Razzauti, vicino al ristorante la Pina d’Oro. Anni ruggenti, con i ‘60 ed i ‘70, fino ad un ulteriore salto che vide istituire anche il servizio catering e poi anche il capannone al Picchianti per la vendita all’ingrosso. Fino alla scissione avvenuta dieci anni fa che portò ad una divisione in rami d’azienda. Con Alba, suo marito e i figli Enzo, Fulvia e Claudia che conservarono il negozio di via Buontalenti angolo piazza della Repubblica inaugurato nel 1981 e l’altro punto aperto fra il 2007 ed il 2008 in via Mangini. Un assetto mantenuto abbastanza solido fino a non molto tempo addietro.
«Chiudere? Una decisione sanguinosa – dice Claudia Catelani, figlia della signora Alba – a cui ci siamo sempre più avvicinati da quando è scoppiata la pandemia. Il Covid ha fatto mutare le abitudini delle persone. Mettiamoci anche il caro bollette, che ci ha fatto passare da 3 mila euro di energia elettrica a spendere cinque volte tanto. E poi, i prezzi lievitati alla fonte e la conseguente difficoltà a restare competitivi sul mercato dovendo pensare agli stipendi dei dipendenti. Sapevamo che un listino maggiorato avrebbe creato problemi al paniere della spesa dei consumatori» Per l’azienda il 2022 diventa l’anno a tinte fosche. «Cominciarono le prime riduzioni di personale fra i due punti vendita, dove c’erano in totale 10 persone. È difficile mettersi a nudo con dipendenti che ormai sono di famiglia e che hanno dato tutto dietro al banco come se la bottega fosse un po’ anche di loro. Comunicare che per qualcuno, il rapporto si sarebbe interrotto è stato frustrante. Così a marzo il negozio di via Mangini l’ha rilevato Marco Giuntoli. Come tutte le ditte di una dimensione media, lavoravamo ovviamente col credito delle banche. Ma l’istituto al quale ci appoggiavamo da 15 anni ha detto stop. Il bilancio dello scorso anno, è stato giudicato non congruo per concederci il consueto credito. Diventi un numero, si scordano chi eri e guardano cosa rappresenti al momento. I tappeti rossi che ci spiegavano una volta, ce li hanno arrotolati in fretta. Abbiamo anche provato a metterci soldi nostri, convinti di poter far fronte ad una situazione passeggera. Capendo poi, che il rischio ormai non vale la candela».
Oggi, ultimo giorno in cui sarà possibile passare in centro e comprare. O forse no. Dipende tutto dalle vendite che a fine giornata di ieri si saranno registrate. Fino alle 13 il negozio era pieno di clienti abituali e di quelli che, attraverso il passaparola, avevano saputo della grande promozione in atto.
Il modo che Voliani ha scelto per congedarsi dalla città e ringraziare chi gli ha riconosciuto fiducia in tutto questo tempo: via tutto, a metà del prezzo normale di vendita. E anche la riapertura pomeridiana, prometteva grande affluenza. La cosa certa è che la partita Iva cesserà ufficialmente con il primo novembre, cioè domani. «Come ho già scritto sulla nostra pagina social – termina Claudia –, ringrazio chi in questi anni ci ha scelto rispetto alla concorrenza, venendo in una zona del centro diventata anche scomoda per trovare parcheggio. È grazie ai livornesi che siamo stati una bella azienda ed era giusto dire grazie in un solo modo, vendendo cioè tutta la nostra merce a prezzo di realizzo. Usciamo di scena a testa alta, offrendo fino all’ultimo l’alta qualità che ci ha distinti. Perché, intendiamoci: se la roba costa meno, spesso un motivo c’è. Tanta amarezza, pensando ai sacrifici di tutta la famiglia. Per noi, tutto è paragonabile ad un lutto. Occorrerà del tempo per metabolizzare la decisione. La mattina, per chissà quanto ancora, ci sveglieremo comunque alla solita ora, pensando che c’è da andare in negozio, aprire presto, perché i primi clienti, alle 8, sono già in arrivo».l