Livorno, quando nel 1946 in via della Madonna nacque la prima fabbrica di radio
L’Altar si insedia per iniziativa degli imprenditori Mazzoni e Romagnoli
LIVORNO. Le radio d'epoca esercitano sempre un certo fascino e capita sovente di vederne qualcuna curiosando nei mercatini di brocantage in cui spiccano per i loro mobiletti in legno laccato, in ebanite oppure in materie plastiche, con le vistose manopole e la scala parlante dove selezionare la stazioni emittenti. Diverse appartengono a marche ormai da tempo cessate e quasi dimenticate. Una di esse aveva sede a Livorno: stiamo parlando della “Altar Radio”, scomparsa sessantacinque anni fa dopo avere rivestito una certa importanza nel panorama italiano della radiofonia riuscendo a mettere in listino una trentina di modelli nell'arco di un decennio, tanto è durata la sua attività produttiva. Negli anni '30 a Livorno si è era già registrato qualche tentativo di operare in campo radiofonico limitandosi però al commercio di componenti oppure alla riparazione ed all'assemblaggio artigianale come, ad esempio, per la “SAR” (Società Albizzati Radio). Per trovare a Livorno qualcosa nel settore a livello di piccola industria, bisognerà attendere il dopoguerra con la nascita della “Altar Radio” per iniziativa di Pierluigi Mazzoni e Ruffo Romagnoli. Siamo infatti nel 1946 quando la ditta “Altar”, abbandonata l'originaria attività di riparazione e vendita di radio, bilance automatiche e registratori di cassa, avvia la produzione di apparecchi radiofonici dando vita alla “Altar Radio – Costruzioni Radio Elettriche” con sede in via della Madonna 1 che nel 1951 sarà poi trasferita nel fabbricato ex SAIET-STEFET in viale Nazario Sauro (dove era la stazione del trenino Livorno-Pisa via Tirrenia) presso Barriera Margherita. L'aumento dei volumi produttivi portano nel 1953 ad un ulteriore trasferimento nei vasti locali di via del Toro, prima occupati dalla Tipografia “Stagi & Conti” (attuale sede dell'Emeroteca storica comunale), installando una falegnameria interna ed un reparto verniciatura ed arrivando ad impiegare 56 operai con una produzione media giornaliera di una trentina di apparecchi la cui progettazione era affidata a Pierluigi Ciucci (poi titolare del laboratorio di riparazioni radio-TV in via Maggi tuttora esistente). Iniziata con un piccolo modello a cinque valvole la produzione sfocia nel fortunato MR-20 con involucro in urea avorio. Nel 1949 viene lanciata anche una radio portatile per scooter, alimentata a pile e da applicare al primo modello di “Vespa” ed in seguito alla “Lambretta”.
Esce quindi il modello MR-30 proposto in varie versioni di cui una con mobiletto in legno ricoperto di vinilpelle di diversi colori, mascherina in urea avorio e scala parlante quadrata con gamme d'onda medie e corte. Assai più grande è il modello MR-15 S con mobiletto in legno impiallacciato di palissandro e frontale avorio in grado di captare onde medie, corte e cortissime, per arrivare poi ai modelli MR-26 e MR-27 T dalla sagoma più squadrata funzionanti anche sulla FM (modulazione di frequenza), rispettivamente con variazione di gamma a rotazione ed a tasti. La produzione viene estesa pure ai radiofonografi come il modello MR-40 F recante un giradischi a tre velocità ed una radio a onde medie, corte, cortissime e FM, il tutto racchiuso in un mobile bar in legno alto 85 cm. La metà degli anni '50 segna infine l'avvio della produzione di televisori su licenza “John Geloso” come il modello TV MR-22 da 21 pollici oppure il modello TV MR-23, sempre da 21 pollici, montato su un grosso mobiletto in legno palissandro con finiture dorate, tutti presentati alle esposizioni specializzate di Milano. La “Altar Radio” aveva inoltre agenzie di vendita a Pescara, Roma, Milano, Forlì, Cagliari, Catania, Firenze e Trieste con una produzione destinata per il 90% alle radio ed il resto alle TV. Purtroppo la forte concorrenza delle grandi case costruttrici di TV ed il brusco calo delle richieste di apparecchi radio minarono rapidamente l'esistenza della ditta livornese che chiuse i battenti nel 1958.