Livorno, l'attore Santomauro sul set con le star di Hollywood: «Vi racconto Fiennes e Binoche»
Aneddoti e curiosità: l’ex bimbo di San Marco ha finito le riprese di The Return: «L’esperienza cinematografica più importante fino a oggi: la livornesità aiuta»
LIVORNO. Un livornese tra i mostri sacri del cinema mondiale. Un ex bimbo del rione Pontino-San Marco, oggi 46enne, che si ritrova sul set con star internazionali come Ralph Fiennes candidato per tre volte all’Oscar e vincitore di infiniti riconoscimenti e Juliette Binoche vincitrice dell’Oscar per “Il Paziente Inglese”. E che nel 2024 tutto il mondo vedrà al cinema nel cast del film “The Return”: Stefano Santomauro, attore, cabarettista, artista poliedrico e ideatore del festival Sulla felicità ha finito di girare l’altro ieri e racconta al Tirreno un’esperienza professionale indimenticabile.
Dai palchi livornesi al set con grandi star internazionali vincitrici e candidati all’Oscar. Che esperienza è stata?
«Ancora non ci credo. Quando mi è stato comunicato che avevo passato il provino per il ruolo di Thoas ancora non sapevo che si trattasse di un film internazionale. Quando ho letto la sceneggiatura e scoperto che alla regia del film “The Return” c’era Uberto Pasolini e le star erano Juliette Binoche e Ralph Finnes non ho dormito due giorni».
Come sono sul set Ralph Fiennes e Juliette Binoche? Ha aneddoti da raccontare?
«Potrei raccontare cento aneddoti. Le riprese sono durate oltre 10 settimane e ho potuto lavorare con Ralph Fiennes e Juliette Binoche spalla spalla. Letteralmente. Sono due professionisti di altissimo livello: Ralph Fiennes candidato per tre volte all’Oscar e vincitore di infiniti riconoscimenti e Juliette vincitrice dell’Oscar per “Il Paziente Inglese”. Vederli lavorare per 10 ore al giorno è stata una lezione di recitazione senza eguali. Ralph Fiennes si è dovuto sottoporre anche ad una preparazione fisica che vedrete al cinema. È pazzesco, un vero soldato. Juliette ha un carisma incredibile, una forza che ti travolge. Fuori dal set sono dolcissimi e tutto il cast ha vissuto l’esperienza con grande armonia. Il primo aneddoto che posso raccontare è che sul set parlano tutti inglese e io, diciamo, che non pratico. I primi giorni è stata durissima. Ma imparo velocemente e in un batter d’occhio mi sono messo in riga. Ma i primi tre giorni mi ritrovo vicino a Juliette Binoche che si gira e mi fa una domanda sorridendo. Io non capendo niente sorrido in risposta e farfuglio qualcosa. Lei mi sorride e capisce che non ho capito. Chiedo ad un attore vicino a me: Cosa mi ha chiesto? Ti ha chiesto se ti eri svegliato presto questa mattina per arrivare sul set. Mi rigiro e rispondo a Juliette: “Yes, at six o’clock”. Lei ride. Io svengo».
In “The Return” sul set anche il nostro Claudio Santamaria. Che esperienza ha avuto con lui?
«Claudio Santamaria è stato il compagno di viaggio migliore che potessi scoprire sul set. Ci siamo piaciuti immediatamente e, oltre ad essere un grande attore, ha un’energia incredibile. Ho apprezzato molto il modo di dare consigli a tutti e quello ancora più bello di scherzare sul set. Ci siamo divertiti moltissimo».
Ci sono momenti suoi durante le riprese che vale la pena ricordare o per qualche risata o per qualche difficoltà che ha incontrato.
«Posso solo dirvi che il film è bellissimo. The Return racconta il ritorno di Ulisse ad Itaca dopo 20 anni. Penelope è in mano ai provi, di cui faccio parte, e il lavoro svolto dalle due star è mostruoso. I set ricostruiti lasciano a bocca aperta, la sceneggiatura è una carezza in mezzo alla tempesta. I momenti difficili sono stati tutti per loro. Da parte nostra, parlo dei proci, avevamo il compito di contrastare il livello altissimo che avevamo in controparte: secondo me abbiamo fatto un lavoro eccezionale. Alla fine delle riprese sia Ralph che Juliette non hanno mai mancato di farcelo capire. In particolar modo in una scena del film, i proci sono stati chiamati anche ad un grande lavoro di recitazione fisico che ci ha visto collaborare con stunt man professionisti (che hanno lavorato a film come Indiana Jones 5 o Fast and Furious 10 per citarne alcuni) . Alla fine di ogni ciak Ralph Fiennes veniva a complimentarsi con ognuno di noi. Con ognuno. Siamo rimasti senza parole. Alla mia scena in questione, venuta bene al primo ciak, mi giro e vedo Ralph Fiennes che si gira e sorridendo mi fa con entrambi i pollici ok! E sono svenuto anche li».
La livornesità in qualche modo l’ha aiutata? Qualcuno dei grandi è stato a Livorno? Era l’unico toscano sul set?
«Essere livornesi aiuta sempre nel mondo perché siamo capaci di attirare il bello delle persone. Diventiamo subito il centro del gruppo e riusciamo a creare un clima allegro e collaborativo. Almeno a me piace essere così. Ero l’unico livornese e toscano del cast, una bella soddisfazione per il sottoscritto e per la città. Nessuna delle star è stata a Livorno, ma sono convinto di portare Claudio Santamaria a fare un tuffo».
Lei nel film fa parte dei Proci. Ha recitato in italiano? In quali luoghi avete girato? Come si è preparato per il film?
«Abbiamo recitato in inglese. Il mio personaggio si chiama Thoas e una vocal coach ci ha seguito durante tutte le riprese del film. La troupe ha girato in Grecia, Ostia, Cerveteri e Roma. Un lavoro pazzesco. Per prepararmi al film innanzitutto mi sono riletto il poema omerico, traendo messaggi e significati che la prima volta erano passati inosservati».
Quando uscirà il filmal cinema?
«”The Return” uscirà in tutto il mondo, e a dirlo ancora mi tremano le gambe, nel 2024 con un’attesa che si fa già sentire. Il ritorno insieme di Ralph Fiennes e Juliette Binoche dopo “Il paziente inglese” è sicuramente un biglietto da visita che non capita tutti i giorni».
È stata la sua esperienza cinematografica più importante fino ad ora? Ha un suo sogno nel cassetto?
«Vivere questa esperienza è stato un regalo improvviso e meritato. Dico con orgoglio, e chi mi conosce lo sa, che dedico al lavoro artistico l’attenzione che merita. Mi faccio il mazzo, senza tessere (perché l’arte è apolitica e politica nello stresso momento) e prima o poi i risultati arrivano. Questa esperienza cinematografica è la più importante fino ad oggi e ancora non mi sembra vero. Il mio sogno nel cassetto è quello di continuare a vivere di arte. Ci riesco e non è scontato. Per ora il cassetto è aperto. Speriamo ci resti. Ci tengo a ringraziare i tanti, davvero tanti, che tramite i miei racconti un po’scanzonati sui social di questa avventura mi hanno fatto sentire il loro affetto e la loro sincera gioia per tutto il bello che mi sta accadendo».
E a livello teatrale c’è qualcosa che bolle in pentola? Ha progetti nuovi a cui sta lavorando?
«Diciamo che in pentola bollono anche troppe cose. Per quanto riguarda la carriera cinematografica e televisiva ci sono dei progetti di cui non posso ancora parlare che se vanno in porto mi sentite gridare per la felicità da ora fino al 2029. Per il teatro, mio vero amore, porto ancora con grande successo di pubblico gli spettacoli Like ed Happy Days in giro per la penisola. Sto scrivendo il nuovo show comico “God Save The Sex” che potrebbe vedere la luce in un Festival Nazionale nel 2024 e stiamo organizzando la terza edizione del Sulla Felicità Festival che con grande fatica prova a restare a Livorno. Se Ulisse ritorna a Itaca, forse riusciremo a mettere le radici anche con questo Festival in città».l