Il Tirreno

Livorno

L'intervista

«Tagli al porto», il presidente dell'Amerigo Vespucci di Guasticce: «Ora i soldi sono solo promesse»

Stefano Taglione
Il presidente dell'interporto "Amerigo Vespucci", Rocco Guido Nastasi
Il presidente dell'interporto "Amerigo Vespucci", Rocco Guido Nastasi

Collesalvetti, parla Rocco Guido Nastasi: «Avevamo faticato tantissimo per riuscire ad averli, ma mi fido del viceministro»

10 luglio 2023
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LIVORNO. «Abbiamo faticato tantissimo per ottenere quei finanziamenti ed è veramente un peccato che ora siano stati rimossi. Confido assolutamente nel viceministro Edoardo Rixi, che è una persona onesta e molto preparata, soprattutto in tema di porti e interporti. Certo è che prima i soldi erano una certezza, dato che erano stati inseriti nel bilancio dello Stato, mentre ora sono solo una promessa. L’intenzione di un esponente del Governo, è vero, ma sempre di promessa si tratta. Non ci resta altro che sperare».

A parlare è il presidente dell’interporto “Amerigo Vespucci” di Guasticce, Rocco Guido Nastasi. Il manager della società controllata dalla Regione Toscana e dagli enti del territorio, 70 anni, si dice «molto preoccupato» dopo l’ultima decisione dell’esecutivo, per lui e per tutti completamente inattesa, ma confida comunque nel finanziamento dell’opera, «che alla fine costerà comunque di più dei 312 milioni previsti finora, a mio avviso forse fra i 450 e i 500».

Presidente, questa decisione che cosa comporta per il nostro territorio e per tutti i suoi lavoratori?

«Che i soldi, che prima c’erano, oggi non ci sono più. Il progetto, cruciale per il nostro scalo marittimo e per l’economia del territorio, andrà completamente rifinanziato. E onestamente sono molto preoccupato».

Il viceministro Edoardo Rixi rispondendo alle proteste delle opposizioni ha spiegato che, in ogni caso, i soldi arriveranno quando il cantiere sarà pronto a partire. Quando, insomma, il progetto sarà ultimato.

«Speriamo, ma lo ripeto: è una promessa. I soldi già c’erano, ora sono stati tolti. Mi fido del viceministro, sia chiaro, perché l’ho conosciuto ed è una persona onesta ed estremamente preparata, soprattutto sui porti e i poli logistici a essi collegati. Ma i fatti dicono che al momento la sua è appunto una promessa, mentre prima con lo stanziamento le stesse risorse erano una certezza, era state inserite nel bilancio dello Stato».

Il progetto è in ritardo, come mai?

«La piana di Guasticce è molto delicata dal punto di vista idrogeologico e nella fase di progettazione bisogna fare molta attenzione a ogni aspetto ambientale e non solo. Italferr, la società del Gruppo Ferrovie dello Stato, ci sta lavorando da tempo. Non stiamo fermi, tutto sta procedendo».

Parliamo di un’opera indispensabile per il territorio.

«Esattamente. La realizzazione di quest’opera è fondamentale per Livorno, per Collesalvetti e per il resto della Toscana perché, una volta che sarà pronta la Darsena Europa, su questi binari si muoverà la maggior parte del traffico ferroviario del nuovo porto di Livorno. E noi come interporto faremo la nostra parte».

Ha detto che era stato molto difficile riuscire a far finanziare l’opera. Un rammarico ora che i soldi sono stati, nella migliore delle ipotesi, “congelati”.

«Esatto. Mi ricordo quando ci raccomandavamo con l’ex ministra Paola De Micheli perché da tre-quattro anni non vedevamo niente. Nessun risultato. Poi ce l’abbiamo fatta. Ricordo il grande impegno dell’ex viceministra Teresa Bellanova (in passato già ministra dell’Agricoltura ndr) che è riuscita a riunire tutti gli enti territoriali (livornesi e toscani) svolgendo un ottimo lavoro e riuscendo a inserire questi fondi nel bilancio dello Stato. Lei è stata determinante, è fra i maggiori artefici di questa vittoria, ma purtroppo adesso quei soldi non ci sono più e per questo siamo veramente tutti molto preoccupati. Ne ho parlato anche con Luciano Guerrieri, il presidente dell’Autorità sistema, con il quale mi sono sentito dopo le notizie da Roma».

Si fida comunque del Governo?

«Certo che mi fido. Ma sono solo parole, al momento. Il viceministro Edoardo Rixi sostiene che nel 2024 partiranno i lavori e io ne sono felice, ma i soldi dove sono finiti? Se sono stati tolti, evidentemente, vanno rimessi. Ed è l’unica cosa che conta». l


 

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