Livorno, il Mercato Centrale piange storico commerciante di 69 anni
Aveva aperto il banco quando aveva 17 anni: un sorriso per tutti e grande disponibilità
LIVORNO. Ci ha salutati ieri mattina, ad un orario in cui qualche volta si concedeva un caffè veloce, seguito dalla immancabile sigaretta lasciando per pochi minuti al banco numero 150 il fratello Mauro, il nipote Matteo e mamma Loriana.
Massimo Salvador aveva 69 anni, le 70 candeline le avrebbe spente il giorno di Santo Stefano e fino a un mese e mezzo fa viveva la sua vita tranquilla. Divisa tra lavoro, la famiglia (un nonno splendido) e la passione per la caccia. Aprì quel banco che aveva 17 anni, poca voglia di studiare, ma tanta invece di rendersi indipendente. Parlò chiaro con babbo Igino e mamma Loriana. «Basta, a scuola non ci vado più, devo però trovare qualcosa da fare». Partì l’avventura, non senza qualche parziale delusione. Quelle dell’inizio di una attività, quando hai ancora pochi clienti.
È accaduto che proprio la mamma, che gli dava una mano dietro il banco aprendo alle 4 del mattino nei vasti locali del Mercato delle Vettovaglie, gli mettesse di tasca propria qualche soldo in più in cassa per mostrargli che qualcosa a fine giornata aveva guadagnato. Lo sprone a non scoraggiarsi.
Al banco numero 150 si vendevano polli, tacchini, faraone. La migliore qualità che ci fosse. I clienti crebbero in fretta e non sono mai più diminuiti.
Un sorriso per tutti e grande disponibilità. Anche con persone meno abbienti. Qualcosa in più nella borsa per qualcuno non mancava mai, e anche tanti pagavano al mese dopo quando riscuotevano. «La gente va aiutata – diceva – perché anche noi non si navigava nell’oro e io lo ricordo anche ora che non mi manca nulla». Qualche tempo dopo, si unì all’attività anche Mauro, il fratello, detto “Maurone” per via di un fisico e una statura che si fanno notare. Due anime in un nocciolo, due fratelli veri sotto gli occhi dell’immancabile Loriana, ormai 91enne presente non tutti i giorni e per il solo piacere di fare due chiacchiere con clienti affezionati. Dai polli, erano arrivati anche i conigli e negli ultimi anni anche il maiale. Con qualche puntina di carne di manzo per accontentare la passione del nipote Matteo. Massimo era molto conosciuto anche nel rione di Colline, dopo aver rilevato 19 anni fa la tabaccheria opraticamente di fronte alla pasticceria Cristiani, intestandola alla figlia ma stando anche lui al publico come collaboratore familiare nelle ore pomeridiane.
Grande passione per la caccia, si diceva. Fagiani e soprattutto, la tesa al colombaccio. Condivisa col fratello e col cugino Sirio. Fino agli ultimi giorni di vita, prima di spegnersi alle cure palliative, faceva preparativi per l’attrezzatura venatoria. Ha donato le cornee, lascia la moglie Elisabetta e i figli Filippo e Ilaria. I funerali sono previsti per oggi (giovedì 25) alle 15, 30 dalla stanza mortuaria ad opera della Misericordia.