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Livorno, la strage del Moby Prince dentro al Cisternone: ecco l’installazione della memoria

di Federico Lazzotti
Livorno, la strage del Moby Prince dentro al Cisternone: ecco l’installazione della memoria

Acqua, immagini e voci nell’installazione che viene inaugurata venerdì 14 aprile. Saranno proiettate le foto dell’associazione 140 tra dolore e ricordi

14 aprile 2023
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LIVORNO. In una storia in cui lo Stato non c’è stato, o c’è stato in modi diversamente opportuni – nello spazio e nel tempo – lo Stato lo ha fatto la gente. Tutti quelli che in 32 anni, giorno dopo giorno, anno dopo anno, iniziativa dopo iniziativa, hanno annaffiato di gesti e parole la memoria del Moby Prince, per non farla seccare. Perché nessuno la potesse estirpare. Perché nessuno potesse dire, un giorno, di aver dimenticato. Accollandosi così la responsabilità più grande: quella del ricordo. C’è chi, a tenere in vita la memoria, si è ammalato, chi non può neanche più raccontare la fatica che ha fatto per non dimenticare.

L’ultima iniziativa di un viaggio iniziato la notte del 10 aprile 1991 e di cui non si vede ancora la fine, comincia questo pomeriggio alle 15,30 al Cisternone dove per tre giorni l’associazione Effetto Collaterale inaugura “Moby Prince – Memorie cittadine”, installazione audiovisiva realizzata in occasione del 32° anniversario della strage.

Per tre giorni da oggi a domenica, dalle 15.30 alle 19.30 (ingresso gratuito), il Cisternone diventerà un maestoso monumento alla memoria fatto di acqua, immagini e voci per non dimenticare e ricordare le 140 vittime e i familiari che da 32 anni chiedono verità e giustizia. L’iniziativa, che ha il patrocinio del Comune e di Asa, nasce all’interno del progetto “Documenta”, lanciato dall’associazione Effetto Collaterale nel 2019 per promuovere il ricordo delle vittime del Moby Prince coniugando arte e memoria.

L’edizione di quest’anno è dedicata a Francesca Talozzi che, scomparsa un anno fa, con l’associazione Effetto Collaterale si è impegnata a lungo per tenere viva la memoria della strage. Dice Alessia Cespuglio, presidente dell’associazione Effetto Collaterale, fondata nel 2009 con l’amica Francesca: «Racconteremo come Livorno ricorda e ha ricordato in questi lunghi anni le 140 vittime del traghetto Moby Prince, lasciate morire la notte del 10 aprile 1991. Oltre all’acqua, questo luogo storico della città custodirà per tre giorni un altro bene prezioso: la memoria della strage. Attraverso la proiezione delle immagini conservate nel fondo fotografico dell’associazione 140, ripercorreremo i giorni e i mesi immediatamente successivi a quel 10 aprile, il dolore dei familiari, il recupero del traghetto carbonizzato, il processo conclusosi con un agghiacciante “il fatto non sussiste” e i cortei cittadini che in questi 32 anni hanno segnato la storia della città».

Al centro dell’installazione – sottolinea il fotografo Attilio Zavatta, che ha curato l’allestimento di cui pubblichiamo in anteprima un’immagine – «non solo la memoria della strage ma anche il ricordo di ciò che eravamo allora, una doppia memoria che è importante tenere insieme. Al Cisternone ci saranno quindi anche le immagini del 1991 che tanti cittadini ci hanno inviato in risposta alla “chiamata alla memoria” lanciata lo scorso marzo. Foto di famiglia, foto di vacanze o compleanni, ritratti, foto di bambini, di matrimoni e amici. Scatti preziosi provenienti dai nostri archivi domestici che ci spingono ad un esercizio di memoria: ricordare chi eravamo, dove eravamo nell’anno della strage. Immagini comuni eppure uniche e personali di chi avrebbe potuto essere su quel traghetto perché ognuno di noi è 141».

Insieme alle immagini, accompagnerà i visitatori un suggestivo audio: all’interno della grande cisterna cittadina la voce poetica di Simonetta Filippi, scrittrice e attivista dell’associazione Effetto Collaterale, ricorderà quella terribile notte e i nomi di tutti coloro che quella notte sul Moby Prince trovarono la morte. Una morte ancora oggi senza spiegazioni né colpevoli.

«Quella realizzata dall’associazione Effetto Collaterale – afferma Giacomo Sini, dell’associazione 140 – è un’iniziativa innovativa e di grande impatto, anche per noi familiari, perché unisce memoria collettiva e memoria soggettiva. Per chi, come me, quella notte di 32 anni fa ha perso un familiare, la strage del Moby Prince è anche questo: un percorso doloroso che vede intrecciarsi un’esperienza personale ad una collettiva perché quel dolore è comune a 140 famiglie. Un grande grazie dunque ad Effetto Collaterale che da anni cerca, attraverso l’arte performativa e visuale, di costruire e condividere memoria. Ricordo bene lo spettacolo teatrale che nel 2012 Francesca Talozzi portò in scena alla Fortezza e tutte le altre iniziative che sono seguite. Se oggi sentiamo una città più partecipe e consapevole di ciò che stato è anche grazie al loro lavoro».


 

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