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Moby prince
La tragedia 32 anni dopo

Moby Prince, nel nome di Loris lenzuoli bianchi come nell’hangar

Moby Prince, nel nome di Loris lenzuoli bianchi come nell’hangar

Livorno, in via Terreni parte la campagna choc: fotografati come vittime

10 marzo 2023
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LIVORNO. La lotta civile per verità e giustizia sulla strage del Moby Prince è ancora viva. A 32 anni dall'evento che ha cambiato per sempre le loro vite le associazioni familiari delle vittime lanciano una campagna di mobilitazione choc. Perché non si abbassi mai l’attenzione sulla più grande tragedia della marineria italiana, perché si arrivi finalmente a fare luce su cosa successe quella note nelle acque davanti al porto di Livorno. Perché si sgombri per sempre quella cortina di fumi fatta di silenzi, false verità, depistaggi, ombre che hanno da sempre contrassegnato questa storia.

Domani sabato 11 marzo, presso la sede dell'Associazione 140 in Via Terreni 2, dalle ore 16.30 chiunque potrà interpretare una delle vittime della trgedia del traghetto sdraiandosi a terra sotto un lenzuolo bianco in una posizione analoga a quella dove i familiari li riconobbero durante le drammatiche giornate che seguirono la strage, aiutando così la produzione della parte visiva della campagna.

Ciascuno scatto infatti andrà a formare lo sfondo di uno dei 140 cartelli con i nomi e cognomi delle vittime, il numero di repertorio attribuito per la strage e la scritta "140 morti: nessun colpevole", unita all'hashtag ormai celebre "#iosono141". I cartelli prodotti saranno portati dai familiari delle vittime in corteo il 10 aprile 2023 per l' anniversario della strage.

Terminati i 140 scatti funzionali alla campagna dei lenzuoli bianchi ciascun cittadino potrà replicare l'iniziativa con associato l'hashtag #iosono141, indicando per l'ennesima volta di essere la 141esima vittima vivente della strage perché ancora in attesa di verità e giustizia.

"Chiediamo alla cittadinanza livornese di starci vicina partecipando alla campagna dei lenzuoli bianchi. Ci siamo ispirati alla promessa del nostro amato Loris Rispoli, che ancora combatte per la riabilitazione dopo la malattia. Loris ha sempre ripetuto di aver giurato di cercare verità e giustizia su quella distesa di lenzuoli bianchi, esposti nell'hangar Karen B, quando fece il riconoscimento di sua sorella e come lui anche noi rinnoviamo quest'anno quel giuramento. Un giuramento che vogliamo estendere anche a tutte le altre vittime che questa strage ha continuato a fare nei tre decenni successivi per l'assenza di verità e giustizia. Vittime come il nostro caro ancora compianto Angelo Chessa" così Nicola Rosetti e Luchino Chessa, presidenti delle associazioni familiari delle vittime 140 e 10 aprile, in una nota di divulgazione dell'iniziativa.

«Vogliamo che la Procura di Livorno e la Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze ci dicano qual è l'esito delle loro indagini dopo 4 anni di silenzio e chiediamo una nuova commissione d'inchiesta che possa proseguire gli approfondimenti sul mancato soccorso la notte della strage ad opera dello Stato e sulle ragioni profonde di quell'intollerabile comportamento, inclusa la dinamica di una collisione che l'ultima commissione d'inchiesta della Camera ha iniziato a tratteggiare. Attendiamo inoltre dal Tribunale di Firenze la risposta definitiva sul nostro ricorso», concludono Chessa e Rosetti.l
 

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