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Il lutto

Portuale e tifoso del Livorno muore a 51 anni: «Addio Bruno, gigante buono»

di Stefano Taglione

	Bruno Busoni
Bruno Busoni

Livorno: Bruno Busoni aveva vogato per il Palio marinaro: «Se n’è andato in due mesi». Cresciuto in Borgo, abitava in Corea

24 febbraio 2023
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LIVORNO. Un tumore l’ha ucciso in appena un mese, strappandolo all’affetto dei familiari e dei tantissimi amici che aveva in tutta la città. È lutto in porto e nella tifoseria amaranto per la morte di Bruno Busoni, 51 anni e storico ultrà della Curva nord, scomparso ieri dopo una malattia fulminante. Portuale di lungo corso, apprezzatissimo dai colleghi e dai suoi superiori, si occupava per lo più del carico e dello scarico della frutta che sbarcava sulle nostre banchine dalle navi che ormeggiava dal Sudamerica.

La sua famiglia, invece, è nota a Livorno per il commercio dei mobili. Lui è cresciuto nel quartiere di Borgo e abitava in Corea dove tutti lo conoscevano e stimavano. «Un mese fa stava benissimo – ricorda il suo grande amico Massimo Gnolfo, che lo conosceva da quando aveva 18 anni proprio per l’amore amaranto – e ciò che è successo è incredibile e inspiegabile anche a detta dei medici che lo hanno curato in ospedale. Lunedì 20 febbraio, ad esempio, dalla corsia della degenza ci chiedeva del Livorno ed era contentissimo quando gli abbiamo detto che contro il Città di Castello aveva vinto 3 a 0. Poi, negli ultimi giorni, non era più lui e non parlava più. Vederlo in quelle condizioni mi ha provocato un dolore terribile».

Per i suoi amici, Busoni, era «il gigante buono». «Era pronto sempre a tirarti su con una battuta – prosegue Gnolfo – o a darti una mano quando avevi bisogno. Era un vero livornese, quello che ti aiuta quando serve o che ti rende felice con una battuta. Amante del mare, della pesca, da giovane aveva anche vogato per una cantina del Palio». A partire dagli Ottanta, come ricorda Gnolfo, «seguiva in Livorno in trasferta anche nei momenti più difficili, quando allo stadio ospite andavano 50 persone. Amava la squadra di calcio, non si perdeva mai una partita, era un vero ultrà». «Un uomo di cuore – prosegue l’amico di vecchia data – nonché un livornese per antonomasia. Su Whatsapp faccio parte di una chat con lui e con tutti i nostri amici e non dimenticherò mai i suoi messaggio audio, con quel vocione, pronti sempre a tirare su qualcuno giù di morale o a farci sganasciare dalle risate con qualche battuta delle sue...».

Busoni, che ha un fratello di nome Silvio di tre anni più giovane, lascia la moglie e due figli di sei e otto anni. La sua amata famiglia per la quale viveva. «Aveva coronato il suo sogno – prosegue Gnolfo – sposandosi nel giugno del 2021. Gli piaceva tutto della vita e amava il suo lavoro, dove aveva raggiunto un ottimo livello di responsabilità ed era felice. È incredibile ciò che è successo: quel maledetto tumore, nonostante non avesse leso gli organi vitali, lo ha ucciso in un mese. Anche i medici, all’ospedale di Livorno, non hanno saputo spiegarsi quest’evoluzione. Una perdita immane per tutti noi e per la sua famiglia, giovane, visto che la mamma lo ha concepito quando aveva 18 anni e oggi ne ha 71». Il funerale si celebrerà il 25 febbraio alle 15.45 alla camera mortuaria di viale Vittorio Alfieri, a cura delle onoranze funebri della Svs. 

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