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Così ti sfilo il Rolex dal polso. «Ecco come difendersi»

Così ti sfilo il Rolex dal polso. «Ecco come difendersi»

Una persona, quasi sempre una donna, si avvicina a un’altra che sta camminando per strada. Fa finta di chiedere informazioni – se ha davanti una donna – o tenta un approccio di tipo sessuale – se di fronte c’è un uomo. Poi, senza farsi notare, sfila l’orologio dal polso del malcapitato o sgancia il gioiello dal collo

05 luglio 2022
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LIVORNO. Una persona, quasi sempre una donna, si avvicina a un’altra che sta camminando per strada. Fa finta di chiedere informazioni – se ha davanti una donna – o tenta un approccio di tipo sessuale – se di fronte c’è un uomo. Poi, senza farsi notare, sfila l’orologio dal polso del malcapitato o sgancia il gioiello dal collo. A Livorno da inizio anno ci sono stati almeno quattro furti con destrezza di Rolex, tre dei quali concentrati in un unico mese. Tutti seguiti, per quanto riguarda le indagini, dalla polizia. L’ultimo in ordine di tempo risale a sabato scorso: alla Rotonda d’Ardenza una donna ha sfilato il Rolex da 30.000 euro dal polso di un 67enne. E nel computo andrebbero aggiunti i colpi simili con gioielli e altri tipi di orologi come refurtiva. A spiegare come agiscono i ladri è il tenente Marco Saccà, comandante del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia dei carabinieri di Livorno.

Richiesta informazioni
«Una delle modalità di approccio (alla vittima da parte dei ladri, ndr) consiste nella richiesta di informazioni – spiega il tenente Saccà –. Si inizia così o tentando di far ricordare alla persona con cui si sta parlando una conoscenza comune, che in realtà non esiste». Il primo è esattamente il caso di ciò che è successo l’8 maggio in piazza Attias, qui un 72enne è stato avvicinato da una donna che gli ha chiesto dove fosse via Marradi, salvo poi rubargli il Rolex da 5.000 euro. «Queste persone si avvicinano e, prendendo di sorpresa chi sta di fronte, riescono a sfilare l’orologio dal polso. Capita anche che le vittime si accorgano dell’ammanco solo dopo che il ladro si è allontanato». È questo, infatti, ciò che racconta l’uomo vittima del furto con destrezza in piazza Attias, che preferisce mantenere l’anonimato: «Dopo nemmeno un minuto mi sono accorto di non avere più il Rolex e ho cercato di rincorrere chi me l’aveva preso, ma la donna non c’era già più». Ed è ciò che si è ripetuto anche il giorno dopo. Perché il 9 maggio c’è stato un altro furto di Rolex, questa volta del valore di 15.000 euro e questa volta, com’è capitato pochi giorni fa, alla Rotonda d’Ardenza.

L’identikit del ladro
Qui un livornese di 67 anni è stato avvicinato da una donna mentre passeggiava da solo sul lungomare. «Le vittime preferite sono uomini, prevalentemente non più giovanissimi – spiega il tenente Saccà –. Generalmente le autrici sono donne, spesso di origini straniere, dai modi garbati e gentili. E prevalentemente hanno vicino qualcuno che le aiuta a scappare (dopo il furto, ndr)». E così è accaduto all’inizio di maggio alla Rotonda d’Ardenza. La vittima ha descritto la ladra come una donna con l’accento dell’est, che dopo il furto è fuggita a bordo di un’auto guidata da un complice. Spesso la vittima di raggiri come questi è un uomo, ma non sempre. Il 27 maggio, infatti, ad essere derubata del Rolex da 15.000 euro che portava al polso mentre si trovava in viale Nazario Sauro è stata una donna di 80 anni. Anche in quel caso la donna è stata avvicinata con una richiesta di informazioni.

I consigli dei Norm
Ma come facciamo a difenderci in queste situazioni? «Intanto – afferma il tenente Saccà – suggerisco di non passeggiare a bordo strada ma, dove possibile, di allontanarsi di qualche metro. Sia perché in questo modo per il ladro è più difficile fuggire sia perché così è più complicato notare gli oggetti di valore che si hanno indosso». Poi, naturalmente, non bisogna dare confidenza agli estranei. «Raccomando di fare molta attenzione e di mantenere sempre una certa distanza. Se si vede che la persona insiste è opportuno attirare l’attenzione dei passanti, chiamare il 112 e dire che si stanno contattando le forze dell’ordine».

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