Ultimatum dall'Authority ai circoli del Mediceo: «O dite sì o ve ne andate»
Livorno: stavolta la “grana” per l’Autorità di sistema non sono le portacontainer da 300 metri o i traghetti di 70mila tonnellate di stazza, ma il popolo della piccola nautica
LIVORNO. Stavolta la “grana” per l’Authority non sono le portacontainer da 300 metri o i traghetti di 70mila tonnellate di stazza lorda: stiamo parlando del popolo della piccola nautica. Una folla di barchette di pochi metri, ne servirebbero una quarantina in fila per raggiungere la lunghezza di una love boat o d’una nave cargo. Ma è questo l’ultimo fronte caldo che si è aperto a Palazzo Rosciano: in ballo il destino di un esercito di barche appartenenti a dieci circoli all’interno del Porto Mediceo, nello specchio d’acqua che è destinato a ospitare il porto turistico.
Oggi alle 15 appuntamento sotto le finestre di Palazzo Rosciano, quartier generale dell’Authority, per un presidio di protesta (nel segno del rispetto delle norme anti-contagio). È il fronte del “popolo delle barchette” riunito sotto le insegne dell’ “Associazione per la tutela e la conservazione delle tradizioni marinare e del Porto Mediceo”, una denominazione che raggruppa gli aderenti ai circoli Il Passatempo, La Vela, Calata delle Ancore, Arci La Vela, Il Muro del Pianto, Libertas La Vela, Scali Novi Lena, Darsena Nuova, Borgo, Lavoratori Autorità Portuale. Una delegazione – composta probabilmente da Franco Mantellassi, Roberto Lippi, Paola Turio e Antonio Bellesi – salirà le scale per incontrare i vertici dell’istituzione portuale.
Certo, il fronte della piccola nautica è tutt’altro che contento dell’arrivo di un operatore privato che arriva a trasformare il Porto Mediceo, l’ha ripetuto negando di aver un qualsiasi accordo con Azimut Benetti o con l’Authority. Al tempo stesso, però, - spiegano dall’associazione – c’è da chiarire tutta una serie di aspetti che saranno di dettaglio ma hanno conseguenze tutt’altro che trascurabili: a cominciare dal dettaglio delle spese accessorie, dagli aspetti amministrativi, dal chiarimento se il rapporto è con i singoli proprietari di barche o è con il circolo (ed è quest’ultimo che ne risponde). Viene fatto rilevare che «un circolo standard finora spendeva 14-15mila euro all’anno per concessione, tasse e pulizia mentre con questo passaggio nei primi due anni, anche con uno scontro del 50%, si arriverebbe a 40mila e quando qualche anno più tardi tutto sarà a regime il prezzo pieno sarà di 80mila euro annui da suddividere fra i soci. Forse per una bella barca a vela da 150mila euro è una cifra abbordabile, lo è un po’ meno per un gozzo che vale qualche migliaio di euro».
Il “popolo delle barchette” racconta che alla vigilia dell’incontro a Palazzo Rosciano sono state recapitate due mail che, prima ancora di mettersi seduti, segnano una svolta: benché lo facciano dopo aver richiamato che il “fronte del no” ha avuto torto di fronte al Tar e si è visto respingere al mittente la propria proposta di “porto della città”, sempre svolta è: ci sono 60 giorni di tempo per aderire alla proposta di inquadramento all’interno del porto turistico, dice il provvedimento firmato dal segretario generale Massimo Provinciali. Chi non ci sta ha tempo fino al 30 giugno per sgombrare: non solo portar via la barca ma smantellare i pontili e qualsiasi struttura, in caso di inadempienza lo farà l’Authority e poi si farà restituire i quattrini (con tanto di multe e rischio di castighi penali).
La mail è stata interpretata come un tentativo di far fallire ogni possibile mediazione e l’apertura di qualsiasi tavolo di confronto fra le parti. «Invece – sottolineano i promotori del presidio di protesta – per quanto abbiamo trovato tante difficoltà nell’aprire un dialogo sia con il Comune che con l’Authority, ci eravamo rivolti a Palazzo Rosciano con l’idea di trovare un interlocutore che riuscire a essere al di sopra delle parti e riuscisse a contemperare le ragioni»
Prima ancora che si materializzino all’orizzonte la Darsena Europa o il microtunnel, le liti sulla Sponda Est o il braccio di ferro sulla concessione in radice di Darsena Toscana, ecco una bella gatta da pelare per il presidente designato Luciano Guerrieri che appena arrivato dovrà affrontare la scadenza imposta al “popolo delle barchette” per aderire al porto turistico. —
M.Z.
© RIPRODUZIONE RISERVATA