Il Tirreno

Livorno

Telefonate moleste

Legge sul telemarketing selvaggio, manca ancora il regolamento: "E così mi chiamano lo stesso alle 23,35"

Ilaria Bonuccelli
Legge sul telemarketing selvaggio, manca ancora il regolamento: "E così mi chiamano lo stesso alle 23,35"

Manca il regolamento che consente agli abbonati di iscriversi al Registro delle Opposizioni e difendersi dalle chiamate commerciali: Il Tirreno lancia una nuova petizione per ottenerlo 

30 ottobre 2018
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LIVORNO. La telefonata arriva di sabato pomeriggio. Sono le 14,42. Un orario che dovrebbe essere interdetto al telemarketing. Il numero è lo 02/4003578. Non risulta iscritto al Registro degli Operatori di Comunicazione, il Roc, dove si trovano le società che «esercitano attività di call center». Infatti l’operatore è aggressivo. E bugiardo. Si presenta come Marco Testa di Milano, ma parla male l’italiano. Poi ammette di essere albanese. Snocciola una serie di informazioni sull’utenza del metano - indirizzo dell’abitazione, dati anagrafici sulla titolare - e dice di avere un mandato da AEEG, la vecchia autorità dell’Energia e del gas che dal 1° gennaio 2018 non esiste più. È diventata Arera.

Come gli viene fatto presente, arrivano gli insulti: «Lei è matta, ma che è scema? Non sa neppure quali sono più i suoi dati?». E poi il clic. Una telefonata commerciale, molesta. Ma non illegale. Non del tutto, per lo meno. Infatti, in Italia dal 4 febbraio 2018 grazie alla campagna de Il Tirreno esiste una legge contro il telemarketing aggressivo. Una legge che impedisce ai call center di telefonare a chiunque senza esplicito consenso per proporre offerte commerciali. Il punto, però, è che la legge è disattesa. Perché non è mai stato approvato il regolamento che consente a oltre 100 milioni di utenze - cellulari e numeri fissi riservati - di iscriversi al Registro delle opposizioni. Il Registro scudo contro le chiamate moleste.

Perciò Il Tirreno riprende la sua campagna. Rilancia, con la piattaforma Change.org, la petizione per sbloccare il regolamento di attuazione della legge che il ministero dello Sviluppo economico avrebbe dovuto produrre 6 mesi fa. La petizione è già on line. In poche ore ha già collezionato oltre 1500 firme di sostenitori da tutta Italia, stufi delle molestie mai finite.

Ad esempio, Giancarlo Olimbo sottoscrive la petizione perché le «molestie telefoniche sono aumentate nel tempo, anziché diminuire. Il ministero dello Sviluppo Economico proceda nella elaborazione ed implementazione del Regolamento senza ulteriore indugio: è davvero incomprensibile il suo comportamento a distanza di un così lungo lasso di tempo. Le attività legislative incompiute non hanno alcun significato e dimostrano una preoccupante isteresi amministrativa». Lo ribadisce dal Livorno Daniele Malanima: «Appoggio questa petizione perché una legge non applicata non serve a nulla». «E devono mantenere quello che avevano promesso», aggiunge Giovanni Cortese. Anche perché - fa presente Nereo Fontana, un altro sostenitore della petizione - «non passa giorno che non mi molestino». Addirittura - aggiunge Vanni Giuffrè «nelle ore più impensate siamo molestati da decine di chiamate a sfondo commerciale. Ora basta». Bianca Maria Barnini sostiene di aver ricevuto «persino una telefonata alle 23,35’ ai primi di ottobre». Perciò Claudio Picchi invita «il governo attuale a portare a compimento ciò è iniziato con la precedente legislatura. Mantenere l'impegno è fondamentale per la credibilità delle istituzioni».


Il regolamento di attuazione della legge, però - come scritto da Il Tirreno - è bloccato all’ufficio legislativo del Mise. La conseguenza fa presente Silvia Campanella, è che «pur non essendo sugli elenchi telefonici, ricevo continuamente telefonate sia sul fisso che sul cellulare». Questo accade perché in assenza del regolamento, il Registro delle opposizioni non può essere riformato e l’iscrizione anti-chiamate moleste non può essere consentita anche a cellulari e numeri fissi riservati. Lo scudo contro il telemarketing aggressivo, quindi, resta - come nel 2011 - limitato ai numeri di telefono pubblicati negli elenchi telefonici, malgrado la nuova legge. «Ma io - sbotta Nadia Del Carlo -non ne posso di telefonate che, nonostante abbia inviato un e-mail anche al Garante della privacy, continuano ad arrivare ad ogni ora del giorno». E Alessandro Solenni si domanda: «Perchè siamo in queste condizioni dopo una petizione già abbondantemente firmata che ha portato a una legge già approvata in Parlamento ma che di fatto è rimasta “lettera morta”? È ora di agire. Basta con le lobbies».

O comunque con le chiamate moleste, conclude Andrea Grossi che sintetizza: «Firmo la petizione perché sono stanco di ricevere decine di telefonate commerciali inutili e assurde. Chi ha una partita Iva è bersagliato, disturbano, ti distolgono dal tuo lavoro, tengono il telefono impegnato quando veri clienti potrebbero chiamare. Ora chiamano anche per il trading on line! E poi, chi fa ancora contratti commerciali via telefono? Infine, sono per la stragrande maggioranza stranieri che chiamano da Albania, Romania, ultimamente anche dal Regno Unito». Quando basterebbe un regolamento per fermarli.

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