Il giallo
Darsena Toscana, la Capitaneria sequestra la tensostruttura a servizio di Grimaldi
Livorno,, «Non ci sono autorizzazioni, è abusiva». L’Authority minimizza: tutta colpa di un intoppo burocratico, lo sistemeremo
LIVORNO. La Capitaneria di porto ha messo sotto sequestro la tensostruttura alla radice della Darsena Toscana là dove sono le aree di Sdt, la società nata dall’alleanza fra Sintermar (storico partner di Grimaldi) e Tdt (presente già con il terminal contenitori sul resto della sponda ovest).
È una struttura di 800 metri quadri che viene utilizzata come una sorta di stazione marittima, incluse le funzioni di biglietteria: niente murature ma plastica e legno più finestre, porte e pareti, sedie e attrezzature ma anche i servizi igienici e l’allaccio alla linea elettrica, all’acquedotto e alla rete telefonica.
Niente da fare: a giudizio del nucleo operativo di polizia ambientale della Capitaneria, il “tendone” non ha nessun titolo per occupare quello spicchio di demanio marittimo, in pratica è lì abusivamente. Non è chiaro se le attrezzature siano state lasciate all’interno della tensostruttura o se i titolari della società le abbiano recuperate e trasferite altrove. Dal quartier generale della Capitaneria guidata dall’ammiraglio Giuseppe Tarzia ci si limita a dire che “l’attività è in corso” e “non ci sono dettagli da fornire” al cronista che chiede chiarimenti e riscontri.
La zona in questione è da tempo dedicata ai traffici dei traghetti merci (ro-ro): ma sempre più frequentemente questo genere di navi fanno anche servizio passeggeri al punto che nella mappa delle categorie marittime si sono aggiunti i “ro-pax”, cioè in grado di imbarcare anche passeggeri. Però gli esseri umani sono qualcosa di ben diverso da una merce qualsiasi e hanno bisogno anche di strutture a terra che prestino servizio al turista. Solo che, a quanto è stato possibile ricostruire sulla base delle informazioni raccolte, ai militari della Capitaneria risultava che non vi fossero autorizzazioni tali da giustificare la presenza della tensostruttura.
E l’Authority, cos’ha da dire? Tutta colpa di «un intoppo burocratico che sarà presto risolto», dice Massimo Provinciali, numero due di Palazzo Rosciano. Dalla sede dell’istituzione portuale si ricostruisce che a Sdt, che aveva presentato domanda di concessione, si è puntato a dare intanto – viene fatto rilevare – l’“anticipata occupazione” mentre nel frattempo per motivi burocratici era già scaduta il precedente via libera con l’ “occupazione temporanea”. La posizione dell’Authority è riassumibile grossomodo così: per la regolarizzazione della parte demaniale le cose si sono ingarbugliate per la solita farraginosità degli ingranaggi burocratici, per la parte edilizia non ci sono problemi trattandosi di una struttura rimovibile e comunque non c’è bisogno di una “licenza edilizia”.
Anzi, a dirla tutta, stando a quel che riferiscono fonti dell’Authority l’azienda non ha fatto altro che dare seguito alle richieste che erano arrivate proprio da Palazzo Rosciano per cercare di dare più sicurezza e minore precarietà all’accoglimento dei passeggeri in una zona del porto che fino a quel momento era stata destinata ad altro. Resta da capire cosa accadrà adesso, visto che stiamo parlando del “cuore” del porto, la Darsena Toscana, e di una fetta di banchina sicuramente non grandissima ma certo ad alto tasso di attività.