«Il piano di Aamps era terrificante»
Lemmetti davanti alla commissione di inchiesta: «Aspettiamo la nuova bozza»
LIVORNO. «La prima stesura del piano industriale di Aamps era terrificante: abbiamo chiesto di riscriverlo, stiamo aspettando la nuova versione». Ieri la frase che non ti aspetti è arrivata dopo le 19, quando il presidente Andrea Raspanti (Bl) si stava preparando a chiudere l’ennesima seduta della commissione di inchiesta su Aamps.
A bocciare (anche) il lavoro del nuovo cda guidato da Aldo Iacomelli (che ad agosto ha portato alla presentazione della corposa bozza di piano industriale) è stato lo stesso assessore al bilancio, Gianni Lemmetti. Che nel faccia a faccia con i consiglieri delle forze politiche ha confermato quanto anticipato dal Tirreno: la tensione intorno alla partecipata è alle stelle e non sarà possibile approvare il bilancio entro il 30 settembre, quando invece dovrà essere approvato il bilancio consolidato del Comune. La parte di Aamps sarà inserita dopo: stasera si riunirà il Cda, secondo Lemmetti i soci dovrebbero approvare il bilancio «entro metà ottobre» (il problema principale è la partita dei crediti inesigibili).
«Piano da riscrivere». Quando Lemmetti ieri ha detto che la parte sulla gestione dei rifiuti era da rsicrivere, dal gruppo M5S hanno provato a mediare un po’ («nella bozza c’erano cose buone e cose da modificare»). Ma lo stesso Alessandro Mazzacca ha evidenziato che «la vera sfida ora è il piano industriale, che non potrà più essere inceneritorecentrico: abbiamo chiesto di estendere il porta a porta a tutta la città e di sperimetare uno spegnimento graduale dell’inceneritore».
«35 milioni per spegnere l’inceneritore in 10 anni». L’assessore ha così rivelato di avere incontrato i consiglieri M5S e di aver detto che «il Comune sarebbe in grado di reggere una politica di spegnimento dell’inceneritore: servirebbero almeno dieci anni, recuperando 35 milioni di euro». Già, come?
Nomine: Lemmetti boccia le scelte di Nogarin. Tutto questo viene detto proprio mentre il Comune è alle prese con i delicati conti dell’azienda. Ieri, dopo aver snocciolato i numeri dei Aamps (dai 49 milioni di debiti ai 25 non ancora riscossi), Lemmetti, sempre schietto, non si è sottratto alle domande delle opposizioni ed ha ammesso che: 1) nel 2014 i debiti sono cresciuti di 12 milioni; 2) non ha condiviso molte delle scelte fatte dal sindaco sulle nomine. Ha detto chiaramente che rispetto a quella del consulente Andrea Marzovilla «avevo espresso parere contrario» e «avrei scelto un cda che consentisse di gestire meglio l’azienda: se Marco Di Gennaro non era idoneo per fare l’amministratore unico, perché lo è per stare nel cda?».
Fommei e i libri in tribunale. Ma ecco uno dei capitoli più delicati. Scavando nei mesi passati, la commissione è venuta a sapere per bocca dell’assessore che «ci siamo accorti che la situazione di Aamps era critica quando nel settembre scorso il direttore Lorenzo Fommei ci disse che la nomina di Di Gennaro non era gradita agli istituti bancari e che avrebbe potuto portare a revocare gli affidamenti in Aamps». «Quindi ci chiese un aumento di capitale», altrimenti «avrebbero portato i libri in tribunale. Questa cosa dei libri in tribunale è diventata un disco rotto...». I consiglieri hanno chiesto di conoscere i nomi delle banche che non si sarebbero fidate del 5 Stelle Di Gennaro, ma questa parte della discussione è stata fatta a porte chiuse.
Le banche chiudono i rubinetti. Non è finita qui. Parlando di banche, Lemmetti ha sottolineato che «il rapporto con gli istituti di credito è stato stabilizzato». Ma ha detto anche che «dopo aver chiesto un sostegno diretto per Aamps al Banco Popolare si sono presentate un po’ di difficoltà perché sul rating del gruppo incide molto il problema dell’Odeon...». Insomma, «le banche non hanno intenzione di aumentare l’indebitamento nei confronti delle nostre partecipate e non potremo chiedere ulteriore credito».
Juna Goti