Il Tirreno

Livorno

Esselunga a Livorno, l'arrivo è rimandato a fine 2017

Alessandro Guarducci
Uno scorcio della ex Fiat di viale Petrarca, che è parzialmente utilizzata da due supermercati Magenta 2
Uno scorcio della ex Fiat di viale Petrarca, che è parzialmente utilizzata da due supermercati Magenta 2

L'azienda di Caprotti spiega: "L'iter amministrativo va per le lunghe, la data di dicembre 2016 non è più proponibile". Il problema è che nella procedura burocratica, oltre all'ok al progetto, serve una variante al regolamento urbanistico per completare la destinazione commerciale

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LIVORNO. E' verissimo che Esselunga vuole aprire un grande supermercato a Livorno. Ed è altrettanto vero che l'amministrazione comunale guidata dal M5S guarda con favore - lo ha fatto fin dal suo insediamento - a questa operazione commerciale-occupazionale. Ma è anche vero che per vedere aprire la nuova struttura del marchio milanese della grande distribuzione bisognerà attendere un bel po': tutto è infatti rimandato alla fine del 2017 se non ai primi mesi del 2018.

Un ritardo che non può essere imputato alla società di Bernardo Caprotti, che freme per aprire l'agognato punto vendita a Livorno. E neppure a Palazzo Civico, dove comunque si sta lavorando per definire questa pratica. Il problema è che si tratta di un'operazione molto complessa, che deve rispettare tempi tecnici ben precisi e forse, quando nel dicembre scorso il sindaco Filippo Nogarin annunciò l'arrivo di Esselunga entro il dicembre 2016 fu un po' troppo ottimista.

La conferma arriva direttamente dall’azienda milanese. «Non abbiamo notizie di tempi certi - affermano dai vertici di Esselunga, che abbiamo contattato nei giorni scorsi - ma, con la ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, ci auguriamo di poter avere indicazioni più precise da parte dell'amministrazione comunale».

In effetti l'azienda di Caprotti, fin da subito dichiarò che ci sarebbero voluti circa due anni per far approvare il progetto, costruire, collaudare e aprire al pubblico il mega-supermercato. Ma i due anni, fu chiarito, sarebbero scattati dalla fine dell'iter amministrativo che invece è ancora alle sue battute iniziali. Si sa infatti che Esselunga ha presentato agli uffici comunali un progetto di massima e che il Comune, nel luglio scorso, ha chiesto degli approfondimenti. Ma non basta: l'operazione che Esselunga vuole compiere sul viale Petrarca richiede infatti una variante urbanistica, cosa che le precedenti amministrazione di centrosinistra non hanno mai voluto concedere e che invece è stata presa subito in considerazione dell'amministrazione pentastellata. L'edificio ex Fiat, infatti, è in parte già destinato ad attività commerciali (attualmente utilizzate da uno dei marchio del gruppo, per la precisione Magenta 2) ma ha anche un'area industriale: è proprio quest'ultima a impedire il collegamento tra supermercato e galleria commerciale, dunque per superare il problema l'unica possibilità è quella di trasformarla in area commerciale.

Una variante urbanistica a cui, come detto, la giunta M5S guarda con favore, ma - una volta istruita - bisogna che prima ottenga il parere della apposita commissione consiliare, quindi deve andare in consiglio comunale per la discussione e l'adozione, dopodiché deve essere pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana e far trascorrere il tempo necessario per la presentazione delle eventuali osservazioni a cui gli uffici di Palazzo Civico dovranno rispondere con le controdeduzione (tempo necessario, circa 4 mesi).

A questo punto la variante, per concludere il suo iter, tornerà in commissione e quindi nell'aula del consiglio per la definitiva approvazione. Insomma, è evidente come la lunga procedura impegnerà anche buona parte del 2016 e dunque nella migliore delle ipotesi Esselunga potrà aprire solo tra la fine del 2017 e l'inizio del 2018. Sempre che non ci siano intoppi burocratici. Infatti i vertici dell'azienda milanese, che abbiamo contattato, si mostrano molto cauti a proposito di scadenze. «La data del dicembre 2016 - spiegano dal quartier generale di Caprotti - fu indicata ormai circa un anno fa. Purtroppo, l'iter amministrativo va per le lunghe e ad oggi tale data appare non più proponibile».

Dunque tutto rimandato e nelle parole di Esselunga traspare anche una garbata sollecitazione agli uffici comunali. Per quanto riguarda il progetto, si sa solo che il megastore di Esselunga dovrebbe ricalcare l'identikit della struttura inaugurato esattamente a Prato: un "format" che prevede 140-150 addetti.
Nogarin, quando nel dicembre 2014 annunciò l’arrivo di Esselunga parlò di «200 persone da assumere con contratti a tempo indeterminato esclusivamente dal comprensorio livornese». E aggiunse che la struttura sarebbe stata dotata anche di un parcheggio sotterraneo.

Una vera e propria necessità visto che la zona non offre molti spazi per la sosta. Per quanto riguarda l’impatto che l’arrivo di Esselunga potrebbe avere sul tessuto commerciale cittadino, il sindaco Filippo Nogarin spiegò a suo tempo che la logistica degli approvvigionamenti della sede livornese di Esselunga si baserà anche sul mercato ortofrutticolo e sul mercato ittico così da allungare la filiera del lavoro e da accorciare quella dei prodotti.

Inoltre, il primo cittadino ha previsto una sorta di possibile alleanza fra il mega-supermercato da realizzare all’ex Fiat di viale Petrarca e la rete dei piccoli negozi di quartiere cambiando almeno parzialmente l’utilizzo della fidelity card, per renderne spendibili nei negozi esterni i vantaggi maturati facendo la spesa al supermercato: una specie di “moneta extra”. Ma per vedere se tutto questo si realizzerà, bisognerà attendere - come abbiamo detto - almeno altri due anni.

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