Il Tirreno

Livorno

SOS CHIESE

Santa Caterina, gli affreschi stanno scomparendo

Gli affreschi all'interno della cupola della chiesa di Santa Caterina (Salvini Pentafoto)
Gli affreschi all'interno della cupola della chiesa di Santa Caterina (Salvini Pentafoto)

L'allarme lanciato dal giornale on-line della diocesi: colpa delle infiltrazioni della pioggia. Ma anche degli ultimi restauri fatti non a regola d'arte: però la ditta è fallita e il titolare è morto

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LIVORNO. «Stanno scomparendo gli antichi affreschi della cupola» della chiesa di Santa Caterina: colpa delle «infiltrazioni d'acqua piovana che entrano dalle crepe nel tetto». L'allarme viene lanciato dalla curia attraverso il proprio giornale on-line www.lasettimanalivorno.it: è un grido di dolore per «una delle chiese più belle e più originali della città, l'unica a pianta ottagonale». Gli affreschi portano la firma di Cesare Maffei e sono stati realizzati alla vigilia dell'Unità d'Italia. E adesso, a poco più di un secolo e mezzo di distanza, «stanno sbiadendo e dissolvendosi».

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Eppure i lavori di restauro alla cupola sono stati compiuti pochi anni fa: è il 2007 quando la Soprintendenza apre il cantiere contando anche su un finanziamento della Conferenza episcopale. Solo che qualcosa dev'essere andato storto: un po' perché, nella costruzione della cupola, per problemi legati alle scelte architettonico-costruttive fin dagli inizi; un po' perché – come riferisce il quotidiano web della diocesi – «con molta probabilità, non sono stati realizzati a perfetta regola d'arte».

Possibilità di far causa alla ditta appaltatrice? In curia non si fanno molte illusioni: l'impresa è «stata dichiarata fallita» e il titolare «è morto», oltretutto secondo fonti della curia non esisterebbe documentazione relativa a controlli da parte della Soprintendenza sulla qualità e efficacia dei lavori di restauro. E non è tutto: è chiusa anche la possibilità di bussare alla Conferenza episcopale per «chiedere nuovi finanziamenti alla commissione beni culturali della Cei», visto che «non sono ancora trascorsi i termini dall'ultima richiesta di finanziamenti per i medesimi lavori».

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È già da tre anni che sono emersi i primi problemi post-restauro: una macchia di umidità sempre più grande e ormai di dimensioni ragguardevoli si è allargata ormai dal 2011 sopra il finestrone lato via Borra. Dipende anche dal fatto che il deflusso di acqua piovana ha strutture di dimensione inferiore al passato (ed è bastato che una di esse fosse ostruita da un piccione morto per innescare a catena una valanga di problemi).

Dal sito diocesano l'appello: c’è da «riparare la cupola e mettere in sicurezza gli affreschi», c’è da «evitare la possibilità della caduta dell'intonaco anche sui fedeli». In soldoni: ci sarebbe la disponibilità della Fondazione Livorno di dare un contributo ma c’è ancora strada da fare prima di arrivare ai 120mila euro del preventivo dei lavori richiesti dal parroco don Donato Mollica. Con il sos per «una delle chiese più belle e più visitate dai turisti, che ha segnato la storia della città e della chiesa di Livorno, al cui interno – viene fatto rilevare – si trovano anche le reliquie di S. Valentino, patrono degli innamorati, e la pala della Vergine di Giorgio Vasari». Quest’ultimo è un capolavoro di grande valore: pochi anni fa è stata restaurata e ricollocata all’interno della chiesa in modo da metterla in luce. Così come tre anni fa, per iniziativa degli Amici dei Musei è stato restituito a nuova vita l’antico organo ottocentesco.

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