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12 ottobre 1940, cola a picco il cacciatorpediniere
Tommaso e Cesare Nigiotti hanno acquistato una pagina di pubblicità dell’edizione di ieri del Tirreno per abbracciare a distanza di oltrfe settant’anni il fratello Atride, che non ritornerà mai più...
Tommaso e Cesare Nigiotti hanno acquistato una pagina di pubblicità dell’edizione di ieri del Tirreno per abbracciare a distanza di oltrfe settant’anni il fratello Atride, che non ritornerà mai più dalla missione a bordo del cacciatorpediniere Artigliere il 12 ottobre 1940. È la battaglia al largo del promontorio siracusano di Capo Passero, nei pressi di Portopalo dove quasi sessant'anni più tardi avverrà la "strage" del boat people che costerà la vita a 300 clandestini africani.
Quella di Capo Passero è una delle prime battaglie che la Regia Marina affronta dopo l'ingresso dell'Italia in guerra al fianco della Germania di
Hitler: l'hanno preceduta solo gli scontri navali a Punta Stilo e a Capo Spada (e il bombar- damento dell'hotel Palazzo e dei bagni Pancaldi da parte dell'aviazione francese).
L'Artigliere è uscito pochissimi anni prima (novembre '38) dal cantiere livornese ex Orlando che a quel tempo si chiamava Oto. Il comando della Marina lo invia nelle acque fra la Sicilia e Malta come caposquadriglia per intercettare i rifornimenti che gli inglesi stavano portando all'isola maltese
impiegata come avamposto fra le coste italiane e quelle libiche.
Il convoglio inglese, scortatissimo, era stato individuato per caso da un aereo in volo di linea civile.
È l’incrociatore britannico Ajax a essere individuato per primo: è il via alla battaglia poco prima delle due di notte. L’Artigliere viene centrato da quattro colpi che lo danneggiano gravemente, riesce a recuperare un minimo di capacità di manovra riescendo a utilizzare una caldaia non colpita dai cannoni inglesi. Il cacciator- pediniere italiano viene rimorchiato ma arrivano altre unità inglesi che, in tandem con l’aviazione, affondano l’Artigliere con un siluro dell’incrociatore Hms York.