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La guardia costiera trova dei granchi cinesi vivi e invasivi in un ristorante


	I controlli della capitaneria
I controlli della capitaneria

Livorno: la specie “eriocheir sinensis” viene ritenuta pericolosa per l’ambiente e l’ecosistema, oltre che rischiosa per la salute umana in caso di consumo

20 febbraio 2023
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LIVORNO. Granchi vivi, appartenenti a una specie invasiva e nociva per la salute umana, trovati in un ristorante cinese di Prato. Sono stati sequestrati dalla capitaneria di porto e dall’Asl, con la Direzione marittima toscana che ha fatto un riepilogo delle verifiche ispettive. Controlli sulla catena alimentare, «fra cui società di import/export, grossisti, supermercati, pescherie e ristoranti dove sono stati accertati e contestati 40 illeciti per la violazione delle norme sanitarie per un totale di 64.000 euro di sanzioni». Dodici, invece, le tonnellate di alimenti «sottoposti a sequestro i quali, se finiti sulle tavole degli italiani, avrebbero potuto comportare gravi rischi per la salute umana». Tredici, invece, le attività chiuse dall’Asl «per la mancanza dei requisiti igienico-sanitari o per le gravi carenze accertate».

«Numeri che si innestano – si spiega – in quelli più generali che il comando regionale ha potuto elaborare a consuntivo delle attività di prevenzione e repressione in materia di pesca eseguite l’anno scorso: a fronte di oltre 6.000 controlli in mare e a terra sono state elevate quasi 400 sanzioni per circa 600.000 euro. Oltre 200 i sequestri eseguiti per 20 tonnellate di prodotti ittici ritirati dal commercio e quasi 2.000 attrezzi da pesca confiscati, provenienti dalla pesca professionale e sportiva».

I granchi sequestrati a Prato fanno parte della specie “eriocheir sinensis” e sono «pericolosi per l’ambiente e l’ecosistema, oltre che rischiosi per la salute umana in caso di consumo». Poi è stato «accertato, nel deposito di un punto vendita all’ingrosso, la presenza di tre locali accessibili attraverso porte occultate utilizzato per nascondere alimenti importati illegalmente dalla Cina. Analogo nascondiglio è stato trovato da un rivenditore gestito da operatori extracomunitari, dove è stato individuato un locale camuffato da una finta parete. All’interno circa cinque tonnellate di alimenti di contrabbando».

«Degna di nota – prosegue la guardia costiera – un’indagine sulla vendita di molluschi bivalvi congelati riportanti una etichettatura contraffatta. Dopo la denuncia di un’azienda nel settore della commercializzazione di telline (“donax trunculus”) è stata accertata la falsificazione delle etichette e della tracciabilità. A seguito di perquisizione è stato poi scoperto, nella cantina dell’abitazione del responsabile, un laboratorio abusivo dove le telline venivano lavorate e confezionate in contenitori contraffatti, che imitavano le confezioni legalmente vendute dall’azienda che aveva sporto denuncia». «Questi numeri – spiega il direttore marittimo della Toscana, il contrammiraglio Gaetano Angora – oltre che rappresentare lo straordinario impegno e la grande attenzione della guardia costiera a un tema così delicato, sono il risultato di un’efficace sinergia consolidatasi tra gli ispettori pesca di capitaneria e Asl. Rinnoviamo l’impegno a proseguire il buon lavoro svolto insieme, con l’obiettivo di tutelare la salute dei consumatori e le risorse ittiche».

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