Il Tirreno

L’ordigno

Attentato a Sigfrido Ranucci, bomba distrugge l’auto davanti casa: «Mia figlia era lì pochi istanti prima»


	L'auto distrutta e Sigfrido Ranucci
L'auto distrutta e Sigfrido Ranucci

L’esplosione ha fatto tremare l’appartamento, distrutte due vetture

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 Un ordigno rudimentale fatto esplodere fuori il cancello di casa: uno scoppio, un secondo e poi le fiamme che hanno distrutto la sua macchina e quella della figlia, parcheggiata accanto. Grave intimidazione nella tarda serata di ieri nei confronti di Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, già vittima in passato di minacce. Stavolta, intorno alle ore 22, mentre il giornalista era in casa, la bomba che ha bruciato le auto, fatto tremare l'appartamento, mandato in frantumi i vasi di fiori che si trovavano fuori, danneggiato il cancello dell'abitazione e che si è sentita in tutta la zona. Nessuno comunque è rimasto ferito. Ranucci abita a Campo Ascolano, frazione di Pomezia, alle porte di Roma. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, che adesso indagano insieme alla Digos.

Le parole di Ranucci: «Potevano ammazzare mia figlia»

«Mia figlia è passata davanti alla mia auto pochi minuti prima dell'esplosione, potevano ammazzarla». Secondo il conduttore, sentito dal Corriere della Sera «potrebbe non essere una coincidenza il fatto che pochi giorni fa ho annunciato i temi delle nuove inchieste di Report».

La solidarietà di Palazzo Chigi

"La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime piena solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito. La libertà e l'indipendenza dell'informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere". È quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi.

Le indagini: nessuna telecamera

L’assenza di telecamere nella zona complica il lavoro degli inquirenti, chiamati a individuare i responsabili dell’episodio. L’inchiesta è stata subito avviata dai magistrati dell’Antimafia di Roma. Attualmente il pm della Dda, Carlo Villani, sotto il coordinamento dell’aggiunto Ilaria Calò, procede con l’ipotesi di danneggiamento aggravato dal metodo mafioso, in attesa delle prime relazioni da parte delle forze dell’ordine intervenute sul posto.

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