Addio Carrefour, la cooperativa Etruria Retail cambia volto: l’accordo con Gmf e i marchi in arrivo
Gli effetti dell’operazione in Maremma: «Questa nuova collaborazione rafforza la nostra presenza in Italia Centrale sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo». Le novità per chi fa la spesa
GROSSETO. Il disimpegno italiano del gigante francese della grande distribuzione Carrefour, porta novità rilevanti in casa Etruria Retail. La cooperativa della grande distribuzione organizzata (Gdo) nata a Siena nel 1961 che oggi conta oltre 300 punti vendita tra Toscana, Umbria e Lazio, con un volume d’affari di 470 milioni di euro nel 2024.
Chiuso il precedente accordo commerciale, Etruria Retail ne ha stretto uno nuovo con Gmf srl, società del Gruppo Unicomm. Entrando così a far parte di una rete distributiva in Umbria, Lazio, Toscana e Marche con più di 400 punti di vendita e 12 “Cash & Carry”. Consolidando una presenza già capillare nel centro Italia. Il cambiamento più evidente per i clienti sarà quello delle insegne per tutti i negozi affiliati Etruria Retail. Che non troveranno più il logo di Carrefour ma quelli di Famila e A&O, con il prodotto a marchio Selex. «Questa nuova collaborazione – afferma Giancarlo Paola, amministratore delegato di Gmf srl - rappresenta un passo importante, perché rafforza la nostra presenza in Italia Centrale sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Quantitativamente, grazie alla rete di Cedi Etruria, che presidia capillarmente il territorio, ma soprattutto qualitativamente, perché è composta da imprenditori che da decenni conoscono e rispondono ogni giorno alle esigenze della propria clientela. Siamo convinti che da questa unione nasceranno importanti sinergie operative, in grado di migliorare efficienza e competitività di entrambe le aziende, nel rispetto di identità e valori che ci accomunano».
I negozi di Etruria nel grossetano sono 48, di cui 13 nel comune di Grosseto e 35 in provincia. Dal 2026 otto di questi avranno l’insegna “Famila” e quaranta “A&O” (19 super A&O e 20 negozi piccoli che avranno insegna “Bottega sapori & valori”). Tra negozi gestiti direttamente e da imprenditori, Etruria a Grosseto e provincia dà lavoro a circa 480 persone con picchi nel periodo estivo di oltre 550. Gli scontrini annui dei negozi sono circa 5.1 milioni (90 mln di euro alla cassa), per circa 120.000 clienti diversi.
Etruria, poi, sviluppa oltre il 20% del proprio fatturato con rapporti di partnership coi suoi 73 fornitori locali. Ma cosa c’è dietro l’accordo commerciale, e con quale strategia una realtà tutto sommato piccola rispetto a giganti come Unicoop, Conad, Esselunga o Pam, riesce a sopravvivere in un mercato estremamente competitivo? «Il principio ispiratore è semplice: l’unione fa la forza – spiega Luca Migliolaro, direttore generale di Etruria Retail - Raggruppando tante aziende mettiamo insieme gli operatori di piccole e medie dimensioni, aggregando il nostro potere di acquisto per spuntare prezzi competitivi nell'acquisto dei prodotti di massa forniti dalle grandi industri. Noi da parte nostra ci mettiamo conoscenza del territorio e capacità di gestione dei fornitori locali. Grazie all'accordo con Unicomm e Gmf, Che a loro volta attraverso Selex fanno parte di Esd, la più grande centrale d’acquisto italiana che vale oltre il 24% del mercato, ci avvaliamo dei loro contratti con i fornitori dei grandi produttori di marca».
Del Gruppo Etruria fa parte la partecipata “Sapori di Toscana”, con sede a Grosseto, che occupa 114 persone e nel 2025 svilupperà circa 50milioni di euro di fatturato, fornendo circa 3000 clienti del settore horeca. Fra i fornitori, storica la collaborazione con il caseificio Fiorino. Secondo le stime, nel 2026 la nuova realtà dovrebbe raggiungere un fatturato di circa un miliardo di euro e con l’ambizione di presidiare con forza il mercato della Gdo nell’Italia centrale.
L’intesa strategica punta a generare ricadute positive per l’intero ecosistema economico di riferimento, creando nuove opportunità di crescita condivisa per soci, clienti, fornitori e dipendenti. Nessun posto di lavoro è a rischio: l’obiettivo, al contrario, è rafforzare le competenze presenti nelle due aziende, promuovendo un percorso di sviluppo che valorizzi esperienza e professionalità delle persone.