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Calcio in streaming illegale, migliaia di richieste di risarcimento – Così le piattaforme possono rifarsi sugli utenti


	Multe in arrivo per chi usa il pezzotto
Multe in arrivo per chi usa il pezzotto

Sky, Dazn, Mediaset e Amazon passano all’offensiva: oltre 2.000 utenti identificati rischiano azioni legali e richieste di risarcimento da migliaia di euro

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La stretta contro la pirateria televisiva entra in una nuova fase. Dopo le maxi-operazioni della Guardia di Finanza, i titolari dei diritti televisivi del calcio in Italia — tra cui Sky, Dazn, Mediaset e Amazon — hanno deciso di chiedere i risarcimenti danni agli utenti che utilizzano “pezzotti” e piattaforme IPTV illegali per guardare partite e contenuti in streaming.

Negli ultimi mesi, oltre 2.000 persone residenti in 80 province italiane sono già state identificate e sanzionate. Ora, per loro, potrebbe aprirsi anche la strada delle azioni risarcitorie. Complessivamente, dall’inizio dell’anno, si contano quasi 2.500 sanzionati e più di 3.000 utenti attualmente sotto indagine.

“La lotta alla pirateria non riguarda solo chi gestisce le piattaforme illegali: anche chi sceglie di utilizzarle compie un vero e proprio furto, con conseguenze reali”, ha dichiarato Andrea Duilio, CEO di Sky Italia.

Stesso messaggio arriva da Stefano Azzi, CEO di Dazn Italia: “Guardare illegalmente contenuti non è gratis, non è furbo e non è senza conseguenze. Un’azione risarcitoria può arrivare a diverse migliaia di euro, pari a circa dieci anni di abbonamenti legali”.

A rafforzare la linea dura è anche Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A: “Chi guarda partite piratate, oltre a rischiare multe della Guardia di Finanza, dovrà risarcire i licenziatari dei diritti. L’epoca dell’impunità è finita”.

Il messaggio è chiaro: l’uso dei cosiddetti “pezzotti” non è più considerato un fenomeno tollerato, ma un illecito che può tradursi in multe salate e richieste di risarcimento da migliaia di euro.

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