Alberto Stasi, la procura generale chiede la revoca della semilibertà: «Intervista non autorizzata»
A decidere sarà la Cassazione. Il ricorso è stato presentato circa un mese fa e riguarda un’intervista rilasciata durante un permesso
MILANO. La Procura generale di Milano ha presentato ricorso in Cassazione - circa un mese fa, ma lo si apprende solo oggi - per chiedere la revoca del provvedimento con cui nelle scorse settimane il Tribunale di sorveglianza ha concesso la semilibertà ad Alberto Stasi, condannato a 16 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Il motivo dell'impugnazione, spiega la procuratrice Francesca Nanni all'Adnkronos, «è legato all'intervista rilasciata al programma Le Iene durante un permesso familiare».
La vicenda, per la Procura generale, avrebbe dovuto essere valutata diversamente dai giudici. Il ricorso in Cassazione, i tempi della decisione non sono brevi, non cambiano la vita di Stasi che si divide tra lavoro esterno e carcere di Bollate. L'intervista al programma televisivo era stata già al centro dell'udienza davanti ai giudici della Sorveglianza dello scorso 9 aprile quando il condannato Stasi aveva ricevuto il parere negativo della Procura generale di Milano (sostituta pg Valeria Marino), sulla semilibertà proprio in merito alle modalità con cui l'intervista, andata in onda lo scorso 30 marzo, era stata rilasciata.
L'intervista «è stata registrata durante il permesso premio» del 22 marzo scorso «e non si sono rilevate, pertanto, infrazioni alle prescrizioni», scriveva il direttore del carcere di Bollate Giorgio Leggieri in una missiva indirizzata al Tribunale di Sorveglianza di Milano e al magistrato Maria Paola Caffarena. Di diverso avviso la Procura generale che, invece, sottolinea come il ricorso in Cassazione sia legato proprio al motivo della richiesta, ossia l'uso non consono di un «permesso familiare» che permette al detenuto di trascorrere un periodo fuori dal carcere per incontrare e trascorrere tempo con la famiglia. Una diatriba nella forma - non nel merito della questione - che non modifica, per ora, la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano che ha concesso la semilibertà a Stasi. Futuro che invece potrebbe cambiare dopo la pronuncia della Cassazione, non attesa in tempi brevi.