Il Tirreno

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Comunali, il centrosinistra esulta a Genova e si tiene Ravenna: «Uniti si vince». I risultati delle amministrative

di Nadia Pietrafitta

	La neosindaca di Genova
La neosindaca di Genova

A Taranto e Matera si deciderà tutto al ballottaggio, Silvia Salis trionfa e strappa il capoluogo ligure

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Il centrosinistra strappa Genova alla destra (dopo dieci anni), tiene Ravenna e vince ad Assisi al primo turno, mentre a Taranto e Matera si deciderà tutto al ballottaggio. Anche in questo caso la coalizione progressista è davanti, ma paga le divisioni interne, con il M5S che ha scelto in entrambe le città un proprio candidato. In ogni caso, Schlein e compagni esultano. La leader dem, a risultati acquisiti, sente Silvia Salis, neo sindaca di Genova, e Alessandro Barattoni, che succede al dem Michele De Pascale a Ravenna, poi attacca: «Ormai è chiaro, il centrodestra esulta per i sondaggi, noi vinciamo le elezioni».

Dati e reazioni

Salis, con oltre il 51% dei voti, stacca il rivale Pietro Piciocchi, fermo al 44,1. A Ravenna Barattoni sfonda con oltre il 58% delle preferenze lasciando Nicola Grandi al 25%. Appena i risultati prendono la piega giusta il refrain è sempre lo stesso: «Uniti si vince». Il primo a sottolinearlo è, non a caso, Matteo Renzi. «I dati delle amministrative dimostrano che quando il centrosinistra è unito e ha candidati credibili vince. Praticamente ovunque», si affretta a scrivere sui social dopo i primi exit poll, postando anche una foto di Salis alla Leopolda. Poi in tv rincara la dose: «Oggi la Meloni ha preso una scoppola mica da ridere. L’effetto trascinamento, l’idea della luna di miele... In questo momento è come se puff, fosse svanito l’incantesimo di Giorgia». A Genova, nella coalizione XXL che porta Salis alla vittoria, c’è anche Azione.

La lettura dei risultati che fa Carlo Calenda, però, è differente: «I primi risultati di queste amministrative lo confermano: quando si presentano candidati riformisti, concreti e competenti, il consenso arriva. Le persone non cercano slogan, ma serietà e capacità di far accadere le cose», dice, aprendo però alla costruzione di «un’alternativa pragmatica per il Paese».

Schlein ha gioco facile. La segretaria Pd mette in evidenza i risultati del partito, primo partito nelle città più grandi. A Genova sono otto i punti in più rispetto allo scorso turno elettorale (i dem, al 29%, distanziano di oltre 10 punti FdI, fermo al 12%), mentre a Ravenna il Pd stravince con il 40% dei consensi con FdI al 17%. «Essere testardamente unitari, è necessario ripeterlo oggi più che mai, non è una tesi o un dibattito politologico, ma un dato oggettivo: uniti si vince, congratulazioni a tutte le forze che hanno contribuito a queste belle vittorie!», è poi la sottolineatura. Lo stesso fanno Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni: «Contro il malgoverno della destra, contro chi riduce i diritti delle persone, contro chi vuole cementificare e chi vuole privatizzare ogni servizio pubblico serviva una risposta forte, netta e unitaria – insistono i leader di Avs, che si godono il 7% raggiunto a Genova – Un segnale inequivocabile per questo governo e la sua falsa propaganda: la destra si può battere, Giorgia Meloni è minoranza nel paese. Uniti si vince: questo è il messaggio che viene da tutte i comuni in cui si è votato, è l'avviso di sfratto a Meloni e al suo governo».

L’ultimo a esultare, nel campo progressista, è Giuseppe Conte. Il leader M5S, a sera, non pronuncia mai la parola unità e si concentra solo su Genova: «Auguri di buon lavoro a Silvia Salis, neo-sindaca di Genova. La sua vittoria, con un margine così ampio e ottenuta al primo turno, è la dimostrazione che progetti nati dal basso ed inclusivi delle proposte della società civile sono percepiti dai cittadini come più vicini alle proprie esigenze – e, per questo, meritori di fiducia ed entusiasmo», si limita a dire, sottolineando poi come il movimento «migliora il risultato della scorsa tornata comunale, portando a casa anche la presidenza nei due municipi».

E se a Ravenna il M5S si attesta intorno al 4,5%, il ballottaggio che si disputerà tra due settimane, insieme ai Referendum, a Taranto e Matera, sconta la scelta del “campo largo” non sostenere un candidato unitario. Nella cittadina pugliese dell’ex Ilva, infatti, Pietro Bitetti, candidato sindaco per il centrosinistra (sostenuto da Pd e Avs con altre sei liste) sarebbe avanti con il 36,7% e staccherebbe gli altri candidati. Con lui al ballottaggio, a spoglio ancora in corso, andrebbe al candidato della coalizione centrista Francesco Tacente, dato al 26,3%, e attualmente in vantaggio su Luca Lazzàro (scelto FdI, FI, Nm e Partito liberale) fermo 19,7%. Molto dipenderà quindi dalla scelta della candidata M5S Annagrazia Angolano che al primo turno si attesterebbe al'11,1%. Anche a Matera in vantaggio sarebbe il candidato di centrosinistra Roberto Cifarelli (al 42,1% secondo le ultime proiezioni e a scrutinio in corso), seguito da Antonio Nicoletti sostenuto da una coalizione di centrodestra, dato al 38%. In questo caso il candidato pentastellato Domenico Bennardi è dato all'8%.

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