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Bonus giovani e bonus donne 2025: cosa sono, chi può richiederli e quanto valgono – La guida completa


	Bonus giovani e bonus donne 2025: la guida completa
Bonus giovani e bonus donne 2025: la guida completa

Si tratta di due strumenti contenuti nel Decreto Coesione che si distinguono per l’impatto potenziale

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Nel panorama delle agevolazioni all’occupazione previste per il 2025, due strumenti si distinguono per il loro impatto potenziale: il bonus per giovani under 35 e quello per le donne in condizioni di svantaggio lavorativo, entrambi inseriti nel Decreto Coesione (DL 60/2024). Si tratta di misure pensate per favorire l’inserimento stabile nel mondo del lavoro di categorie fragili, con un focus particolare sulle regioni del Mezzogiorno, grazie alla nuova Zona Economica Speciale unica. Tuttavia, come spesso accade nel campo degli sgravi contributivi, la differenza tra una grande opportunità e una complicazione burocratica risiede nella comprensione precisa delle regole. A fare chiarezza è intervenuta la circolare 2/2025 della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, che ha raccolto in un documento tecnico le principali risposte ottenute in collaborazione con l’Inps.

Requisiti, limiti e modalità di fruizione

Il bonus giovani prevede uno sgravio del 100% dei contributi per 24 mesi, mentre l'incentivo rivolto alle donne ha una durata di 12 mesi, con un tetto mensile di 500 euro per le donne e 650 euro per i giovani, comunque non oltre i contributi effettivi dovuti dal datore. È importante sapere che il bonus non è cumulabile con altri incentivi pubblici regionali, per evitare il cosiddetto doppio finanziamento vietato dalle normative europee.

Rischio restituzione e perdita dell’incentivo

Se dopo l’assunzione emerge che il lavoratore non possedeva i requisiti, l’azienda potrebbe essere costretta a restituire parte o tutta l’agevolazione, anche retroattivamente. Per esempio, in caso di bonus giovani al 100%, l’Inps può richiedere la restituzione del 50% a partire dal primo mese utile per il conguaglio. Anche i contratti di apprendistato interrotti prima della scadenza naturale possono generare dubbi: la buona notizia è che, anche in caso di dimissioni, un nuovo datore può richiedere il bonus, purché il precedente rapporto non si sia concluso con conferma in organico.

Settori inclusi, comunicazioni Inps e vincoli operativi

A differenza di altre agevolazioni, il bonus giovani si applica anche nei settori del credito e delle assicurazioni, solitamente esclusi da altri sgravi. Per la comunicazione UniEMens, l’Inps ha fissato giugno 2025 come primo mese utile, ma sarà possibile inserire anche le mensilità precedenti entro agosto 2025. Dopo questa data, si perde il diritto all’agevolazione per i mesi non dichiarati. In caso di contratti part-time, va comunicata la retribuzione effettiva, proporzionata all’orario, e non quella teorica per un tempo pieno.

Cosa succede se il lavoratore cambia datore?

Un punto critico riguarda la portabilità del bonus: al momento non esiste una procedura che consenta al nuovo datore di segnalare che il precedente ha usato solo in parte l’incentivo. L’Inps, infatti, riconosce lo sgravio sempre sull’intero periodo teorico, il che complica l’eventuale subentro di un nuovo datore. Per quanto riguarda il bonus donne, il requisito di svantaggio (assenza di occupazione retribuita per almeno 24 mesi) vale anche per chi entra nel mondo del lavoro per la prima volta. Inoltre, l’incentivo può essere riconosciuto anche in caso di riassunzione, sia da parte dello stesso datore sia di uno nuovo, purché la lavoratrice rispetti di nuovo i requisiti previsti (disoccupazione o appartenenza a un settore con squilibrio occupazionale di genere).

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