C’è un’isola che punta all’autosufficienza energetica sfruttando energia eolica, idroelettrica e geotermica
Circa il 50% del fabbisogno annuo è soddisfatto dalle energie rinnovabili e l’obiettivo è arrivare al 100% in 15 anni
El Hierro, l'isola più occidentale delle Canarie, è larga meno di 20 chilometri, ma ha dislivelli di oltre 1.500 metri, è spazzata dai forti venti dell'Atlantico ed è punteggiata da 500 crateri vulcanici. Sfruttando queste sue caratteristiche naturali ha trascorso l'ultimo decennio sfruttandole per creare elettricità pulita e ora ha l'obiettivo di essere la prima isola a raggiungere l'autosufficienza energetica.
L'energia generata dal vento e dall'acqua ha permesso agli 11.000 abitanti di essere completamente autosufficienti dal punto di vista elettrico per 10.000 ore da quando è stato avviato il progetto sulle energie rinnovabili. Circa il 50% del fabbisogno annuo dell'isola è ora soddisfatto dalle energie rinnovabili. El Hierro è tra gli unici territori isolati al mondo a raggiungere questo livello di autosufficienza energetica attraverso le rinnovabili, spegnendo i motori diesel e operando senza collegamenti esterni, ed è ora un laboratorio globale per le energie rinnovabili e i modelli sostenibili di agricoltura e gestione degli oceani.
Il vento che arriva dall'oceano viene sfruttato dalle cinque turbine della centrale idro-eolica di Gorona del Viento. L'energia catturata fornisce elettricità, mentre quella in eccesso viene utilizzata per pompare l'acqua in un serbatoio superiore. Quando non c'è vento, l'acqua viene rilasciata dall'alto e scende attraverso le turbine per generare elettricità. L'energia necessaria per i tre impianti di desalinizzazione che forniscono acqua all'isola è quasi interamente prodotta dalla centrale idro-eolica.
Gli ultimi dati rivelano che negli ultimi tre anni sono state evitate dalle 13.000 alle 18.000 tonnellate di emissioni di CO2 all'anno. L'isola ora l'obiettivo è di una completa decarbonizzazione entro 15 anni.
Oggi il 58% dell'isola è un'area naturale protetta; è stata dichiarata riserva mondiale della biosfera dell'Unesco nel 2000 e geoparco globale (per la conservazione di siti di particolare importanza geologica) nel 2015. Grazie alla qualità delle acque intorno a El Hierro, il Mare delle Calme al largo della costa meridionale è diventato uno dei luoghi migliori al mondo per le immersioni e la ricerca. «Sappiamo che il mare è essenziale per la vita e dobbiamo conservarlo», afferma David Pavón, pescatore artigianale e presidente dell'associazione di pescatori del villaggio di La Restinga. Il Mare delle Calme è anche il luogo preferito dalle balene dal becco, una specie studiata in queste acque da Patricia Arranz, biologa marina, che collabora con l'Università di La Laguna. «Rimangono sommerse per oltre due ore a 1.000 metri di profondità e appaiono in superficie solo per circa 10 minuti. Hanno scelto di vivere qui perché offre loro tranquillità. El Hierro è sulla strada giusta, a patto che si prendano le decisioni giuste», dice. «Abbiamo la possibilità di scegliere se cogliere questa opportunità o lasciarcela sfuggire, lasciando il futuro di queste acque nell'incertezza. Garantirle ci aiuterebbe a preservare la biodiversità».